Fonte: www.farmacista33.it
Nutrizione, Andid: dietisti non ci si improvvisa, professione altamente specializzata Dietisti non ci si improvvisa. È una professione altamente specializzata. A ribadirlo nel corso di un evento che si è svolto a Roma, alla presenza di esponenti di istituzioni sanitarie e società scientifiche, per sottolineare l’urgenza di riportare al centro del dibattito pubblico il tema della cultura alimentare, gli esperti dell’Andid, Associazione nazionale dei dietisti. Nella pratica supporta le persone (sane) ad alimentarsi in maniera corretta, equilibrata e adeguata alle proprie esigenze alimentari e nutrizionali, cura l’alimentazione in situazioni patologiche, mediante elaborazione di piani dietetici personalizzati, lavorando in sinergia con altre figure professionali.
Non solo, continuano gli esperti. Si occupa della qualità dei servizi e della messa a punto dei menu per la ristorazione collettiva (mense scolastiche e aziendali, ospedali, cliniche), svolge attività didattica, educativa e informativa per far conoscere ai cittadini i principi di un’alimentazione equilibrata e orientarli verso scelte nutrizionali corrette.
«Il dietista, in virtù di un percorso universitario altamente specializzato, è il professionista abilitato ad occuparsi di salute anche in ambito clinico, intervenendo nell’elaborazione dei piani dietetici personalizzati, in sinergia con le altre figure professionali» spiega Marco Tonelli, appena nominato segretario nazionale Andid subentrando a Ersilia Troiano, in un editoriale pubblicato su Nutrizione33. Dall’incontro è emersa la necessità di fare chiarezza sui ruoli e le competenze dei diversi professionisti che operano nella vasta e complessa disciplina della scienza della nutrizione. «Diversamente» conclude Tonelli «rischia di generare confusione. La recente istituzione dell’Ordine e dell’Albo dei dietisti, che completa il riconoscimento giuridico delle professioni sanitarie, va proprio nella direzione di una maggiore tutela dei cittadini, oltre che degli stessi professionisti, contro il proliferare di figure, più o meno qualificate, che si ergono a punti di riferimento nel campo della nutrizione, non di rado inducendo a scelte di salute inadeguate».