Telemedicina nelle farmacie: molto buoni i risultati del 2023

Telemedicina nelle farmacie: molto buoni i risultati del 2023

fonte: www.farma7.it

Federfarma sottolinea con soddisfazione i positivi risultati ottenuti nel 2023 dalle prestazioni di telemedicina nelle farmacie per la prevenzione e il monitoraggio delle patologie cardiovascolari grazie all’accordo tra Promofarma e Htn (Health telematic network): si tratta di “una dimostrazione concreta dell’efficacia del modello della farmacia dei servizi e del suo progressivo consolidamento” (si veda la Circolare 172/2024 sul sito di Federfarma).

Molto positivi i risultati del 2023 ottenuti dalle prestazioni di telemedicina nelle farmacie per la prevenzione e il monitoraggio delle malattie cardiovascolari, attuate grazie all’accordo di collaborazione tra Promofarma e Htn.
Sino a oggi le farmacie che hanno aderito all’accordo sono oltre 7.450. Offrono al cittadino, in tempo reale, prestazioni sanitarie di telemedicina (teleconsulti e telerefertazioni da parte di medici specialisti ospedalieri) con uniformità di raccolta dei dati sanitari, di dotazione di apparecchiature elettromedicali di tipo ospedaliero, di erogazione delle prestazioni professionali specialistiche, consentendo anche l’alimentazione di un unico database condiviso, nel rispetto della normativa in materia di tutela dei dati personali.

La raccolta dei dati sanitari relativi alle prestazioni erogate -osserva Federfarma- ha permesso, nel corso degli anni, di raggiungere importanti obiettivi scientifici che hanno suscitato l’interesse dei cardiologi a livello nazionale e internazionale. In collaborazione con l’Università di Brescia e l’Istituto Superiore di Sanità, i dati sono stati infatti presentati nei più importanti congressi nazionali e internazionali.

  • Nei nove anni di collaborazione tra Promofarma e Htn, le farmacie hanno erogato oltre 1.614.000 prestazioni sanitarie.
    • Nel 2023 sono state complessivamente erogate 492.452 prestazioni, il 40% in più rispetto al 2022 (quando ne erano state erogate 352.842).

“Progetto di Prevenzione primaria e secondaria delle patologie cardiovascolari”
Federfarma ricorda inoltre il “Progetto di Prevenzione primaria e secondaria delle patologie cardiovascolari” nato dalla collaborazione tra Università di Brescia, Istituto Superiore di Sanità e Federfarma, i cui risultati sono stati presentati dalla professoressa Savina Nodari nel corso del Congresso nazionale di cardiologia “Cardio-Brixia”, tenutosi a Brescia il 23 settembre 2023.

Il progetto, realizzato dalle oltre 7.450 farmacie del network, ha analizzato 266.602 elettrocardiogrammi consecutivi registrati nel periodo febbraio 2022 – febbraio 2023, completi di rilevazione, da parte del farmacista, di anamnesi, terapia e sintomi in atto.

Le prestazioni sono state eseguite per prevenzione/screening (89%), dolore toracico (2,6%), dispnea (0,5%), cardiopalmo (1,2%). In 4601 casi su 266.602 sono state rilevate anomalie inaspettate della traccia elettrocardiografica non compatibili con i dati anamnestici riferiti e tali da suggerire l’esecuzione di indagini supplementari (valutazione cardiologica, prescrizione di esami strumentali, invio al pronto soccorso). In particolare, 1987 pazienti su 266.602 sono stati inviati al pronto soccorso (0,7% del totale degli esami refertati) per situazioni di emergenza:

986 per fibrillazione atriale non nota o a elevata risposta ventricolare
588 per ischemia miocardica in atto o elettrocardiogramma non dirimente in paziente con rischio aumentato
Le farmacie hanno raccolto per ognuno di questi pazienti la documentazione della dimissione ospedaliera che ha consentito di evidenziare, per quanto attiene al sintomo dolore toracico, un’appropriatezza nell’invio al pronto soccorso pari al 71,2%.

Maggiori informazioni su questi temi si possono trovare sul sito di Htn qui e nell’area riservata del sito di Federfarma (sezione DigitalCare Farma – Sanità digitale in farmacia).

Migliorare la posizione nelle ricerche web

Migliorare la posizione nelle ricerche web

fonte: www.farmacianews.it
Per apparire più di frequente, tra i primi risultati suggeriti, è necessario migliorare la posizione all’interno del ranking di Google. Vediamo come fare

L’ottimizzazione del posizionamento online di una farmacia è un’attività che implica di intervenire su diversi fattori per assicurare una visibilità ottimale sui motori di ricerca. Uno degli elementi chiave è la search engine optimization (Seo), ovvero lo strutturare i contenuti in modo da conquistare le posizioni migliori nel ranking di Google e, quindi, apparire più facilmente nelle ricerche, ma va affrontata con una strategia a lungo termine. Infatti, in media, i risultati delle modifiche Seo su un sito si possono vedere in 3-6 mesi, i riscontri di alcune modifiche richiedono addirittura un tempo maggiore.

La Seo, dunque, non ha effetti immediati ed è probabile che anche la concorrenza si stia impegnando per avere maggiore visibilità online. Ciò comporta che l’impegno verso la Seo debba essere continuo nel tempo. Un utente che entra nel sito web di una farmacia non deve essere costretto a vagare al suo interno, ma deve essere guidato. In altre parole, i collegamenti che si trovano all’interno delle pagine del sito devono portare ad altre pagine secondo un percorso logico. In questo modo si migliora l’esperienza degli utenti, rendendo più facile e veloce la ricerca di informazioni o prodotti. Inoltre, si mantengono più a lungo gli utenti all’interno del proprio spazio web e si migliora il loro coinvolgimento poiché si offre l’opportunità di esaminare più parti del sito stesso.

In cima al ranking
I collegamenti interni hanno anche un importante risvolto tecnologico. Infatti, i sistemi automatici dei motori di ricerca (i cosiddetti Bot) che scandagliano i siti per classificarne i contenuti all’interno dei ranking sono semplificati nella loro attività e possono più facilmente stabilirne l’architettura. Va da sé che migliore è la ricostruzione che riescono a produrre i Bot del sito, migliore è il posizionamento che si ottiene nel ranking. Anche il titolo di una pagina è importante (sia per l’utente sia per i Bot), perché fornisce un’informazione su ciò che si trova all’interno della pagina stessa.

Quando si pensa come strutturare il titolo, è importante garantire che le informazioni di ciascuna pagina (i tag, i termini tecnici) siano specifiche e si applichino solo al contenuto di quella pagina. Quindi, è consigliato utilizzare le parole chiave che gli utenti cercherebbero per trovare un prodotto o servizio, iniziando il titolo con quelle più cruciali, come “farmacia Rossi”, “cura del diabete” o “perdita di peso”. Una volta decise le parole chiave ottimali, devono comparire un certo numero di volte all’interno della pagina: solitamente almeno 3 volte per un testo di 300 parole (che è la lunghezza minima per avere un’efficace indicizzazione).

Inoltre, dovrebbero essere presenti il più possibile nel sito della vostra farmacia. Come detto, molte parole chiave cambieranno a seconda dell’oggetto della pagina specifica, ma quelle più importanti, come per esempio “farmacia”, dovrebbero essere inserite nei titoli dei contenuti che possono incidere maggiormente sul posizionamento nei motori di ricerca (in pratica, quelli più visti). Per evitare ogni volta di dover cercare nuove parole chiave, si può creare un glossario di quelle pertinenti ai propri servizi, come “bellezza”, “trattamenti viso”, “cura della persona” e così via. Per avere poi un suggerimento su quali è meglio usare, si può attivare un account Google AdWords, che dà un accesso gratuito allo strumento di pianificazione delle parole chiave di Google. Questo aiuta a stabilire quale traffico potenziale può generare una parola chiave.

Google Keyword Planner può poi fornire indicazioni su alcuni aspetti del sito web che potrebbero essere stati tralasciati. Come, per esempio, il fatto che un sito web dovrebbe essere responsive, ovvero adattarsi a qualsiasi dimensione dello schermo, dal Pc desktop allo smartphone, o che Google dà priorità ai siti web reattivi rispetto a quelli più lenti, perché sono più facili da navigare per l’utente.

Attenzione alle immagini
È importante evidenziare che, se si utilizza, per uno o più titoli del sito, un’immagine o una foto con del testo al suo interno, i Bot non saranno in grado di “leggere” tale testo, quindi, non si avrà alcun contributo all’indicizzazione. Una soluzione semplice è corredare tale foto con una didascalia, anche se, per esempio, si ripete il nome della farmacia. È anche possibile ottimizzare i nomi dei file immagine assegnando loro un nome in modo descrittivo.

È utile anche l’uso di “testi alternativi” per descrivere le immagini come proposto dai sistemi di gestione dei contenuti dei siti (Cms, content management system). In questo modo si consente ai motori di ricerca di “vedere” cosa contengono le immagini.

Contenuti di qualità sempre aggiornati
Un ottimo modo per migliorare la Seo è assicurarsi continuamente che il proprio sito abbia contenuti accurati, pertinenti e aggiornati. Concentrarsi sulla qualità piuttosto che sulla quantità aiuterà a garantire che i visitatori siano coinvolti e percepiscano valore dal sito. Il contenuto può essere testuale o visivo, come blog, testimonianze, video o podcast.

Idealmente, il sito dovrebbe essere aggiornato frequentemente (almeno mensilmente) con nuovi contenuti e consigli sulla salute, caratteristiche di prodotti o servizi, notizie o qualsiasi altra cosa i propri pazienti potrebbero trovare utile. Sebbene la presenza sui social media non sia direttamente collegata al sito web, l’utilizzo delle piattaforme gratuite consente di estendere e garantire longevità ai contenuti. Condividere blog o altri contenuti del sito sulle pagine dei social media permette di proporre tali contenuti a un pubblico più ampio. I social media favoriscono anche di essere reperiti da coloro che cercano farmacie nella propria zona poiché possono fornire indirizzo, numero di telefono, orari e altre informazioni rilevanti.

Storytelling per comunicare salute

Storytelling per comunicare salute

fonte: www.farmacianews.it

Quando entra in farmacia, il paziente vuole essere ascoltato. Spetta al farmacista cogliere questa esigenza e instaurare un colloquio empatico che instauri un rapporto di fiducia
Il nuovo anno è iniziato con alcune novità nel mondo della salute. L’avatar Katerina, nato dalla tecnologia italiana, ha come obiettivo il ruolo di spiegare ai pazienti il linguaggio medico in ambito cardiovascolare. Un “personal shopper”, che ha come base ChatGPT, aiuta a incrementare le vendite online di cosmetici nelle catene Boots Usa. Un “drone farmacista” consegna in 60’ i farmaci nelle catene Amazon, che ha anche ideato un “robot magazziniere”, Digit, che sarà in grado di ridurre del 25% il tempo di allestimento ed evasione della merce. L’Italia, alla fine del 2024, avrà tutti i permessi per l’utilizzo dei droni nel trasporto.

Segnali di mercato per la farmacia sono:

necessità di assumere il ruolo di liaison nella comunicazione biomedica tra medico e paziente;
necessità dei pazienti di ricevere rapidamente il prodotto nelle proprie abitazioni.
Lasciamo alla logistica distributiva il ruolo di definire modelli di consegna dei prodotti più attuali. È preferibile concentrarsi, invece, sul concetto di liaison tra medico e paziente che può assumere il farmacista, aprendo una riflessione sui ritmi comunicativi richiesti dal mercato.

La dinamica comunicativa in sanità
“Agganciare” la volontà del paziente di essere ascoltato è la fase iniziale di un obiettivo comunicativo. È del farmacista la scelta di volerlo fare o meno. Se manca la volontà del paziente, questa può essere stimolata. La proposta di ascolto fa parte del classico bagaglio che si dovrebbe richiedere a un farmacista. Non si studia, ma si esercita giorno dopo giorno con “tecniche di ascolto”. L’uso delle parole e della punteggiatura nel linguaggio medico, invece, serve a facilitare la vita dei pazienti. Fare le “prove” è un ottimo esercizio.

In uno studio di qualche anno fa è stato chiesto a un gruppo di medici di esprimere a fine visita una delle seguenti frasi: hai bisogno di qualche altra cosa? qualcos’altro? nessuna espressione. Nel primo caso, circa il 50% dei pazienti ha espresso una ulteriore preoccupazione. Nel secondo, il 90% ha sollevato extra preoccupazioni. Nel terzo caso, non sono emersi dubbi.

Se un cliente sceglie di entrare in una determinata farmacia, è perché è certo di ricevere domande. La miglior tecnica per coprire lo “spazio” libero non ancora occupato da altri è in quell’“oceano blu” che può dare soddisfazioni professionali ed economiche. D’altronde, se il cliente non avesse dubbi, potrebbe entrare in uno store automatizzato e fare l’acquisto che più gli interessa. Ma la comunicazione biomedica necessita di esemplificazione.

L’attenzione alle parole e la costruzione di una storia dovrebbero diventare, insieme al bagaglio scientifico, lo strumento pratico necessario al farmacista per affrontare i bisogni e le domande che parte dei circa 200 pazienti medi che giornalmente fanno o hanno necessità di fare quando varcano la soglia della farmacia. La comunicazione frontale, così come quella online, sono elementi di chiarezza e di ascolto. Soprattutto, creano relazione di fiducia. Guardarsi negli occhi, ma anche fare domande online hanno valenze complementari. Contribuiscono a individuare il problema insieme al paziente.

Le parole, i tempi linguistici, la punteggiatura servono a non stravolgere completamente il significato dell’efficacia comunicativa. Nei processi non verbali, invece, sono le pause e i silenzi a rendere ritmica l’efficacia comunicativa. Per chi esprime una propria preoccupazione, il silenzio o la pausa dell’interlocutore danno la sensazione di essere ascoltati. Chiedere maggiori informazioni vuol dire entrare in contatto in maniera empatica con il paziente. L’empatia non è scontata.

Uno studio internazionale effettuato in Canada Uk e India ha definito come anche i medici di medicina generale possono migliorare la propria empatia attraverso un sistema di intelligenza artificiale basato su un modello linguistico che ha ottimizzato il dialogo diagnostico. Dunque, i mercati, incluso quello sanitario, sono coinvolti nell’aspetto narrativo.

Una storia o un racconto?
Probabilmente sia l’uno sia l’altro, a seconda del contesto, ma dobbiamo avere chiare le definizioni in modo da non sovrapporle negli obiettivi. La storia viene espressa in una frase che è affermata da “colui che ha vissuto” e, quindi, sa quello che è successo. Il racconto, invece, è narrazione di fatti avvenuti o meno con una dose di fantasia che esemplifica i concetti espressi. In definitiva:

conoscere le biografie del proprio pubblico;
stabilire una precisa esperienza di racconto che ci lega al pubblico;
definire tutti gli elementi del racconto;
aiutarsi con contenuti, visual, strumenti ecc. che saranno focalizzati sulla storia;
mostrare i risultati e il futuro, rendono la storia convincente e focalizzata al problema e alla soluzione.
Nel mercato “caotico” della salute, dove la burocrazia fa da padrona, la malattia determina incertezza nel paziente, difficoltà di accettazione, corsa verso il tempo. Per il paziente, la necessità di comprendere cosa avverrà nel tempo è un elemento fondamentale.

Il “tarlo” più frequente nella testa del paziente è il rammarico. “E se avessi preso in tempo la mia patologia?” Il farmacista può mettersi sulla lunghezza d’onda del paziente. Approcciare una narrazione aiuta a comunicare chiaramente, con tanto di esempi che nascono dall’esperienza quotidiana.

Nel ciclo narrativo di una storia si deve iniziare con un momento di quiete, per dirigersi verso una serie di problemi che portano a una caduta. Quest’ultima ha l’obiettivo di risvegliare l’ascoltatore, richiedergli un impeto. Farlo reagire chiedendogli sforzi, sacrifici e lotta. In questo modo il farmacista può contribuire a far tornare il paziente sulla strada maestra e ristabilirne la quiete.

Tutti i test eseguibili in farmacia secondo le norme vigenti

Tutti i test eseguibili in farmacia secondo le norme vigenti

fonte: www.farma7.it

Federfarma, con la Circolare 130/2024 (disponibile nell’area riservata del sito) ha riepilogato la normativa vigente sul tipo di test eseguibili in farmacia, ricordando che la Legge 30 dicembre 2020, n. 178 ha introdotto la possibilità per i farmacisti in farmacia di effettuare prelievi di sangue capillare, superando il concetto di assistenza all’autodiagnosi e che la Legge 52 del 2022 consente al farmacista in farmacia di somministrare anche test diagnostici che prevedono il prelevamento del campione biologico a livello nasale, salivare o orofaringeo.

Da Federfarma un riepilogo dei test eseguibili in farmacia oggi, secondo le norme vigenti e le interpretazioni fornite dal Ministero della Salute.
I test autodiagnostici in farmacia

Le farmacie possono offrire prestazioni analitiche di prima istanza rientranti nell’ambito dell’autocontrollo.

Si tratta di test autodiagnostici, “gestibili direttamente dai pazienti in funzione di autocontrollo a domicilio o che possono, in caso di condizioni di fragilità di non completa autosufficienza, essere utilizzati mediante il supporto di un operatore sanitario, presso le farmacie territoriali pubbliche e private” (il Dm del 16/12/2010 ne fornisce un elenco, non tassativo).

Il Decreto del 16 dicembre 2010 vieta invece l’utilizzo di apparecchiature che prevedano attività di prelievo di sangue o di plasma mediante siringhe o dispositivi equivalenti, restando in ogni caso esclusa l’attività di prescrizione e diagnosi. Tra i “dispositivi equivalenti” attualmente vietati -puntualizza la circolare di Federfarma- non rientrano certamente quelli che consentono il prelievo del sangue capillare, anche a uso professionale, in quanto sono espressamente consentiti da specifica disciplina.

I test diagnostici consentiti

Prelievo di sangue capillare con test a uso professionale
La Legge 30 dicembre 2020, n. 178 consente l’effettuazione presso le farmacie da parte di un farmacista di test diagnostici che prevedono il prelievo di sangue capillare (prima era possibile solamente la messa a disposizione di dispositivi autodiagnostici e il relativo supporto nell’utilizzo).

Anche in questo caso non c’è un elenco tassativo di analisi ematiche effettuabili con il campione prelevato capillarmente. Il Ministero della Salute ritiene consentito l’utilizzo in farmacia di dispositivi a uso professionale che effettuino analisi ematiche, quando i relativi referti non debbano essere firmati da un medico di laboratorio o da altro professionista, all’interno del laboratorio, specificamente individuato.

Quindi, i dispositivi a uso professionale utilizzabili in farmacia sono i dispositivi medici per analisi decentrate: near patient testing (Npt) o point of care test (Poct), definiti all’articolo 2 del Regolamento Ue Ivdr (In vitro diagnostic medical device regulation) come qualsiasi dispositivo che non sia destinato all’autotest ma è destinato all’esecuzione di test al di fuori di un ambiente di laboratorio, generalmente vicino o al fianco del paziente da parte di un operatore sanitario.

Prelievo da parte del farmacista del campione biologico a livello nasale, salivare o orofaringeo
Si possono eseguire in farmacia test diagnostici che prevedono il prelevamento del campione biologico a livello nasale, salivare o orofaringeo. Sono quindi esclusi test diagnostici a uso professionale che prevedano, per esempio, il prelevamento del campione di urine o del campione a livello vaginale.

Anche in questo caso si tratta di test a uso professionale, non destinati al laboratorio. In particolare, si tratta dispositivi medici per analisi decentrate: near patient testing (Npt) o point of care test (Poct), definiti all’articolo 2 Regolamento Ue Ivdr, come qualsiasi dispositivo che non sia destinato all’autotest, ma è destinato all’esecuzione di test al di fuori di un ambiente di laboratorio, generalmente vicino o al fianco del paziente da parte di un operatore sanitario.

Consegna di referti a seguito di test diagnostici a uso professionale
Il farmacista deve rilasciare un documento al paziente recante l’esito del test eseguito. A differenza delle autoanalisi e dei test autodiagnostici (utilizzabili in autonomia dal cittadino), per tali test è necessario l’intervento professionale del farmacista che effettui il prelievo e ne attesti l’esito. Pertanto, non solo è un diritto del cittadino avere il referto, ma è obbligo della farmacia rilasciarlo.

COSA SIGNIFICA MARKETING PER UNA FARMACIA

COSA SIGNIFICA MARKETING PER UNA FARMACIA

fonte: www.farmaciavincente.it

Ecco in poche parole COSA SIGNIFICA MARKETING PER UNA FARMACIA

Prendiamo il caso di una nuova apertura.

Se la tua farmacia utilizza cartelloni colorati in città, e compare sui social network come Facebook, Instagram, Google, annunciando “Nuova Apertura Farmacia!”, stai utilizzando la PUBBLICITA’ per informare la comunità della nuova presenza.
Se distribuisci volantini nelle cassette postali o in luoghi affollati, annunciando iniziative per l’inaugurazione della tua farmacia, stai facendo PROMOZIONE. Questo serve a stimolare l’interesse iniziale e ad attirare i clienti.
Se all’inaugurazione della tua farmacia c’è un ospite famoso o un esperto del settore che parla dell’importanza della salute nella comunità, e se questo evento viene riportato dai giornali locali o in radio, stai utilizzando le PUBBLICHE RELAZIONI per costruire la reputazione della tua farmacia.
Quando i potenziali clienti visitano la tua farmacia, attratti dalla pubblicità, promozione e PR, e trovano dettagli su prodotti e servizi unici offerti, risposte alle loro domande, e un’offerta speciale con scadenza limitata, stai applicando la strategia di RISPOSTA DIRETTA
Se, quando i clienti entrano nella tua farmacia, vengono accolti da un personale cordiale e professionale pronto ad assistere e consigliare, stai facendo VENDITA, creando un’esperienza cliente positiva che incoraggia la fedeltà.
Se coordini tutte queste attività, stai facendo un MARKETING EFFICACE per la tua farmacia. Questo approccio aiuta a costruire un rapporto solido con la tua clientela e a posizionare la tua farmacia come un punto di riferimento nella comunità.

Servizi in Farmacia: telemedicina, passo fondamentale

Servizi in Farmacia: telemedicina, passo fondamentale

fonte: www.farmacianews.it

Nell’evoluzione che la farmacia sta affrontando, dopo una fase di comprensibile disorientamento, si vanno sempre più delineando i contorni di alcune attività che, ineludibilmente, dovranno attuare i colleghi che vorranno ancora svolgere al meglio la propria attività sul territorio


di Antonello Mirone, presidente Federfarma Servizi

Questa mia convinzione deriva non tanto dai pur brillanti risultati delle prime esperienze realizzate in diverse Regioni, inizialmente sotto forma di sperimentazioni e, successivamente, di standard organizzati su più larga scala, quanto dall’impulso che proprio gli utenti delle nostre farmacie stanno dando a questo tipo di nuove funzioni che la farmacia è chiamata a svolgere. Infatti, sono in primis i cittadini-pazienti che, alla ricerca di risposte ai propri bisogni di salute, si rivolgono sempre di più al banco della farmacia con la speranza di ottenere riscontri alle esigenze personali o dei propri familiari.

In particolare, questa seconda fattispecie è sempre più frequente, considerando l’evoluzione demografica del nostro Paese con il progressivo invecchiamento della popolazione e il conseguente incremento di pazienti cronici desiderosi di assistenza sanitaria. Sono sicuramente loro il principale motore che ha indotto le diverse Regioni ad accelerare sui percorsi che disciplinano l’attività dei servizi erogabili in farmacia cercando, in questo modo, di mettere in pratica il più volte invocato potenziamento della sanità territoriale, favorendo così il decongestionamento della rete ospedaliera, già alle prese con la difficile gestione delle necessità di primo soccorso della popolazione.

Questo è un percorso che parte da lontano, i primi provvedimenti ministeriali risalgono addirittura al 2010, ma che ha trovato il vero sviluppo a seguito dell’emergenza pandemica che ha squarciato il velo di una sanità che non può fare affidamento sui plessi ospedalieri o su strutture similari senza che vi sia preventivamente la presa in carico dei pazienti cronici da parte dei professionisti sanitari operanti sul territorio.

Da questo punto di vista, la capillarità della farmacia e la sua prossimità ai cittadini-pazienti anche nelle aree interne rappresentano un valore aggiunto inestimabile che supera di gran lunga qualsiasi altra offerta in campo sanitario, garantendo una continuità di servizio molto, molto apprezzata dall’utenza.

Ecco che, allora, dare la possibilità ai pazienti di effettuare esami diagnostici di prima istanza, come un elettrocardiogramma e un holter pressorio o cardiaco, magari accompagnato da un quadro lipidico o una valutazione dei valori glicemici nei pressi del proprio domicilio, senza dover affrontare lunghi spostamenti, rappresenta per la farmacia una straordinaria opportunità per acquisire un ruolo centrale in questo nuovo modello di sanità territoriale. Però, il passo fondamentale perché la nuova funzione della farmacia si affermi in modo incontrovertibile sarà lo sviluppo della telemedicina che, come ben evidenziato nelle linee guida presentate dal Ministero della Salute, permetterà di mettere in collegamento le diverse figure professionali della sanità “avvicinandole” al paziente, inducendo un minor ricorso all’ospedalizzazione dei pazienti e ottenendo un evidente beneficio nei costi sociali legati allo spostamento dei cittadini e, come purtroppo molto spesso accade, all’abbandono di terapie che moltiplica la spesa pubblica con l’aggravarsi delle condizioni del paziente.

Su questo argomento, partiamo sempre dai dati statistici che non mentono e che ci raccontano che il 25% dei pazienti cronici abbandonano la terapia senza completarla e comprendiamo quale primario compito possa svolgere il farmacista territoriale nell’ambito di quei servizi cognitivi che, in pratica, la nostra categoria ha sempre svolto in modo empirico, ma che, resi sistematici, possono dare risultati sorprendenti in termini di risposta del paziente alle terapie prescritte. Anche il legislatore ha ben compreso come possa essere un’arma formidabile nel contenimento dei costi sanitari, rendendo efficace l’investimento sostenuto con la spesa farmaceutica.

Da qui, partiamo per descrivere il nuovo ruolo della farmacia aperta al pubblico che, aldilà di quanto vanno sostenendo i denigratori di tale evoluzione, vede sempre il farmaco al centro della propria attività, ma attorno a esso “costruisce” una serie di altre funzioni, oggi come oggi essenziali per dare valore a quel bene che prima veniva semplicemente dispensato, ma che ora è una parte, seppur fondamentale, ma sempre una parte di una più ampia “presa in carico del paziente”, che rappresenta il reale obiettivo di questa nuova fase al passo con i tempi della nostra storica professione.