da Redazione SoFarmaMorra | 15 Settembre 2023 | Mondo Farmacia
Nel 2023 l’Aifa ha fornito un aggiornamento della Guida con le procedure da seguire e i riferimenti a cui rivolgersi che offre sugli strumenti pratici che il farmacista al banco ha a disposizione
di Redazione Farmacista33
Farmaci mancanti: casistiche, risposte e supporto a pazienti. Guida per farmacisti
In vista dell’arrivo della stagione autunnale e il probabile aumento della domanda di farmaci per le patologie respiratorie e da raffreddamento, è utile ricordare come gestire l’eventuale mancanza di farmaci, che risposte dare al paziente per rendergli chiara la situazione e quali canali attivare e azioni compiere per soddisfare il bisogno di salute della comunità. Nel corso del 2023 l’Aifa ha fornito un aggiornamento della Guida con le procedure da seguire e i riferimenti a cui rivolgersi offrendo un riepilogo schematico sugli strumenti che il farmacista al banco ha a disposizione. A ricordarlo è una circolare di Federfarma Roma inviata alle farmacie associate.
Farmaci mancanti per carenze o indisponibilità: chiarire la differenza
Un primo aspetto da gestire al banco, per dare maggiore chiarezza al paziente, sono i motivi per cui il farmaco che chiede è mancante. Può trattarsi, infatti, di una carenza, intesa come difficoltà o impossibilità nel suo reperimento, che può essere temporanea o permanente e può essere determinata da problematiche ascrivibili al Titolare AIC: Per esempio, l’irreperibilità del principio attivo, problematiche legate alla produzione, provvedimenti di carattere regolatorio, imprevisto incremento delle richieste di un determinato medicinale, o emergenze sanitarie nei paesi di produzione. Ciò può incidere significativamente sui pazienti in quanto può comportare l’interruzione totale o parziale del trattamento terapeutico o la necessità del passaggio ad un’alternativa terapeutica.
Diversamente il farmaco è considerato indisponibile quando la difficoltà di reperimento non è correlata a problematiche produttive, ma a disfunzioni della filiera distributiva, dovute a distorsioni del mercato spesso collegate alle dinamiche del circuito distributivo. In questi casi pertanto il medicinale, seppur disponibile presso i depositi del titolare AIC, non risulta disponibile presso alcuni depositi regionali e/o farmacie.
Rappresentazione grafica del flusso di azioni da intraprendere per supportare i pazienti in caso di mancanza di farmaci, come descritto in dettaglio in questo documento.
Rappresentazione grafica del flusso di azioni da intraprendere per supportare i pazienti in caso di mancanza di farmaci, come descritto in dettaglio in questo documento.
Elenco Aifa fornisce informazioni e suggerimenti per indirizzare il paziente
Quando il medicinale è mancante, è necessario dare supporto al paziente. Aifa ha quindi schematizzato le azioni da intraprendere e il primo step è verificare la presenza del medicinale mancante nell’Elenco dei medicinali carenti pubblicata sul portale dell’Agenzia, aggiornato almeno due volte ogni settimana. Se è presente nell’Elenco il paziente va indirizzato in base alle informazioni e ai suggerimenti presenti nella lista Aifa. Le opzioni sono tre.
Lo si può indirizzare a un trattamento alternativo consigliandogli di rivolgersi allo specialista o al Mmg che può scegliere tra medicinali equivalenti o alternative terapeutiche.
In situazioni specifiche e motivate, in cui il medico ritiene necessaria l’importazione del medicinale carente, è possibile attivare la procedura di importazione. L’opzione di autorizzare da parte di Aifa, le strutture sanitarie all’importazione di un analogo autorizzato all’estero prevede procedura di importazione possa essere attivata dal medico specialista o dal Mmg ed è successivamente gestita dalle farmacie ospedaliere o ASL competenti per territorio. La terza opzione è il rilascio di una Determinazione per l’importazione al titolare Aic. In questo caso il medicinale carente è stato importato dal Titolare AIC e viene dispensato nel periodo di carenza dalla farmacia ospedaliera o ASL competente per territorio dietro presentazione della prescrizione del medico e, in alcuni casi, di una dichiarazione di insostituibilità del medicinale. In entrambi i casi, le confezioni importate, seppur destinate alla terapia domiciliare, non potranno essere dispensate dalle farmacie convenzionali, salvo indicazioni specifiche della Regione che nel caso delle confezioni importate dal titolare può attivare la distribuzione per conto (DPC). Il paziente, quindi deve individuare la struttura competente per la distribuzione dei medicinali importati per carenza che in alcuni casi è demandata alle farmacie ospedaliere.
Importazione di farmaci non in elenco: distribuzione diretta e Dpc
Se il farmaco mancante non è nell’Elenco Aifa il farmacista dovrà contattare almeno tre grossisti tra quelli a disposizione nel suo territorio per verificare la reale indisponibilità del medicinale in questione. Se confermato che il medicinale è indisponibile, per molti farmaci è possibile utilizzare i contatti messi a disposizione dai titolari AIC per le richieste in emergenza di cui Aifa fornisce un elenco. Nel caso di medicinale non disponibile nella rete distributiva, spiega Aifa, può essere attivata la procedura di fornitura diretta: la norma prevede che il titolare Aic sia obbligato a fornire, entro le 48 ore, su richiesta delle farmacie, anche ospedaliere, o parafarmacie, un medicinale che non è reperibile nella rete di distribuzione regionale”. Nel caso in cui il titolare di Aic, “non desse seguito all’ordine diretto, si prega di inviare una segnalazione a farmacicarenti@aifa.gov.it, preferibilmente documentando la mancata fornitura, per permettere le azioni di verifica e intervento da parte di Aifa”.
da Redazione SoFarmaMorra | 15 Settembre 2023 | Mondo Farmacia
Per poter assolvere al debito formativo ECM – anche pregresso – è stata data l’opportunità ai professionisti sanitari non in regola di sanare il proprio stato di aggiornamento obbligatorio
Fino al 31 dicembre 2023 si avrà l’opportunità di recuperare i crediti ECM mancanti all’assolvimento del debito formativo del triennio 2020-2022 attraverso i crediti acquisiti nell’arco del 2023: potranno, infatti, essere spostati a copertura di quelli mancanti del triennio 2020-2022 ma – ovviamente – non potranno essere validi anche per il nuovo triennio 2023-2025.
Inoltre, la Commissione Nazionale per la Formazione Continua dovrà indicare le modalità di recupero anche del debito formativo dei trienni 2017-2019 e 2014-2016.
Il debito formativo nei trienni sopraindicati è:
2020-2022 – 100 crediti ECM
2017-2019 – 150 crediti ECM
2014-2016 – 150 crediti ECM
Si offre, quindi, la possibilità ai professionisti sanitari NON in regola con il debito formativo dei precedenti trienni di recuperare i crediti mancanti nell’arco del 2023, come definito dal Decreto milleproroghe dello scorso 8 febbraio.
Compito del professionista è quello di verificare, sul portale Co.Ge.A.P.S il proprio stato formativo ECM a partire dal 2014 e attivarsi per sanare il debito formativo pregresso.
Chi assolve il proprio debito formativo ECM triennale ottiene per ogni triennio la certificazione ECM che – a partire dal 2026 – sarà “obbligatoria” per avere la copertura assicurativa sulla base di quanto di seguito indicato.
L’art. 38 bis del Decreto 152 del 2021, convertito in Legge n. 233/2021, recante in tema di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha stabilito che, a decorrere dal triennio formativo ECM 2023-2025, chi non è in regola con almeno il 70% dell’obbligo formativo previsto dal programma ECM, non sarà protetto dalla copertura assicurativa in caso di contenzioso e relativo risarcimento.
Le nostre brevi video pillole chiariranno alcuni aspetti normativi utili a comprendere l’importanza della certificazione dell’assolvimento del debito formativo a tutela professionale di ogni operatore sanitario.
da Redazione SoFarmaMorra | 15 Settembre 2023 | Mondo Farmacia
Tutti i clienti sono uguali? Come trovare e attrarre il paziente ideale? Come lo si può descrivere? Per avere successo in un mercato sempre più competitivo si deve ripensare
il modo di fare promozione all’interno della comunità
Allo stesso modo di come sono cambiate nel corso degli anni le abitudini e le aspettative di acquisto dei consumatori, anche l’approccio di marketing della farmacia dovrebbe evolvere per attrarre e mantenere i clienti.
Non fare marketing significa doversi impegnare maggiormente per far percepire al cliente/paziente il valore della propria offerta, soprattutto per quelle farmacie che cercano di crescere nell’ambito dei servizi clinici ai pazienti.
Un’efficace promozione è importante anche per sviluppare e implementare strategie di espansione della professione e di supporto ai servizi proposti in modo che questi possano essere più facilmente fruiti dai pazienti e che rappresentino un valido supporto alla comunità sanitaria. Pertanto, le farmacie dovrebbero indirizzare i propri sforzi di marketing in una direzione che consenta di presentare un tipo di attività in linea con le proprie passioni e le aspettative dei pazienti. Ne trarranno grande vantaggio i profitti.
Il cliente al centro
Il punto di partenza dovrebbe essere la considerazione che, in un mercato sempre più competitivo come quello attuale, è fondamentale un approccio customer centric. Il cliente deve essere al centro di ogni strategia, a partire da quella marketing. La segmentazione e la personalizzazione del cliente sono tecniche essenziali che aiutano a sviluppare strategie di marketing mirate che migliorano, al contempo, l’esperienza in negozio e la soddisfazione del cliente.
Per attirare più clienti nella propria farmacia, è essenziale identificare il pubblico di destinazione in base a dati demografici, problemi di salute e posizione sul territorio. Questo può essere fatto conducendo semplici analisi di mercato come sondaggi, interviste o gruppi di discussione, per comprendere le preferenze, le necessità e le aspettative. In pratica, si tratta di creare quelle che chi opera nel marketing chiama personas, ovvero rappresentazioni fittizie di clienti ideali, sulle quali prendere decisioni che si avvicinino il più possibile alle aspettative dei clienti reali.
Con queste informazioni, la farmacia può creare profili di clienti target specifici. Analizzando i dati delle vendite e la cronologia dei clienti su un Pos, si possono identificare modelli e tendenze. Strumenti disponibili online come Google Analytics permettono anche di monitorare il traffico del sito web e il coinvolgimento sui social media.
Dopo aver identificato il proprio pubblico target, è importante capirne necessità e desideri in termini di esigenze sanitarie e di servizi clinici di cui vorrebbero poter fruire. In tal senso, analizzando i dati relativi alle vendite e allo storico dei clienti della farmacia si possono identificare quali prodotti e servizi sono più richiesti. Anche un’analisi dei concorrenti può essere utile. Infatti, permette di identificare le lacune nel mercato e le aree in cui ci si può differenziare.
da Redazione SoFarmaMorra | 8 Settembre 2023 | Mondo Farmacia
Fonte: www.farmacista33.it
Giornata Mondiale Fisioterapia. Fisioterapisti: operare in tutti i luoghi della vita, anche in farmacia
Nella Giornata Mondiale della Fisioterapia che ricorre l’8 settembre i fisioterapisti sottolineano l’importanza della fisioterapia in tutti i luoghi di vita, anche come prestazione nella Farmacia dei servizi
Giornata Mondiale Fisioterapia. Fisioterapisti: operare in tutti i luoghi della vita, anche in farmaci
In occasione della Giornata Mondiale della Fisioterapia che ricorre l’8 settembre, la Federazione Nazionale degli Ordini della professione sanitaria di Fisioterapista-FNOFI nata circa un anno fa vuole rilanciare la figura del fisioterapista attraverso il messaggio “La fisioterapia in tutti i luoghi di vita”, ricordando che la maggior parte delle persone che necessitano di cure riabilitative non riceve le prestazioni di cui ha bisogno. Tutti i luoghi inclusa la farmacia, come sottolinea in un’intervista sulla stampa generalista Melania Salina, vicepresidente FNOFI: “La sfida per la nostra professione sarà andare oltre la logica del lettino. I bisogni sono cambiati servono risposte e servizi nuovi che valorizzino la prevenzione e accompagnino i pazienti. I fisioterapisti possono anche lavorare in equipe nelle farmacie accanto a farmacisti”.
Cure riabilitative senza prestazioni erogate
Gli Ordini dei Fisioterapisti, nati circa un anno fa sono oggi 38 e registrano l’iscrizione complessiva di 70388 fisioterapisti con un’età media di 43 anni. Il 54,8 dei rappresentanti della professione è impegnato in ambito muscoloscheletrico e reumatologico, il 17,1 in ambito neurologico, il 13,2 nelle geriatrie e nei luoghi “di comunità”, il 2,9% nell’età pediatrica. Il restante è soprattutto impegnato in ambito cardio-respiratorio e di area critica (si pensi al periodo Covid.19 ed alle terapie intensive), mentre l’1,7% lavora nell’area sportiva.
Secondo il Rapporto OMS Europa del 2022 la maggior parte delle persone che necessitano di cure riabilitative (il 42% della popolazione europea e il 44,9% di quella italiana) non riceve le prestazioni di cui ha bisogno, portando ad un totale stimato di 3,6 milioni di anni di vita sana persi a causa di una condizione di salute che richiede riabilitazione.
Da qui l’intenzione della Fnofi nella diffusione della fisioterapia “in tutti i luoghi di vita” quale elemento strategico fondamentale nella definizione delle proprie strategie.
Salina (Fnofi): fisioterapisti possono anche lavorare in equipe nelle farmacie
“Ormai non c’è alcun dubbio sul ruolo chiave della fisioterapia nel garantire il diritto alla salute – commenta Melania Salina, vicepresidente FNOFI, – nei prossimi mesi lanceremo una campagna per raggiungere i cittadini e censire meglio la totalità del bisogno riabilitativo. Se c’è un sommerso di cure perse, abbiamo la necessità ed il dovere di proporre al sistema quelle soluzioni che consentano davvero di offrire risposte ai 27 milioni di italiani che necessitano di riabilitazione, anche attraverso l’utilizzo e la gestione delle nuove tecnologie”.
Un’intenzione confermata anche da una recente intervista sul quotidiano Il Piccolo in cui ha dichiarato l’interesse a una collaborazione con i farmacisti nell’ambito della Farmacia dei servizi: “I bisogni sono cambiati servono risposte e servizi nuovi che valorizzino la prevenzione e accompagnino i pazienti. I fisioterapisti possono anche lavorare in equipe nelle farmacie accanto a farmacisti per ascoltare e suggerire alle persone come muoversi e gestire alcune cronicità”. Un traguardo “non troppo lontano – afferma Salina: “Ci stiamo lavorando. C’è un’enorme tema e di stringente attualità del finanziamento del sistema sanità ma credo che la risposta non possa tradursi solo nell’aumento di personale. Servono nuove reti e alleanze. C’è una grossa spinta sul progetto delle farmacie dei servizi con 25 milioni di euro per avviare la sperimentazione di prestazioni a carico del servizio sanitario erogate all’interno delle farmacie. Noi abbiamo fisioterapisti potrebbero lavorare nelle farmacie in equipe con medici e farmacisti sui bisogni semplici. È sufficiente organizzare appuntamenti funzionali o consigliare la gestione migliore del corpo e del movimento. Bisogna passare a una logica di cura e prevenzione nelle comunità”.
“Con i profondi mutamenti demografici ed epidemiologici in atto – conclude il presidente FNOFI Piero Ferrante – i bisogni di salute sono completamente mutati e la necessità di accompagnare i cittadini nell’arco di tutta la vita, obbliga le professioni sanitarie a interrogarsi e modificarsi in ragione delle nuove richieste. La fisioterapia non scappa da questa rivisitazione dei propri paradigmi, e l’occasione dell’8 settembre è utile proprio per fare il punto sul qui e ora, con uno sguardo attento alla professione del futuro”.
da Redazione SoFarmaMorra | 8 Settembre 2023 | Mondo Farmacia
fonte: www.farma7.it
La remunerazione aggiuntiva resta esclusa dall’imponibilità Iva anche “a regime”, così come accaduto nella fase sperimentale 2021-2022. Questo è l’esito della risposta dell’Agenzia delle Entrate a una richiesta di chiarimenti espressa da Federfarma.
Esclusa dall’Iva anche “a regime” la remunerazione aggiuntiva per le farmacie: lo precisa l’Agenzia delle Entrate.
Federfarma aveva chiesto una consulenza giuridica all’Agenzia per conoscere il corretto trattamento ai fini Iva della remunerazione riconosciuta alle farmacie dal 1° marzo 2023 con la Legge di Bilancio.
L’Agenzia ha risposto confermando quanto sostenuto da Federfarma e cioè che la remunerazione aggiuntiva a favore delle farmacie per il rimborso dei farmaci erogati in regime di Ssn non è soggetta a Iva anche una volta entrata “a regime”, analogamente a quanto stabilito per il periodo di sperimentazione.
Resta ancora in sospeso il tema dell’inquadramento della remunerazione ai fini delle imposte sui redditi e dell’Irap: Federfarma sta valutando ’ipotesi di formulare analoga istanza su questi ulteriori aspetti fiscali.
da Redazione SoFarmaMorra | 8 Settembre 2023 | Mondo Farmacia
fonte: www.farmacista33.it
Le azioni che possano ridurre l’impatto delle attività e che siano sostenibili stanno toccando anche le farmacie. In Europa esistono già esperienze esportabili basate su strumenti professionali e approccio proattivo dei farmacisti
Crisi ambientale. Farmacie sempre più green grazie a strumenti professionali e approccio proattivo dei farmacist
La crisi climatica, le correlazioni tra inquinamento, ambiente e salute sono tematiche che sollevano una sempre maggiore preoccupazione e da parte della società civile, come di una parte delle aziende, si valutano azioni che possano ridurre l’impatto delle attività e che siano sostenibili anche in un orizzonte temporale più ampio. Fenomeni che stanno interessando anche la farmacia europea, dove, dagli incentivi allo smaltimento dei medicinali, dal deblistering alla formazione, iniziano a vedersi iniziative.
Farmacia green: dall’Europa alcune esperienze esportabili
Il tema è da tempo al centro della riflessione delle associazioni di farmacie e farmacisti un po’ in tutta Europa e, di recente, Venanzio Gizzi, presidente Assofarm, ha riacceso i riflettori, analizzando alcune delle esperienze emerse dagli incontri dell’Unione Europea delle Farmacia Sociali. “Siamo convinti che la farmacia italiana possa impegnarsi maggiormente su tematiche di grande respiro, quale il variegato fronte della sostenibilità” ha spiegato nell’ultimo documento presentato in occasione del bilancio. “Quest’anno, uno dei consueti incontri dell’Unione Europea delle Farmacia Sociali è stato proprio dedicato alla cosiddetta “greener pharmacy”, cioè a quelle pratiche e politiche ecologiche volte a ridurre l’impatto ambientale delle attività farmaceutiche”. Un aspetto sottolineato, anche attraverso le esperienze già avviate in Europa sia nelle farmacie comunali sia nelle private, è la necessità e la possibilità che il farmacista ha nell’”incoraggiare una riduzione dell’impiego inappropriato ed eccessivo di farmaci, un obiettivo che potrebbe essere conseguito migliorando la diagnosi e differenziando la prescrizione di farmaci ove non siano strettamente necessari nel breve termine. I farmacisti devono ricevere un’adeguata formazione per prediligere, nei limiti del possibile, le cure preventive e la medicina preventiva e una corretta e appropriata gestione del farmaco con la sensibilizzazione del paziente verso l’aderenza alla terapia e lo stile di vita”. Un ambito in cui l’innovazione digitale può fornire strumenti importanti.
Medicina preventiva, aderenza alla terapia, raccolta farmaci scaduti: ecco alcuni strumenti
Anche sul fronte della raccolta dei farmaci scaduti dall’Europa arrivano best practice positive: “Grazie al loro stretto contatto con i pazienti, i farmacisti si trovano in una posizione privilegiata per raccogliere i farmaci inutilizzati e/o scaduti e smaltirli in maniera selettiva. I farmacisti possono svolgere un ruolo fondamentale per sensibilizzare la collettività locale. Nel nostro Paese, dove queste iniziative sono già avviate, si potrebbe replicare l’esperienza di alcuni paesi europei dove i farmacisti fanno ricorso ai loro programmi fedeltà, attribuendo punti di bonus ai pazienti che riportano in farmacia i loro farmaci inutilizzati e/o scaduti, ottenendo in tal modo un cambiamento positivo nelle abitudini dei pazienti”. Anche l’informazione e l’orientamento al banco verso scelte più green è un utile elemento: “con la giusta preparazione dai farmacisti potrebbero arrivare indicazioni per ridurre l’impatto dei medicinali, preferendo scelte più green. L’impatto potenziale sull’ambiente non è, infatti, limitato al principio attivo. I materiali di confezionamento e gli accessori per la somministrazione del farmaco sono già di per sé elementi a cui prestare attenzione ed è opportuno avere maggiore consapevolezza di questo fatto”.
Formazione diventa cruciale: più attenzione a impatto su ambiente e salute
Tema cruciale è anche quello della formazione: “È necessario integrare il programma di formazione continua dei farmacisti con corsi in tema di impatto ambientale dei farmaci. Sensibilizzando i farmacisti sui problemi in materia di ambiente, si potrebbe innescare una reazione a catena che porti all’adozione di principi eco-responsabili e alla loro attuazione nei diversi aspetti della pratica in farmacia. Occorre poi puntare maggiormente sulla sensibilizzazione della collettività nei confronti dell’importanza della “farmacia eco-responsabile”. Le dimensioni drammatiche e globali del problema ambientale non devono portarci a sottovalutare il peso di un maggiore impegno”.
Deblistering e dosi personalizzate: opportuno avviare riflessione di sistema
Infine, a essere riferito è un altro fondamentale tema, quello del “blisteraggio, un ottimo esempio del ruolo che le farmacie possono giocare sul problema dell’antibiotico resistenza e anche ambientale. È noto che uno degli interventi più efficaci è proprio la personalizzazione delle dosi, che ha il duplice beneficio di impedire l’abuso assuntivo di antibiotici e al contempo di evitare lo spreco di risorse economiche investite in farmaci in esubero rispetto alla terapia prescritta, con effetti anche in termini di ambiente. Stiamo parlando di una pratica che necessita certamente di una messa a sistema e della risoluzione, tutti insieme, di alcune criticità, ma che è tecnicamente alla portata delle farmacie. Sono necessarie oggi risposte sistemiche e complesse per una tematica che non è più rimandabile quale quella ambientale”.
Fip: farmacista ha un ruolo anche nel rilevare le patologie ambientali
Di recente anche dalla Fip sono stati pubblicati i risultati di un report “Sustainability in health care: the role of the pharmacist and pharmacy practice” frutto dei lavori della tavola rotonda di inizio anno che si è posta l’obiettivo di esaminare il duplice ruolo del farmacista “nel contribuire alla sostenibilità ambientale nella propria pratica quotidiana e nell’assistere pazienti affetti da patologie causate da fattori ambientali”. Tra gli strumenti utili nella riduzione dell’impatto ambientale dell’uso dei farmaci vengono citati “screening precoci, attività di pharmaceutical care e di medicine review, follow up per patologia”, anche attraverso la diffusione capillare della farmacia dei servizi e della telemedicina. In questa direzione diventa fondamentale “l’implementazione di strumenti tecnologici come le cartelle cliniche elettroniche, la telemedicina e i sistemi di gestione dei farmaci”. Al contempo, il farmacista è invitato a sviluppare un approccio più “proattivo” soprattutto in riferimento alla consapevolezza delle ricadute sulla salute dell’inquinamento, anche “supportando i pazienti nell’adozione di misure preventive per migliorare il benessere respiratorio”. Di particolare importanza, al riguardo, è l’aggiornamento “sui temi legati all’ambiente e alle sue ripercussioni sulla salute, che si evolvono costantemente e richiedono conoscenza e competenze specifiche. Inoltre, attraverso l’istruzione e la formazione continua, i farmacisti possono essere preparati sui modi più innovativi per smaltire i medicinali”. Nell’ambito della pratica quotidiana e della gestione della farmacia, “è possibile contribuire a ridurre energia e sprechi, attraverso una gestione finalizzata alla sostenibilità”, mentre l’invito rivolto anche alle “organizzazioni farmaceutiche è che vengano sviluppati modelli per misurare l’impatto della pratica farmaceutica sulla salute della popolazione e sulle tematiche ambientali”.