da Redazione SoFarmaMorra | 31 Ottobre 2023 | Mondo Farmacia
fonte: www.mark-up.it
Sempre più italiani fanno fatica a fare la spesa mentre il retail deve cercare soluzioni per star dietro alle nuove esigenze dei consumatori
Gli italiani spendono il 16% in più rispetto al 2021 per il settore del largo consumo confezionato, ma con volumi in calo (un trend che destinato a continuare nel 2024, con una contrazione prevista del 6,3% sul 2023). Lo mette nero su bianco la ricerca dedicata alla valorizzazione della micro-territorialità per supportare il futuro delle aziende e soddisfare i bisogni dei consumatori, presentata da Stefano Cini, Head of Consumer & GeoMkt Intelligence di NielsenIQ in occasione della 23esima edizione del Forum retail organizzato da Ikn Italy. Cini commenta come “la variabile principale che avrà il maggior impatto nella gestione presente e futura delle aziende del retail sarà l’evoluzione del comportamento dei consumatori. Ecco perché la segmentazione tradizionale basata su elementi geografici come aree, regioni e province o le metrature dei canali distributivi come iper, super o discount non è più sufficiente per spiegare le dinamiche del largo consumo confezionato. Diventa quindi fondamentale adottare una nuova visione che valorizzi le segmentazioni micro-territoriali e le caratteristiche degli acquirenti”.
Il tutto in un quadro di difficoltà
Una famiglia italiana su quattro fa fatica. Le cause? Economia in rallentamento e potere d’acquisto in diminuzione. In questo quadro, l’attenzione dei consumatori si concentra su scelte strategiche contro il carovita. Più attenzione alla selezione dei prodotti, tenendo conto del luogo dove fare acquisti. Italiani in cerca di convenienza, comprano solo l’indispensabile, riducendo gli sprechi. Le famiglie sono meno fedeli all’insegna ma non alla marca del distributore. Inoltre vanno sempre più spesso a fare la spesa (comprando e spendendo meno).
da Redazione SoFarmaMorra | 31 Ottobre 2023 | Mondo Farmacia
fonte: www.pharmaretail.it
Copertura vaccinale: fare rete per aumentarla
Aumentare la copertura vaccinale di alcune vaccinazioni, soprattutto quelle per adulti, attraverso una migliore comunicazione e facendo rete tra gli operatori sanitari, anche attraverso le farmacie. Se ne è parlato in due recenti convegni in Italia, mentre in Francia è in corso una protesta degli infermieri contro l’allargamento del numero di vaccini che possono fare i farmacisti e della possibilità di farli fuori dalla farmacia.
Aumentare la comunicazione e le campagne
Sul tema dell’informazione e della cultura della vaccinazione si è espressa Roberta Siliquini, presidente della Società italiana d’igiene, medicina preventiva e sanità pubblica, in occasione dell’incontro “Prevenzione: la sfida delle vaccinazioni” al Centro Studi Americani di Roma: «Il Piano nazionale vaccinale approvato in agosto dalla conferenza Stato-Regione si apre a due importanti novità: una straordinaria attenzione alle persone fragili e la necessità di comunicare l’atto vaccinale come un valore per l’individuo e la comunità. Dobbiamo promuovere formazione, informazione e comunicazione anche sui giovani, su cui registriamo tassi di copertura vaccinale bassi. Dobbiamo sviluppare campagne di comunicazione nazionali e azioni di informazione preventiva nelle scuole».
L’attenzione ai vaccini è diminuita, anche per gli over 65, «per i quali sarebbe fondamentale l’aderenza ai vaccini antinfluenzali, per l’herpes zoster e anti-pneumococco. Anche sul fronte Covid, per cui le persone fragili come gli immunodepressi dovrebbero sottoporsi al richiamo ogni 4-6 mesi, c’è scarsa adesione. È una sfida che va vinta sul piano dell’organizzazione e della comunicazione capillare e su tutti i livelli possibili», ha spiegato Beatrice Lorenzin, Coordinatrice dell’Health & Science Bridge e promotrice del convegno.
Di copertura del vaccino anti-Herpes Zoster si è parlato in occasione dell’evento dal titolo “Il valore della prevenzione vaccinale per il sistema economico e di welfare in Lombardia – Le prospettive per la vaccinazione anti-Herpes Zoster”, realizzato da The European House-Ambrosetti.
«È fondamentale una campagna vaccinale in collaborazione con i tanti stakeholders, enti del territorio, distretti della salute che guidano questo lavoro insieme a Regione Lombardia, e i medici di medicina generale, le farmacie e tutta la rete di servizi del territorio che lavora insieme mettendo al centro la prevenzione e la vaccinazione», ha affermato Emanuele Monti, presidente della commissione Welfare di Regione Lombardia. «È fondamentale fare comunicazione, un aggancio attivo della popolazione. Si è parlato tantissimo di vaccini per il periodo post pandemico e chiaramente dobbiamo ritornare a spiegare alle persone e dare un ruolo alle case di comunità».
La strategia di diversificazione dei canali di somministrazione vaccinale introdotta da Regione Lombardia può rappresentare una soluzione per ampliare la popolazione vaccinale. Infatti, in Lombardia la vaccinazione anti-Herpes Zoster è offerta gratuitamente ai soggetti di età superiore ai 65 anni di età o ai 18 anni con patologie croniche, ma, «ha una copertura bassa in tutte le regioni italiane. Parliamo tra il 10 e il 15%, difficile anche da quantificare perché non ci sono dati, ma si sa che sono tassi veramente bassissimi, molto lontani dai target» spiega Daniela Bianco, Partner e Responsabile Area Healthcare di The European House-Ambrosetti, aggiungendo che da una loro ricerca «è emerso che i cittadini lombardi hanno sentito parlare di questa vaccinazione, ma solo il 20% si dichiara ben informato. Quindi emerge l’esigenza di rafforzare la comunicazione sulla malattia, ma anche sui benefici della vaccinazione». Il problema non è solo di regione Lombardia ma di tutte le regioni italiane. La Lombardia però sta introducendo un’attività di rafforzamento e utilizzo di più canali, come i medici di medicina generale, i centri vaccinali e le Rsa, per creare un’azione congiunta che può aumentare le coperture vaccinali.
Intanto in Francia il sindacato degli infermieri ha mandato un comunicato di protesta, dopo l’annuncio sulla possibilità per i farmacisti di vaccinare a domicilio e nelle case di cura. Il comunicato degli infermieri sottolinea che «con la professione infermieristica non è stata effettuata alcuna consultazione o, almeno, riflessione sulle conseguenze di tale misura. Se ora i farmacisti saranno autorizzati a recarsi a domicilio si creerà una concorrenza che non ha motivo di esistere, per non parlare della perdita di motivazione, che ciò causerà tra gli infermieri. Questa decisione riflette una mancanza di fiducia negli infermieri e nella loro capacità di contribuire in modo significativo al miglioramento della copertura vaccinale».
da Redazione SoFarmaMorra | 31 Ottobre 2023 | Mondo Farmacia
fonte: www.farmacista33.it
Nell’ambito dei lavori congressuali di FarmacistaPiù 2023 durante il simposio dal titolo “Il valore dell’esperienza nell’acquisto e nella cura”, curato da Edra
Pazienti in farmacia, valore dell’esperienza nell’acquisto e nella cura: raccogliere e valutare i dati
La letteratura scientifica internazionale sottolinea che al fine di ottimizzare il livello di assistenza ricevuto dai pazienti, è essenziale prestare maggiore attenzione all’esperienza che vive il paziente. C’è, infatti, il riconoscimento che i pazienti stessi sono i più qualificati a fornire informazioni su ciò che conta per loro e su come percepiscono i vari elementi delle loro interazioni con gli operatori sanitari. La trasformazione in atto della farmacia, con l’orientamento crescente ai servizi, accresce la prossimità del farmacista al cittadino e aumenta il ruolo dell’esperienza in farmacia. Se ne è parlato nell’ambito dei lavori congressuali di FarmacistaPiù 2023 durante il simposio dal titolo “Il valore dell’esperienza nell’acquisto e nella cura”, curato da Edra.
Parlare di esperienza conviene ai pazienti e agli stakeholder
“Perché oggi parlare di progettazione dell’esperienza? In sintesi, perché è uno di quei temi di cui ci conviene parlare, un’occasione per tutti. Conviene ai pazienti, che ottengono servizi più utili, più facili da usare, aderenti effettivamente alle loro esigenze. E conviene alle aziende e organizzazioni che forniscono loro questi servizi, e che vengono quindi premiati nella competizione. Una competizione che non si basa solamente sul prezzo e sull’ottimizzazione dei costi, ma sulla creazione di valore, così come viene percepito dalle persone. Come ottenere questi risultati? Con team multidisciplinari che credono nella ricerca come vantaggio competitivo, nella progettazione orientata dai dati, di soluzioni, in un processo iterativo di miglioramento continuo. Progettare per le persone, con le persone” afferma Emmanuel Mazzucchi, Partner & Head of UX Conflux.
“E’ fondamentale oggi giorno raccogliere e gestire i dati per alimentare una interazione personalizzata che è ciò di cui le persone sentono di più il bisogno, combinare i vari momenti e occasioni di contatto dimostrandosi informati, pro attivi, propositivi e ricchi di facilitazioni di servizio
- commenta Giovanni Siri, Professore ordinario di Psicologia competente nelle metodologie di ricerca sociale, nei processi cognitivi e di comunicazione presso l’Università San Raffaele di Milano. – Insomma estendere ciò che la farmacia è da sempre, andando oltre la soglia fisica, e gestire la relazione su più canali. Segmentando i propri clienti anche secondo la loro diversa cultura della salute, come di sicuro lo è quella delle sei generazioni che formano l’attuale composizione psico-socio culturale. E utilizzando i diversi momenti-canali per coprire ora l’ascolto, ora il servizio, ora la consulenza interattiva, ora la offerta di stimoli e servizi. Avendo in mente che coltivare la credibilità, allevare la fiducia, gestire il capitale relazionale è altrettanto importante dell’offrire servizio e convenienza di per sé.”
HEILAB e il ruolo dell’esperienza
“Per progettare per le persone e con le persone è nato HEI!Lab, un ambiente collaborativo e creativo in cui professionisti della salute, designer e sviluppatori lavorano insieme per trasformare il settore sanitario attraverso l’innovazione e il miglioramento dell’esperienza di tutti gli attori coinvolti, siano essi pazienti o HCP. Attraverso una metodologia consolidata studiamo bisogni, processi, contesto e modelli relazionali al fine di progettare e co-progettare soluzioni, strumenti e servizi per la salute. Con tale modello abbiamo creato sistemi gestionali e di supporto per le decisioni cliniche, pill reminder, app per il contatto fra i diversi attori, strumenti di screening o di formazione, così come campagne e nuovi approcci organizzativi. Ma non vogliamo che tale approccio resti isolato ai grandi investimenti: ciascuno nella sua farmacia può muoversi con il giusto mindset: osservare senza pregiudizi, ascoltare i bisogni delle persone e coinvolgerle sia per la generazione di soluzioni che per testarle, misurando i risultati” afferma Davide Andriolo, Head of Experience – EDRA
L’esperienza positiva del paziente migliora gli esiti di salute
Lo scopo dichiarato della raccolta dei Patient Reported Experience Measures (PREM) nei programmi nazionali e internazionali è proprio quello di misurare – e quindi contribuire a migliorare – l’esperienza del paziente come obiettivo meritevole di per sé e per contribuire a creare sistemi sanitari più incentrati sulla persona, per fornire servizi e risultati migliori sui pazienti e per migliorare la qualità e la sicurezza. Questi sforzi sono supportati da un insieme di prove di associazione tra l’esperienza positiva del paziente (misurata dai PREM) e una serie di esiti di salute, tra cui migliori risultati clinici, migliore aderenza ai farmaci e tassi di riammissione ridotti.
I feedback dei pazienti in farmacia permettono di effettuare azioni di quality improvemet
Uno studio pilota, condotto in Italia nel 2019, dalla Sifac, ha validato e adattato uno strumento psicometrico come il Communication Assessment Tool (CAT) nel contesto delle farmacie di comunità per valutare la percezione e l’esperienza del paziente riguardo alle capacità comunicative del farmacista in seguito alla dispensazione di un farmaco prescritto dal medico o nella gestione di un minor disease. Lo studio è stato condotto su 11 farmacie, distribuite in maniera eterogena su tutto il territorio italiano, e reclutando circa 130 pazienti di età pari o superiori a 18 anni, da intervistare in base alla tipologia di servizio fornito. I risultati hanno permesso di osservare che i pazienti considerano eccellenti l’atteggiamento rispettoso e l’accoglienza del farmacista, ruoli confermati anche in altri studi. Tuttavia, emergono dati che devono far riflettere nella versione Minor Disease Management solo il 47% dei pazienti ha ricevuto incoraggiamento dal farmacista a porre domande sul disturbo e/o sulla terapia consigliata e il 41% vorrebbe maggiori informazioni su come gestire gli eventuali effetti indesiderati. Dall’adherence test, invece, emerge che meno della metà dei pazienti reputa adeguata ed eccellente la comunicazione sugli interventi futuri, compresi visite di follow-up ed eventuali esami. “Il feedback può essere così utile per intraprendere azione correttive per migliorare la qualità del servizio o durante la consulenza per la gestione dei minor disease e per l’implementazione di una gestione ottimale delle malattie croniche per ridurre al minimo la mancata aderenza al trattamento e di conseguenza gli esiti negativi sulla salute del paziente” afferma Paolo Levantino, Segretario Fenagifar e farmacista clinico.
Utilizzo dei Prem e dei Prom all’estero
All’estero, si assiste ad un’evoluzione della raccolta dei dati dell’esperienza e non solo. Vi sono infatti applicazioni sanitarie di monitoraggio remoto dei pazienti che non solo li guidano nell’assunzione dei farmaci, e nella gestione degli effetti avversi, ma permettono anche agli operatori sanitari di ottenere PROM (che valutano la qualità della vita correlata alla salute e la capacità funzionale, informazioni su affaticamento, ansia, paura, funzionamento fisico) e PREM (che valutano la soddisfazione del paziente nei confronti dei professionisti, la soddisfazione per i tempi di attesa, la qualità della comunicazione, il supporto nella gestione) vitali dai loro pazienti, per migliorare il monitoraggio e l’aderenza stessa.
In conclusione, l’impiego di questionari validati per valutare i PREM, l’utilizzo di piattaforme digitali, l’associazione con i PROM, ci permetteranno in un futuro prossimo di identificare sempre più i punti critici nel percorso del paziente al fine di ottenere un’esperienza clinica più sicura, più efficace, altamente personalizzata, soddisfacente e di alta qualità.
da Redazione SoFarmaMorra | 24 Ottobre 2023 | Mondo Farmacia
fonte: www.farma7.it
La manovra di bilancio 2024 conterrà diverse novità per la farmacia, che, secondo Federfarma, avranno un impatto positivo sulla attività professionale. La Circolare 477/2023 (disponibile sul sito nell’area riservata) le riassume sulla base dell’intervento di ieri del ministro della Salute Orazio Schillaci presso la 10a Commissione Affari sociali del Senato. A breve il Ddl di Bilancio sarà presentato da parte del Governo al Senato.
Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha illustrato in 10a Commissione Affari sociali del Senato i contenuti della prossima manovra di bilancio, varata dal Consiglio dei ministri, che contiene importanti novità per la farmacia.
Federfarma sottolinea con soddisfazione che nella manovra si è tenuto conto delle proposte avanzate da Federfarma in particolare nei confronti del sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, titolare delle deleghe istituzionali in materia. Vediamo i punti principali, ricavati dalla siintesi elaborata da Federfarma.
Finanziamento del Servizio sanitario nazionale
La manovra di bilancio aumenta in misura rilevante il finanziamento del Fondo sanitario nazionale per gli anni 2024-2026, portandolo a 134,1 miliardi nel 2024 (+3 miliardi in aggiunta all’incremento già previsto dalla precedente leggi di bilancio), a 135,39 miliardi nel 2025 (+4 miliardi in aggiunta ai 2,6 miliardi già stanziati) e a quasi 136 miliardi nel 2026 (+4,2 miliardi in aggiunta ai 2,6 già previsti).
Rimodulati i tetti di spesa farmaceutica
La manovra ridetermina il tetto di spesa farmaceutica per acquisti diretti (farmaci utilizzati in ospedale, in distribuzione diretta e per conto), portandolo all’8,5% del Fondo sanitario nazionale. Di conseguenza, il tetto della spesa farmaceutica convenzionata viene portato dal 7% al 6,8%.
La riduzione della quota percentuale attribuita alla spesa farmaceutica convenzionata viene di fatto assorbita dal progressivo incremento del Fondo sanitario nazionale, che determina automaticamente un aumento in valore assoluto dell’importo.
Trasferimento di farmaci alla distribuzione in farmacia
Un’importante misura prevede una rimodulazione dei canali di distribuzione del farmaco. Come ha illustrato il ministro Schillaci, si intende “incrementare i livelli di assistenza di prossimità, consentendo alle farmacie convenzionate con il Ssn di dispensare farmaci fino a oggi reperibili solo presso le farmacie ospedaliere, al primario scopo di favorire la dispensazione capillare del farmaco a favore della collettività attraverso la rete delle farmacie di comunità”.
Nuovo modello di remunerazione delle farmacie
Collegata alla revisione dei canali di distribuzione del farmaco è l’introduzione nella manovra di un nuovo modello di remunerazione a favore delle farmacie sui medicinali erogati in regime di convenzione con il Ssn. Il nuovo modello sarà basato su un sistema misto costituito da una quota percentuale ridotta e da quote fisse variabili, che manterrà comunque tutte le agevolazioni previste per le farmacie rurali e a basso fatturato Ssn, nonché gli incentivi per la dispensazione di medicinali equivalenti, valorizzando l’intervento professionale del farmacista di comunità.
Per approfondimenti si rinvia al testo completo della Circolare 477 sul sito di Federfarma.
da Redazione SoFarmaMorra | 24 Ottobre 2023 | Mondo Farmacia
fonte: www.farmacista33.it
Farmacista prescrittore in UK, partono alcune farmacie pilota
Dopo mesi di confronti, nel Regno Unito l’Independent Prescribing (IP) Pathfinder Programme for community pharmacies, un progetto per ridisegnare ed espandere i servizi di prescrizione da parte dei farmacisti, potrebbe finalmente prendere il via in alcune selezionate farmacie pilota.
Secondo la descrizione del National health service, il progetto nasce dalla considerazione che «lo sviluppo e l’utilizzo delle competenze e delle capacità cliniche dei farmacisti di comunità, supportato da significativi investimenti nella formazione, è parte di un cambiamento più ampio nel sistema sanitario per migliorare l’accesso alle cure nelle comunità locali e affrontare le disuguaglianze sanitarie».
Accesso più rapido e convenienza per il sistema sanitario
Con questo progetto, spiega l’Nhs, «i farmacisti prescrittori indipendenti faciliteranno un accesso più rapido e conveniente a un’assistenza sanitaria sicura e di alta qualità, compresa la prescrizione di medicinali appropriati per malattie minori, affrontando i problemi di salute prima che peggiorino, fornendo il monitoraggio delle condizioni di salute a lungo termine e prevenendo problemi di salute».
La partenza de Programma, che sarà il primo a finanziare a livello nazionale i farmacisti affinché utilizzino la loro qualifica di prescrittore indipendente, era molto atteso in seguito alla notizia che, dal 2026, tutti i farmacisti diventeranno prescrittori dal momento della registrazione. «La prescrizione indipendente dal farmacista è un potenziale punto di svolta e deve diventare normale nelle farmacie comunitarie», ha affermato Gareth Jones, direttore degli affari aziendali presso la National pharmacy association, come riporta il Pharmaceutical Journal.
Cosa prevede il Programma, che dovrebbe partire in alcune farmacie pilota a novembre 2023? I farmacisti dei siti pilota, denominati “pathfinder”, potranno prescrivere farmaci nell’ambito di servizi clinici commissionati a livello locale, ma finanziati a livello nazionale. Il programma mira a comprendere come i farmacisti di comunità possono fornire prescrizioni indipendenti in tutto il territorio, prima di stabilire un quadro di committenza per il servizio in Inghilterra entro marzo 2024. Simili servizi di prescrizione farmaceutica sono già operativi in Galles e Scozia, rispettivamente dal 2016 e dal 2020.
Il Programma prevede l’attivazione di nuovi servizi di prescrizione nelle farmacie comunitarie che rientrano in tre grandi categorie: le prescrizioni che fanno parte dei servizi esistenti del Nhs commissionati alle farmacie comunitarie, il Community Pharmacist Consultation Service, il Community Pharmacy Contraception Service; prescrizioni per patologie croniche, come la prescrizione di statine o anticoagulanti per malattie cardiovascolari o la prescrizione di terapie salvavita per malattie respiratorie; prescrizioni nell’ambito di nuovi servizi personalizzati, come la riduzione delle prescrizioni eccessive per i pazienti con prescrizioni ripetute di più farmaci, la revisione dei servizi antidepressivi e per la menopausa.
Le farmacie – specifica il Pharmaceutical Journal – riceveranno una remunerazione attraverso il Pharmacy integration fund per aver preso parte al programma pilota: al programma sarà assegnato un budget complessivo fino a 12 milioni di sterline, con una parte del finanziamento a disposizione delle farmacie coinvolte nella sua realizzazione.
Sembra che i medici di medicina generale abbiano accolto positivamente il progetto.
Kamila Hawthorne, presidente del Royal College of General Practitioners, ha dichiarato al Pharmaceutical Journal che i medici di base sono favorevoli a condividere con i farmacisti la cura dei pazienti, sottolineando che «l’introduzione della prescrizione indipendente da parte dei farmacisti offre una serie di opportunità per la medicina generale e per i pazienti, e siamo lieti di vedere un approccio globale adottato nella sua progettazione che include le farmacie di tutta l’Inghilterra».
da Redazione SoFarmaMorra | 24 Ottobre 2023 | Mondo Farmacia
fonte: www.farmacista33.it
I social rappresentano un’enorme opportunità per la farmacia, per seguire il cittadino anche al di fuori del canale fisico, ma per sfruttarne però a pieno le potenzialità e per rimanere al passo con la loro evoluzione continua è essenziale studiarli e formarsi
di Paolo Levantino – Farmacista clinico
Pharmasocial: farmacisti e nuovi canali di comunicazione
I social rappresentano un’enorme opportunità per la farmacia, per seguire il cittadino anche al di fuori del canale fisico, ma per sfruttarne però a pieno le potenzialità e per rimanere al passo con la loro evoluzione continua è essenziale studiarli e formarsi. Se ne è parlato durante la sessione di FarmacistaPiù, a cura di Fenagifar ed Edra dal titolo “Pharmasocial: farmacisti e nuovi canali di comunicazione”.
Costruire la presenza social per la farmacia
Una presenza social di valore della Farmacia si costruisce con impegno e costanza, formazione continua e tanta pratica. Importantissimo definire degli obiettivi realizzabili, riconoscere l’attività di comunicazione online e nello specifico sui social come una parte complementare al lavoro svolto sul territorio. Conoscere le esigenze, le necessità e i limiti del posizionamento restano punti essenziali per intraprendere un percorso di valore con dei risultati soddisfacenti.
“Personalizzazione dei contenuti e spontaneità restano le principali chiavi del successo sui social. La potenzialità nei social delle farmacie risiede nell’unicità di ognuna di loro. Basta capire come comunicarla. I punti chiave per una presenza social all’altezza sono etica, chiarezza e semplicità, coerenza, costanza, competenza e strategia” afferma Chiara Sertorelli, Creator digitale e Social Ambassador.
Domenico Mancini, Director journals Edra, sottolinea che “Il farmacista rappresenta da sempre un modello di etica professionale: è il punto di riferimento locale che presta ascolto, assistenza e garantisce l’utilizzo appropriato dei farmaci ai cittadini. Anche quando adotta metodi innovativi nel proprio lavoro, il mantenimento della fiducia dei clienti rimane il suo obiettivo primario.” Per rispondere all’evoluzione dei sistemi di comunicazione digitale, è oggi fondamentale per un professionista creare un proprio brand definito, ma ancor più importante è che lo stesso sia coerente con le strategie che il paziente ritrova nella farmacia fisica.
“Ciò non può prescindere da un’attenta analisi dei propri punti di forza, dei propri obiettivi e del pubblico a cui si mira: solo da qui si può impostare un modus operandi coerente, che viva del mutuo potenziamento tra contenuti digitali e procedure reali, sviluppate con professionalità e nell’esclusiva ottica di offrire al paziente l’esperienza di salute migliore possibile” afferma. Francesco Ferro Russo, vicepresidente Fenagifar.
L’ultimo intervento di Ginevra Giannantonio, Consigliere di Fenagifar e Founder Pharmilia, infine conclude che “Personalizzazione dei contenuti e spontaneità restano le principali chiavi del successo sui social. Capisci chi sei e come lo vuoi comunicare e inizia ad allenarti davanti la telecamera raccontando la tua quotidianità in farmacia”.