fonte: www.farmacista33.it

Integratori e prevenzione, FederSalus punta all’evidenza scientifica «Gli integratori vanno considerati come un presidio per la salute, riconoscendo il loro ruolo nella prevenzione primaria. Lavoriamo per portare sempre più evidenze scientifiche e condividiamole con istituzioni, medici, farmacisti e cittadini». È l’appello lanciato da Andrea Costa, presidente di FederSalus, durante la XIX convention dell’associazione di produttori e distributori di prodotti salutistici, che il 22 giugno ha riunito a Roma esperti e stakeholder del settore per una riflessione su “Integratori, salute e prevenzione primaria”. L’occasione per approfondire, dati alla mano, l’utilità degli integratori in ginecologia e in area cardiovascolare, ma anche per sottolineare che possono diventare una stampella per la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale, mentre la popolazione è sempre più vecchia, aumentano le cronicità e la spesa sanitaria resta al palo.

Secondo i dati di FederSalus, 32 milioni di italiani, il 65% della popolazione, ne hanno utilizzato almeno uno nel 2017, il 38% su consiglio del medico, il 37% del farmacista. Il mercato italiano vale circa 3 miliardi di euro e ha fatto registrare una crescita del 5,9% rispetto al 2016. Le farmacie, con il 91,2% delle vendite, fanno la parte del leone rispetto all’8,8% della GDO (Federsalus monitora solo questi canali), con la classifica per valore generato dalle diverse aree di integratori guidata da vitamine e minerali, benessere intestinale e benessere cardiovascolare. «Medici e farmacisti – ha sottolineato Costa – sono consiglieri fondamentali, anche per contrastare i rischi rappresentati oggi dal Doctor Google. Per questo abbiamo realizzato due position paper per questi professionisti della salute, documenti che continueremo ad aggiornare fino a farne dei veri manuali a tutto vantaggio di una maggiore consapevolezza».

«Tra le nuove sfide dei medici di medicina generale – ha detto Domenico Crisarà, segretario di Fimmg Veneto – ci sono anche fenomeni sociali particolari come veganesimo e vegetarianesimo, che possono dare problemi che non si curano con i farmaci. Ben vengano gli integratori come strumenti per affrontare problematiche quotidiane in ambulatorio, a patto che la loro azione sia sostanziata da evidenze scientifiche e verificabili, che mettano il medico in condizione di guidare il paziente e sgomberino il campo da certe teorie di cure alternative». «Niente sconti sulla verità scientifica», ha chiosato il presidente della Simg Claudio Cricelli. «Questo comparto si sta avvicinando in metodologia clinica e di ricerca a quello farmaceutico, ora si tratta di entrare nel merito degli strumenti per passare da una tesi plausibile a un’evidenza consolidata. L’obiettivo è dimostrare se gli integratori sono in grado di evitare o ritardare l’insorgenza di alcune malattie e di modificare i fattori di rischio. Noi siamo pronti a collaborare».