Fonte: www.farmacista33.it – 22 febbraio 2020

Le farmacie e le parafarmacie segnano una crescita del +40,6% complessivo dal 2008 al 2019, come emerge dall’analisi di Confcommercio realizzata su 120 città
Se il numero di negozi continua a diminuire, con una tendenza più marcata nei centri storici rispetto alle periferie e una perdita negli ultimi undici anni di 70mila esercizi, le farmacie e le parafarmacie, dal 2008 al 2019, segnano invece una crescita, con un +40,6% complessivo. Il quadro emerge da un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio realizzata su 120 città – tutti i capoluoghi di provincia, più 10 comuni di media dimensione – presentata ieri a Roma.
Il rapporto, dal titolo “Demografia d’impresa nelle città italiane”, giunto alla sua quinta edizione, ha preso in esame l’andamento di 13 categorie di imprese e servizi territoriali, tra cui alimentari, benzinai, negozi di libri, di vestiario, bar e ristoranti, ma anche, complessivamente, farmacie e parafarmacie, esaminandole all’interno di centri storici (Cs) e periferie (Ncs).

Centri storici in sofferenza
Complessivamente, tra il 2008 e il 2019 il numero di esercizi al dettaglio in sede fissa è diminuito del 12,1%, passando dai circa 574mila del 2008 ai 504mila dell’ultima rilevazione, mentre a segnare una crescita a due cifre, all’interno di questa macro categoria, sono alberghi, bar e ristoranti (+16,5%). A emergere in particolare è una maggiore sofferenza dei centri storici, (-14,3% contro -11,3%), in particolare al Centro Sud (-15,3%), dove si teme desertificazione dei servizi e disagio sociale, con però alcune eccezioni (Siracusa, Pisa per esempio).
A ogni modo, dal 2015, secondo quanto riferisce Confcommercio, «con il leggero miglioramento dell’economia dopo la lunga crisi c’è una piccola ripresa, che rispecchia d’altra parte il cambiamento delle scelte di consumo: aumentano infatti negozi di pc e telefonia, e diminuiscono i negozi tradizionali».

Farmacie e parafarmacie in controtendenza
Ma ad aumentare, nello stesso periodo, sono in modo particolare farmacie e parafarmacie, che complessivamente fanno registrare un 40,6%, pur con variabilità territoriali. Per questo comparto, a seconda delle città, il trend di crescita può interessare tanto le periferie quanto i centri storici.
Per fare qualche esempio in Lombardia, c’è Bergamo che vede passare le farmacie e parafarmacie del centro da 4 del 2008 a 5 del 2019, mentre quelle in periferia crescono da 29 a 46. Varese vede una crescita in entrambe le direttrici: nel 2008 contava su 13 presidi in centro e 11 in periferia, mentre nel 2019 arriva a 23 in entrambe le collocazioni. A Sondrio, le nuove aperture hanno interessato invece esclusivamente il centro, con + 4 unità. Cambiando regione, si rileva un trend opposto a Genova che perde 7 presidi nel centro storico, da 54 a 47, mentre al di fuori del centro si passa da 156 a 193. Torino cresce sia nel centro sia al di fuori, anche se con numeri più alti in questo secondo caso: nel 2008 contava su 45 in centro e 221 fuori, e nel 2019 su 51 e 283. A Bari situazione simile con 12 in centro e 92 fuori nel 2008, che, nel 2019, arrivano rispettivamente a 17 e 120.