Fonte: www.farmacista33.it
È scattato il regime sanzionatorio per società e imprese individuali relativo agli obblighi inerenti la Posta elettronica certificata, per la quale è richiesta una regolarizzazione, con la comunicazione al Registro delle imprese per le aziende, oltre che all’Albo per tutti i professionisti.
Per le società non in regola si rischiano sanzioni da 206 a 2.064 euro, mentre nel caso di imprese individuali l’importo va da 30 a 1.548 euro. Intanto, da parte dell’Enpaf viene ricordato che il bollettino bancario di sollecito o conguaglio per il pagamento dei contributi del 2020 verrà notificato tramite l’indirizzo di posta certificata, mentre dal 2021 l’intera procedura di riscossione viaggerà attraverso la Pec.
Stretta sulle Pec: per imprese non in regola dal primo ottobre previste sanzioni
Entro il primo ottobre, infatti, come ricordato da una nota di Unioncamere, «tutte le aziende che ancora non lo hanno fatto, avrebbero dovuto comunicare telematicamente al Registro delle imprese il proprio domicilio digitale (Pec) attivo e univocamente riconducibile all’impresa». La previsione deriva dal cosiddetto Decreto Semplificazioni (convertito nella Legge n. 120 dell’11 settembre 2020), anche se dotarsi di una Pec «era già un obbligo dal 2008 per le società e dal 2012 per le imprese individuali. Ma se la mancata comunicazione prevedeva finora solo una sospensione temporanea per l’invio di pratiche telematiche al Registro imprese, ora invece può comportare una multa compresa tra i 206 e i 2.064 euro per le società, tra i 30 e i 1.548 euro per le imprese individuali. Per le imprese che dopo la scadenza del termine risulteranno prive di Pec, oltre al pagamento della sanzione amministrativa, è prevista l’assegnazione d’ufficio di un domicilio digitale da parte della Camera di Commercio». Il rischio è di «vedersi comunque notificati, ad ogni effetto di legge, atti e documenti provenienti da pubbliche amministrazioni e da privati». La «comunicazione del domicilio digitale è esente da imposta di bollo e diritti di segreteria. Può essere effettuata dal titolare o legale rappresentante dell’impresa direttamente dal sito ipec-registroimprese.infocamere.it, oppure seguendo le istruzioni sul sito della Camera di commercio del proprio territorio».
Professionisti: obblighi ci sono da tempo. Si rischia sospensione da Albo
Per quanto riguarda i professionisti, quindi tutti i farmacisti iscritti all’Albo, il Decreto Semplificazioni ha ribadito l’obbligo, già vigente, non solo di attivare, ma anche di comunicare all’Ordine il proprio indirizzo Pec. Per costoro la legge ha previsto una stretta nel caso di mancata comunicazione, con, in un primo passaggio, la diffida e, successivamente, la sospensione. La legge non ha fissato, come per le aziende, una data di partenza, restando inteso dall’entrata in vigore della stessa. Gli Ordini, dal canto loro, devono pubblicare l’elenco (riservato alla sola consultazione della Pa) e trasmettere gli indirizzi aggiornati all’indice nazionale Ini-Pec e il rischio, in caso di inadempienza, è lo scioglimento e il commissariamento.
Enpaf: attenzione a bollettino di sollecito o conguaglio. La notifica avviene via Pec
La Pec, a ogni modo, è diventata un importante strumento e, non a caso, dall’Enpaf, nella Nl di oggi diffusa, viene ribadito che «il bollettino bancario di sollecito o conguaglio per il pagamento dei contributi Enpaf 2020 verrà notificato tramite l’indirizzo di posta Pec comunicata dall’iscritto all’Ordine di appartenenza, mentre nel 2021 l’intera procedura di riscossione avverrà con la notifica all’indirizzo Pec dell’iscritto. Si ricorda che già da tempo l’Agenzia delle Entrate-Riscossione notifica la cartella di pagamento all’indirizzo Pec del contribuente, anche farmacista». Per altro, continua l’Ente, «l’indirizzo Pec è strumento indispensabile per poter accedere all’area ad accesso riservato di Enpaf, nella quale l’Ente mette a disposizione diverse funzionalità (es. attestati di pagamento, duplicati Mav, Cu ecc.). Recentemente è stato possibile richiedere l’indennità per Covid – 19 relativa ai mesi di aprile e maggio esclusivamente con il possesso di un indirizzo di posta elettronica certificata». In generale, per quanto riguarda la diffusione della Pec, come riferisce un articolo di Repubblica del 28 settembre «dall’inizio del 2019 sono aumentati di oltre un milione gli account di posta elettronica certificata, per un totale di più di 3 miliardi di messaggi inviati e nello stesso periodo è aumentato di oltre un milione il numero di caselle di Posta elettronica certificata attive in Italia. A gennaio 2019 risultavano configurati più di 10 milioni di account e ad aprile di quest’anno gli indirizzi Pec hanno toccato quota 11 milioni e 290mila, per un totale di circa 3,1 miliardi di messaggi inviati in un quasi anno e mezzo». Mentre secondo il Sole 24 Ore del 27 settembre si stimano in circa «1,7 milioni le imprese ancora oggi non dotate di un indirizzo Pec».