Fonte: www.aboutpharma.com
La Fondazione De Gasperi accende i riflettori su una patologia poco conosciuta, dai rilevanti impatti sociali, che necessita di ulteriori ricerche, studi e approfondimenti. Lo fa con un webinar a porte chiuse, che si è svolto il 10 dicembre 2020, all’interno del suo programma di approfondimento dei temi della Salute – FdG Health Talk, con un parterre di rilievo che ha visto il coinvolgimento della Sottosegretaria Sandra Zampa e della DG della Ricerca e dell’Innovazione del Ministero della Salute, delle onorevoli Rostan e Ianaro, di alcuni tra i più importati clinici e ricercatori, appartenenti alla società scientifica tematica AIST, di Federfarma Lombardia nella figura della Presidente Anna Rosa Racca e di una rappresentanza dell’associazione di pazienti FederAsma e Allergie.
I numeri
Da un position paper presentato nel corso del webinar, affidato alla redazione di Matteo Bonini, pneumologo e Assistant Professor del Policlinico Gemelli, emerge con chiarezza che la tosse cronica è un patologia dal rilevante impatto sociale. Le analisi hanno evidenziato che una percentuale compresa tra il 5% e il 10% della popolazione mondiale soffre più specificatamente di tosse cronica e che tale patologia tende a colpire prevalentemente persone in età avanzata, con un’età media intorno ai 50 anni, e di sesso femminile, circa il triplo rispetto agli uomini. Negli Stati Uniti tale prevalenza raggiunge valori del 23% negli adulti non fumatori e del 50% nei fumatori; ciò comporta oltre 30 milioni di visite mediche annue con una spesa di 600 milioni di dollari per l’acquisto di farmaci anti-tussigeni. Tuttavia, i dati epidemiologici attualmente disponibili non consentono purtroppo di stimare con precisione la prevalenza di questa entità ed il suo effettivo impatto economico-sociale.
La “triade” della tosse cronica
Solo recentemente la tosse cronica idiopatica è stata riconosciuta come una distinta entità nosologica, accantonando l’ormai desueta ed inappropriata visione di semplice sintomo. Esclusa la forma legata all’abitudine tabagica, le cause più comuni di tosse cronica sono nell’ordine: rinorrea posteriore, asma bronchiale e reflusso gastroesofageo. Queste tre malattie, definite “triade patogenetica della tosse cronica”, provocano da sole, o in associazione tra di loro, circa il 90% dei casi di tosse cronica.
Impatto sulla qualità di vita del paziente
È comprovato che la tosse cronica sia significativamente associata ad effetti avversi che incidono negativamente sulla qualità di vita del paziente. Le complicanze derivanti dalla condizione di tosse cronica che più incidono sul benessere psico-sociale dei pazienti sono l’astenia, il mal di testa, l’incontinenza urinaria, la difficoltà a portare a termine conversazioni, i disturbi del sonno e la sensazione di imbarazzo.
Serve più ricerca
Il dibattito che ha seguito la presentazione del paper ha evidenziato come, con il progressivo trend della popolazione ad invecchiare la prevalenza della tosse cronica è destinata ad aumentare. La maggior consapevolezza della patologia, la recente riformulazione delle linee guida, la miglior comprensione dei meccanismi fisiopatologici sottostanti il disturbo e la rilevazione più accurata degli agenti inquinanti aerei stanno facilitando l’emersione di questo quadro clinico troppo a lungo misconosciuto. Nonostante ciò, l’attenzione posta nei confronti della tosse cronica idiopatica non è ancora sufficientemente stimolata.
Sono infatti ancora pochi gli studi scientifici che hanno come obiettivo l’inquadramento della tosse cronica idiopatica, così come i finanziamenti di ricerca destinati ad un migliore inquadramento di questa problematica. Mancano peraltro protocolli clinici standardizzati da attuare su base regolare ed ampia scala.
Si rendono pertanto necessari ulteriori sforzi nei confronti di tale entità nosologica sia dal punto di vista clinico che da quello sperimentale della ricerca. Solo così si potrà giungere ad una gestione ottimale dei tanti pazienti affetti da tosse cronica idiopatica.
Come sottolineato dalla nota trasmessa dalla sottosegretaria Zampa, l’auspicio è che ci “siano altre occasioni per confrontarci e trovare insieme strade ed indirizzi comuni che rendano possibile assicurare le cure e una qualità di vita migliori”. Il dialogo è aperto.