Con la Legge Bilancio arriva la riforma dell’Irpef e il passaggio a 4 scaglioni per le aliquote. Ecco le novità in busta paga
Tra i tanti provvedimenti della Legge Bilancio che hanno un impatto sui lavoratori una novità importante riguarda la riforma dell’Irpef e, in particolare, il passaggio da 5 a 4 scaglioni, che dovrebbe portare a una riduzione della pressione fiscale. Una misura, visibile già sulle buste paga di gennaio, che secondo alcuni esperti ha ricadute soprattutto sui redditi medi.
Nuove aliquote Irpef: ecco come funzionano
Come si ricorderà, la legge Bilancio 2022 (234/2021) ha introdotto diverse novità per ridurre la pressione fiscale sui redditi dei dipendenti. Un primo aspetto, come evidenziato da un recente approfondimento di Sedivanews, riguarda infatti le aliquote Irpef, “che sono state ridotte da cinque a quattro, con la soppressione dell’aliquota del 41% e l’abbassamento della seconda dal 27% al 25%. Inoltre, per i redditi fino a 50.000 Euro, la terza aliquota si riduce al 35% – rispetto al 38% – , e per i redditi superiori alla soglia dei 50.000 euro l’aliquota applicabile aumenta al 43%: finora questa, che era e resta l’aliquota massima, scattava sui redditi eccedenti i 75.000 Euro”. Nel dettaglio quindi le aliquote saranno del 23% sui redditi fino a 15 mila euro, del 25% sullo scaglione tra 15 mila e 28mila euro, del 35% tra 28 mila e 50 mila e del 43% sui redditi superiori. Si tratta di “misure che sono entrate in vigore dal primo gennaio, mentre gli enti locali – Regioni e Comuni – avranno la possibilità di stabilire le nuove aliquote di addizionali regionali e comunali entro il 31 marzo 2022” – il termine ordinario era il 31 dicembre 2021.
Le altre misure relative alle buste paga
Tra le altre novità relative alla busta paga, poi, come spiegato da un approfondimento della Fondazione studi consulenti del lavoro, ci sono anche le diverse “modalità di calcolo delle detrazioni per lavoro dipendente, pensione, redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente e altri redditi, le modifiche in materia di trattamento integrativo dei redditi di lavoro dipendente pari a 1.200 euro annui, l’abrogazione della detrazione fiscale per redditi di lavoro dipendente e assimilati in caso di reddito complessivo ricompreso tra 28 e 40 mila euro e il riconoscimento dell’esonero contributivo parziale, per il 2022, a favore dei dipendenti con reddito inferiore a 34.996 euro”.
Gli impatti per i lavoratori
Ma quali sono gli impatti per i dipendenti? Le ricadute “sono rilevanti, perché le modifiche determinano una differente misura delle ritenute fiscali e del bonus”, ma a “risultare è una situazione di premialità maggiore per i redditi medio-alti”, almeno “fino alla soglia dei 55mila annui”. Secondo le analisi, “il vantaggio in busta paga quest’anno rispetto all’anno scorso sarà di 158 euro per i redditi fiscali da 10mila euro, di 422 in più per chi ne guadagna 15mila l’anno, ma 1.143 per chi dichiara 40mila euro e 990 per chi indica 50mila”. Una situazione questa che andrà a risentire per altro anche “dell’impatto che avrà l’introduzione dal mese di marzo dell’Assegno Unico Universale Familiare per il quale sono state stabilite delle regole stravolgenti” rispetto al passato. In parte perché “l’assegno unico e universale” – la “cui introduzione corrisponde all’abrogazione delle detrazioni fiscali per i figli a carico” – “non transiterà in busta paga, ma sarà corrisposto direttamente dall’Inps al lavoratore – se in presenza dei requisiti soggettivi previsti e si sia provveduto in autonomia a presentare la domanda”. Questo comporterà “una mensilità di marzo più magra”. Ma, comunque, “gli importi ricevuti potrebbero non somigliare a quelli del passato perché parametrati sull’ISEE del nucleo familiare invece che sul reddito ai fini fiscali”.