fonte: www.farmacista33.it
Il primo rapporto InfluNet dell’Iss evidenzia un brusco aumento nel numero di casi riferibili a sindromi simil-influenzali
Partenza sprint per l’influenza 2022-23 in Italia. Il primo rapporto InfluNet dell’Istituto superiore di sanità evidenzia “un brusco aumento nel numero di casi riferibili a sindromi simil-influenzali”, specie nei bimbi under 5. Nella 43esima settimana del 2022, quella dal 24 al 30 ottobre, “i casi stimati, rapportati all’intera popolazione italiana, sono circa 285mila, per un totale di circa 557mila a partire dall’inizio della sorveglianza”, si legge nel bollettino redato con la collaborazione dei medici sentinella.
Sindromi simil-influenzali con valori sopra la soglia
“La curva epidemica delle sindromi simil-influenzali mostra valori sopra la soglia epidemica e superiori a quelli registrati nelle ultime due stagioni”, sottolinea l’Iss precisando che “non solo i virus influenzali, ma anche diversi virus respiratori, tra cui i rhinovirus, il Sars-CoV-2 e, in parte, il virus respiratorio sinciziale e gli adenovirus concorrono a tale aumento”. Nella settimana in esame, il valore dell’incidenza totale è pari a 4,83 casi per mille assistiti. Nella fascia d’età 0-4 anni il dato schizza a 19,61 casi su mille, mentre nei 5-14enni è di 5,89/mille, dai 15 ai 64 anni di 3,94/mille e tra gli over 65 di 2,87/mille. Il report specifica nel dettaglio che le soglie della stagione influenzale in corso fissano il livello basale a 3,16 casi per mille assistiti, l’intensità bassa a 9,37/mille, quella media a 14,37, quella alta a 17,36 e quella molto alta a oltre 17,36.
“Tra le regioni che hanno attivato la sorveglianza – indica l’Iss – Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche e Sicilia registrano un livello di incidenza delle sindromi simil-influenzali sopra la soglia basale. Cinque Regioni (Pa di Bolzano, Veneto, Campania, Calabria, Sardegna) non hanno ancora attivato la sorveglianza InfluNet”. Anche negli Usa la stagione influenzale è iniziata e, soprattutto sulla costa orientale e nel sud del Paese, sta colpendo in maniera più intensa di quanto avvenuto negli anni passati, anche prima dell’inizio della pandemia. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), le sindromi simil-influenzali in questa stagione hanno già messo a letto 1,6 milioni di americani, causato 13mila ricoveri e 730 morti, due dei quali tra bambini. Nella scorsa settimana, circa una visita medica (il 4,3%) su 20 in Usa era collegata a sindromi simil-influenzali mentre il tasso di ricoveri per influenza è pari a 2,9 casi per 100mila abitanti, il più alto osservato in questa stessa settimana dal 2010-2011.
I virus circolanti
In questo momento “stanno circolando diversi virus respiratori e il contributo dei virus influenzali varia in base alla località”, precisano i Cdc. Tuttavia, il contributo dei virus influenzali cresce in tutto il Paese: complessivamente la scorsa settimana il 9% dei campioni analizzati erano positivi per influenza; la settimana precedente erano il 5,6%. Come negli ultimi due anni, la quasi totalità (il 98,5%) dei virus influenzali identificati è di tipo A, specie H3N2 (79,1%). Questa settimana si segnala un’infezione causata da un variante di virus influenzale A/H3N2 di origine suina avvenuta in un minore. Il ragazzo sta guarendo e non è stata osservata la trasmissione del virus ai suoi contatti. Dall’inizio dell’anno sono stati riportati 10 casi di infezioni dovuti a questo tipo di virus. I Cdc precisano che “il vaccino è il miglior modo per proteggersi dall’influenza. La vaccinazione aiuta a prevenire l’infezione e può inoltre prevenire le complicanze più serie nelle persone che prendono l’influenza anche se si sono vaccinate”.