fonte: www.farmacista33.it

In farmacia sempre più farmacisti intendono offrire prestazioni di telemedicina in futuro l’esigenza è anche quella di indicazioni in merito alla gestione, anche fiscale
Le prestazioni di telemedicina hanno visto una spinta in modo particolare durante la pandemia, ma nell’ultimo anno, secondo dati recenti, l’utilizzo da parte dei medici è calato significativamente. In farmacia, la situazione si presenta in crescita, con sempre più professionisti che intendono offrire il servizio in futuro, e da parte delle farmacie l’esigenza è anche quella di indicazioni in merito alla gestione, anche fiscale, della prestazione.

Rinuncia alle prestazioni sanitarie e ruolo della farmacia
Durante l’emergenza sanitaria, “la quota di persone che hanno dovuto rinunciare a prestazioni sanitarie ritenute necessarie”, emerge dal Rapporto civico sulla salute 2023 di Cittadinanzattiva presentato ieri, “era quasi raddoppiata, passando dal 6,3% nel 2019 al 9,6% nel 2020, sino all’l’11,1% nel 2021”. Le stime più recenti relative al 2022 “attesterebbero un recupero”, ma i dati del periodo “mostrano però alcune peculiarità: nel confronto tra il 2022 e gli anni pregressi della pandemia, emerge un’inequivocabile barriera all’accesso costituita dalle lunghe liste di attesa, che nel 2022 diventa il motivo più frequente (il 4,2% della popolazione), a fronte di una riduzione della quota di chi rinuncia per motivi economici (era 4,9% nel 2019 e scende al 3,2% nel 2022). Altro aspetto che potrebbe evidenziare una maggiore difficoltaÌ di accesso alle cure è che per soddisfare il bisogno di prestazioni sanitarie è stato necessario un maggior ricorso all'”out of pocket” o a spese sanitarie garantite da copertura assicurativa”. In questo contesto, tende ad assumere ancora più importanza la spinta alla telemedicina, che trova un inquadramento anche nel Pnrr, “cosiÌ come dimostrato dalla componente 1 della missione 6 assistenza territoriale e telemedicina che pone come obiettivo la presa in carico della cronicità. Obiettivo di questa trasformazione digitale sarà fornire ai pazienti, anche a distanza, un servizio più accessibile, riducendo le liste di attesa e diminuendo i costi dovuti alle ospedalizzazioni”.
Dal rapporto, va detto, emerge anche un altro elemento: “nell’ultimo anno, l’utilizzo della Telemedicina da parte dei medici è calato significativamente, seppure ci si assesti su percentuali di utilizzo raddoppiate rispetto a quelle pre-pandemia. La riduzione nei livelli di utilizzo dei vari servizi di Telemedicina va colto come segnale di esigenza di un’innovazione più strutturale, un passaggio a un modello nel quale questa non rappresenti più una soluzione di emergenza, ma un’opportunità per migliorare il sistema di cura”.

Cresce propensione verso la farmacia
Sulla base della survey riportata da Cittadinanzattiva (fonte Osservatorio SanitaÌ Digitale del Politecnico di Milano) emerge che “l’interesse verso i servizi di Telemedicina rimane elevato da parte dei diversi attori: oltre la metaÌ dei medici e degli infermieri e circa l’80% dei pazienti (cronici o con problemi di lunga durata) vorrebbero utilizzarli in futuro”. In questo contesto, anche i servizi di telemedicina in farmacia hanno visto uno sviluppo e vale la pena ricordare la recente indagine Ipsos sul percepito relativo al ruolo di farmacista e farmacie che ha messo in luce una sempre maggiore disponibilità dei farmacisti a prendere in considerazione queste prestazioni: per il 52% si tratta di un servizio già presente tra quelli attivi, con Ecg, holter cardiaco, holter pressorio, e il 19% del campione lo vorrebbe offrire in futuro.
Come ricordato da Federfarma, “le Linee di indirizzo nazionali sulla telemedicina, pubblicate dal Ministero della Salute, richiamano la farmacia come possibile player” anche per l’accessibilità ed equità del servizio. In una recente comunicazione, viene rilevato per altro come la farmacia in questo ambito abbia “l’opportunità di compiere un ulteriore passo”, grazie alle interlocuzioni in corso con le istituzioni, nella direzione di “un inserimento della farmacia nei progetti di telemedicina in corso di attivazione sul territorio grazie ai fondi stanziati dal PNRR”.

La gestione in farmacia: aspetti fiscali e detraibilità
Da parte dei farmacisti vengono segnalati dubbi su alcuni aspetti gestionali del servizio. In una circolare di ieri, Federfarma ricapitola alcune indicazioni di cui tenere conto, in particolare in relazione alla gestione fiscale del servizio. Un primo punto riguarda la detraibilità: “la spesa sostenuta dall’utente per la prestazione, qualora sia certificata mediante documento commerciale parlante, vale a dire contenente la specificazione della natura, qualità e quantità dei servizi prestati ed il codice fiscale del destinatario, potrà essere detratta dall’imposta in sede di dichiarazione dei redditi. A tale proposito, così come per i test e tamponi, la spesa resta detraibile anche se regolata attraverso i contanti”. Per quanto riguarda l’Iva, “alla luce della vigente normativa in materia e della prassi dell’Amministrazione finanziaria, nell’ambito delle Analisi di I^ istanza, i Servizi di Telemedicina (Holter pressorio, Holter cardiaco, Spirometria, ECG), rientrano tra le prestazioni di supporto all’utilizzo di dispositivi strumentali per i servizi di secondo livello e, quindi, appare soddisfatto il duplice requisito oggettivo e soggettivo posto dall’Agenzia, con la conseguente applicabilità dell’esenzione IVA”.