Fonte: www.farmacista33.it

Sul funzionamento del computo delle ferie, organizzazione del tempo, gestione delle pause nel turno di lavoro non mancano dubbi da parte dei farmacisti. Ecco alcuni spunti di chiarimento
Ferie e pause dal lavoro, modalità organizzative e gestione del tempo dei dipendenti di farmacia
Il Contratto nazionale del lavoro delle farmacie private stabilisce che i lavoratori hanno diritto a un periodo di 26 giorni di ferie annuali. Ma in merito al funzionamento del computo, alle modalità in cui vengono organizzati e stabiliti i periodi, così come alla gestione delle pause nel turno di lavoro non mancano dubbi da parte dei farmacisti. A fare un quadro sulla necessità di coordinare e gestire al meglio ferie e pause sono due recenti approfondimenti proposti dallo Studio Bacigalupo Lucidi.

Computo delle ferie e settimana lavorativa: il punto degli esperti
«Il periodo di ferie per il dipendente di farmacia privata» si legge nell’approfondimento di settimana scorsa «è stabilito dal Ccnl in 26 giorni annuali». Un aspetto che spesso suscita domande da parte dei farmacisti riguarda le modalità di conteggio, in particolare all’interno della settimana. «Indipendentemente dalla distribuzione settimanale dell’orario di lavoro, la settimana, proprio al fine del computo delle ferie, viene considerata di sei giorni lavorativi, cioè dal lunedì al sabato compreso, escludendo quindi le domeniche e le altre festività».

Pianificazione delle ferie: è compito della farmacia coordinare il processo
Ma in che maniera possono essere organizzate le ferie in modo da garantire la continuità del servizio? «Un elemento di cui occorre sempre tener conto» spiegano ancora gli esperti «è che la farmacia è chiamata a garantire un servizio pubblico affidato dal sistema normativo». Alla luce di questo, «l’assegnazione del periodo di ferie al singolo lavoratore resta una competenza della farmacia stessa». Certamente, si tratta di un tema «delicato, anche perché la farmacia deve prendere in considerazione le esigenze manifestate dai singoli dipendenti. Questo delicato equilibrio richiede una corretta gestione e per questo è opportuno che nello stabilire i periodi di ferie il titolare raccolga preventivamente – e in tempo utile rispetto al periodo dedicato alla fruizione delle ferie – i vari desiderata del personale». In questo modo, «diventa più agevole raggiungere una organizzazione condivisa, anche se l’effettivo coordinamento tra le esigenze e opzioni di tutti spesso è laborioso e richiede di mediazione».

Gestione delle pause tra paletti normativi e esigenze organizzative
Anche la gestione delle pause, soprattutto quando la farmacia osserva un orario continuato, «non sempre è facile». Un paletto di cui occorre tenere conto è che, «se l’orario di lavoro eccede le sei ore giornaliere, il collaboratore ha diritto a un intervallo di almeno dieci minuti, e questo a prescindere dalla pausa pranzo contemplata per il dipendente a tempo pieno e tutelata dal D.lgs. 66/2003, che stabilisce appunto che dopo sei ore di lavoro consecutive tale pausa sia obbligatoria. Da par suo, il CCNL delle farmacie private non si occupa espressamente della questione e neppure di un autentico diritto del lavoratore alla pausa pranzo. È nostro parere che la durata di quest’ultima debba essere gestita in rapporto alle esigenze organizzative e produttive della farmacia e alle esigenze espresse dai dipendenti».
Anche per questo aspetto «è di nuovo compito del datore di lavoro prendersi in carico l’organizzazione delle turnazioni lavorative dei collaboratori, in modo che tutti possano usufruire della pausa pranzo». È, cioè, necessario «arrivare ad articolare l’orario giornaliero – sia in termini di ore effettive sia di turni tra i dipendenti appartenenti alla stessa area lavorativa -, in modo da garantire che il personale possa nel concreto veder soddisfatto quello che è un vero diritto soggettivo».