fonte: www.pharmaretail.it

Il ruolo dei farmacisti nel nuovo documento del ministero della Salute sull’aderenza terapeutica
Malattie croniche e aderenza terapeutica sono un binomio inscindibile. La cronicità, strettamente legata al progressivo invecchiamento della popolazione (perché invecchiare “in salute” è tutt’altro che scontato), implica infatti un elevato consumo di farmaci. In particolare da parte delle persone anziane. E qui si pone la questione, delicatissima, dell’aderenza alla terapia, fenomeno diffuso non solo in Italia e non certo limitato alle generazioni meno giovani: non eseguire correttamente la terapia prescritta dal medico significa, da un lato, limitare l’efficacia delle cure, e, dall’altro, gravare sulla spesa sanitaria pubblica.

Su queste premesse nasce il documento, disponibile sul sito del ministero della Salute, “Aderenza terapeutica: analisi critica e prospettive per un percorso efficace di cura delle malattie cardio-cerebrovascolari”, elaborato dall’Alleanza italiana per le malattie cardio-cerebrovascolari e sottoscritto da Ministero, società scientifiche, associazioni dei pazienti e altre organizzazioni operanti nel settore, Fofi compresa.

I contenuti
Obiettivo del documento è trattare l’argomento in modo completo ed esauriente, perseguendo essenzialmente cinque propositi:

aumentare la consapevolezza;
identificare le cause;
proporre soluzioni basate su evidenze;
coinvolgere tutti gli attori;
rappresentare un utile riferimento di supporto per la ricerca e per l’implementazione di strategie e azioni mirate a migliorare l’aderenza terapeutica, nonché per chiunque sia coinvolto nella gestione della salute e nell’assistenza sanitaria.
Tra gli “attori” della sanità territoriale in grado di dare un contributo in questo campo specifico ci sono anche i farmacisti che, sottolinea il documento, «possono fornire consulenza ai pazienti sulla terapia, supportandoli altresì nell’identificazione e risoluzione di eventuali problemi di aderenza». Inoltre le associazioni di farmacisti, medici e infermieri «potranno contribuire elaborando linee guida e raccomandazioni che favoriscano l’aderenza terapeutica, nonché fornendo una formazione e un supporto ai propri associati che faciliti poi il paziente nel seguire consapevolmente le indicazioni e le prescrizioni in modo efficace e semplice».

«Una insufficiente aderenza può portare a risultati clinici sub-ottimali», sintetizza il documento, «con pesanti ricadute in termini di salute, maggior numero di eventi sfavorevoli e morti, peggioramento della qualità di vita dei pazienti e aumento dei costi sanitari e sociali, sia a carico della comunità che dei pazienti».

Inutile ricordare che quella che con una espressione inglese si definisce pharmaceutical care fa parte a pieno titolo della cosiddetta Farmacia dei servizi: essere di supporto ai pazienti, tra le altre cose, facendo loro comprendere le modalità corrette di assunzione dei farmaci e, allo stesso tempo, sollecitandoli ad aderire alle terapie somministrate.

Importante anche l’appello a «uniformare la distribuzione dei farmaci per la cronicità attraverso le farmacie territoriali. La distribuzione attraverso le farmacie territoriali dei farmaci per la cronicità dispensati dalle farmacie ospedaliere favorirebbe l’aderenza terapeutica e il supporto alla loro assunzione, in particolare per alcune categorie di persone, quali ad esempio gli anziani. La Legge 30 dicembre 2023, n. 213 (“Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026”) si muove in questa direzione; ad Aifa è stato dato incarico di aggiornare il prontuario della continuità assistenziale ospedale-territorio (Pht) per aumentare la dispensazione dei farmaci per la cronicità attraverso le farmacie convenzionate con il Ssn, al fine di facilitare la distribuzione capillare dei farmaci, favorire gli assistiti nell’accesso ai farmaci in termini di prossimità e assicurare su tutto il territorio nazionale un’assistenza farmaceutica omogenea per i pazienti cronici».

Strumenti di azione
A livello operativo l’Alleanza individua due strumenti su cui puntare: telemedicina e Fascicolo sanitario elettronico. Non a caso due ambiti sulla cui implementazione il Pnrr investe ingenti risorse.

Riguardo alla telemedicina, si legge che nella «gestione delle patologie croniche è auspicabile una sempre maggiore diffusione di questa modalità di rapporto tra personale sanitario-paziente-caregiver, poiché consente un contatto diretto più rapido che favorisce il monitoraggio delle condizioni cliniche e il consolidamento dell’alleanza medico-paziente».

Quanto invece al Fse, si tratta dello «strumento essenziale per arrivare ad avere una banca dati unica su tutto il territorio nazionale e un suo pieno e corretto impiego, anche in un’ottica di privacy, consentirebbe di superare alcuni ostacoli correlati all’aderenza terapeutica, tra cui l’inerzia terapeutica, favorendo una visione condivisa della salute della persona a 360 gradi».