Fonte: www.farmacista33.it
Una review internazionale, pubblicata sulla rivista World Allergy Organization Journal (IF 3,9), riconosce il ruolo centrale del farmacista nella gestione dell’asma e della rinite allergica per intercettare i bisogni insoddisfatti dei pazienti

di Paolo Levantino – Farmacista clinico
Rinite allergica e asma, counselling del farmacista su sintomi e farmaci: nuovo standard assistenziale in farmacia
Molti pazienti con asma e rinite allergica nonostante la disponibilità di trattamenti efficaci continuano a presentare bisogni clinici insoddisfatti dall’uso improprio dei farmaci Otc alla scarsa consapevolezza dei sintomi di allarme sottovalutati o riferiti in ritardo. In questo scenario, Molti pazienti con asma e rinite allergica nonostante la disponibilità di trattamenti efficaci continuano a presentare bisogni clinici insoddisfatti. Il farmacista può intervenire su più fronti educando al corretto uso degli inalatori, usando strumenti digitali e orientando la scelta dei farmaci di automedicazione. Il tutto in un modello di presa in carico standardizzato sulla base di un modello illustrato in una recente review pubblicata sul World Allergy Organization Journal e realizzata un team multidisciplinare composto da esperti clinici e accademici a livello mondiale a cui ha contribuito anche la Sifac.

Asma e rinite allergica patologie presenti contemporaneamente
La gestione delle patologie respiratorie croniche ha assunto un rilievo crescente, parallelamente all’aumento della loro prevalenza e alla complessità delle cure. Asma e rinite allergica (RA), spesso presenti contemporaneamente, richiedono una gestione continua, personalizzata e fondata sulla collaborazione tra diversi professionisti sanitari. In tale prospettiva, il farmacista può e deve diventare parte attiva della rete di presa in carico, contribuendo a migliorare l’aderenza terapeutica, a prevenire l’uso improprio dei farmaci da banco ed a favorire una corretta educazione sanitaria.

Bisogni insoddisfatti nei pazienti con asma e rinite allergica
Nonostante l’ampia disponibilità di opzioni terapeutiche, molti pazienti con asma e rinite allergica continuano a manifestare bisogni clinici insoddisfatti. Tra questi spiccano la scarsa aderenza al trattamento (stimata intorno al 60%), l’utilizzo improprio di farmaci sintomatici, una conoscenza limitata della patologia (con oltre il 40% dei pazienti che non riconosce i sintomi di allarme) e una gestione spesso lacunosa delle comorbidità. In aggiunta, uno studio europeo ha rilevato che oltre il 50% dei pazienti tende a sottovalutare i propri sintomi respiratori, riferendoli solo in fase acuta, compromettendo la continuità assistenziale e l’adeguatezza del trattamento a lungo termine.

Gestione quotidiana del paziente: counselling, educazione, monitoraggio
Il farmacista può colmare queste lacune agendo come figura di prossimità clinica e promotore di percorsi di cura strutturati, attraverso un ascolto attivo, counseling mirato, educazione sanitaria e follow-up costante. Il suo intervento, personalizzato e basato sulla relazione di fiducia con il paziente, può incrementare in modo significativo l’aderenza terapeutica, migliorare la tecnica di somministrazione dei farmaci (in particolare degli inalatori) e supportare il monitoraggio dei sintomi tramite strumenti digitali come l’app Mask-air. Secondo alcune evidenze, il counseling farmacologico può determinare un incremento fino al 40% nella persistenza terapeutica a sei mesi.

Il farmacista svolge, inoltre, una funzione fondamentale di filtro critico nell’uso dei farmaci da banco, orientando il paziente verso scelte terapeutiche appropriate e scoraggiando l’impiego cronico di soluzioni potenzialmente nocive, come i decongestionanti simpaticomimetici nasali. Questo tipo di vigilanza è particolarmente rilevante, considerando la diffusa tendenza all’automedicazione nei pazienti affetti da rinite allergica.

Il caso finlandese: un modello replicabile
Un esempio concreto dell’efficacia del coinvolgimento strutturato dei farmacisti arriva dalla Finlandia, dove il Programma per l’Asma (1994–2004) e il successivo Programma per le Allergie (2008–2018) hanno integrato formalmente le farmacie di comunità nelle strategie assistenziali. Questo approccio ha portato ad un miglioramento significativo del controllo delle malattie respiratorie e una riduzione del loro impatto economico e sociale. In particolare, i giorni di degenza ospedaliera per asma sono diminuiti del 54%, passando da 110.000 nel 1993 a 51.000 nel 2003. Nel 2004, quasi tutti i nuovi pazienti asmatici hanno ricevuto istruzioni adeguate sull’uso degli inalatori e nella maggior parte dei casi hanno dimostrato di padroneggiare correttamente la tecnica inalatoria, con evidenti benefici in termini di efficacia terapeutica e riduzione degli errori nella somministrazione.

Le evidenze scientifiche e le esperienze internazionali dimostrano che il farmacista può contribuire in modo sostanziale a migliorare gli outcome clinici, a promuovere l’aderenza terapeutica e a ridurre i costi diretti e indiretti legati alle patologie respiratorie. Per cogliere appieno questo potenziale, è indispensabile investire in formazione e strumenti operativi condivisi.