Fonte: www.federfarma.it
Cala, tra i consumatori italiani, la propensione ad acquistare farmaci dai canali illegali del contrabbando: erano poco più del 21% nel 2014, sono scesi sotto il 20% l’anno dopo e nel 2016 sono circa il 15%. E’ uno dei dati che arrivano dalla ricerca realizzata da Confcommercio assieme Format Research per celebrare ieri la Giornata nazionale della legalità, la ricorrenza nata con l’obiettivo di dare battaglia a tutte le forme di illegalità che danneggiano l’economia del Paese. La contraffazione è senz’altro tra le principali e i dati raccolti dalla Confederazione del commercio lo confermano una volta di più: il 60% dei consumatori – dice la ricerca – ha acquistato nella sua vita almeno un capo di abbigliamento “taroccato” (un anno fa erano il 57,9%); il 33,2% ha comprato orologi, gioielli od occhiali falsi (32,3%), il 33% ha scelto un prodotto alimentare contraffatto (32,6%).
I motivi per cui si acquista merce illegale sono sempre gli stessi: il 73% circa del campione lo fa perché è convinto di «fare un buon affare», oppure perché non ha i soldi per comprare il prodotto originale. Il consumatore di merci taroccate, poi, è in prevalenza donna (54%), ha fra i 35 e i 54 anni e risiede più frequentemente nel Meridione (43,7%) o nel centro Italia 24,7%). Oltre il 20% di coloro che acquistano contraffatto sono pensionati, mentre è aumentata del 3,5% la percentuale dei consumatori di famiglie monoreddito con bassa capacità di spesa che acquistano prodotti illegali.
Se non altro è diffusa la consapevolezza che quando si acquistano farmaci contraffatti ad andarci di mezzo è innanzitutto la salute: lo ammette l’80% degli intervistati, che diventano il 96% quando si chiede loro se è rischioso comprare medicinali sul web. Il 70%, poi, dichiara di essere informato anche delle sanzioni cui si va incontro quando ci si rivolge ai canali illegali, ma ciò non ha impedito a un consumatore su 4 di acquistare nel 2016 almeno un prodotto contraffatto. Facendo così male al proprio Paese e alla sua economia: come rivela l’indagine di Confcommercio, le ricadute della falsificazione sulle imprese italiane comprendono concorrenza sleale, erosione dei fatturati, crescita degli investimenti per la sicurezza aziendale (videosorveglianza), mancate assunzioni, perdita di competitività.