Anemia in donne con mestruazioni abbondanti o per maggiore richiesta di ferro per lo sviluppo del bebè in gravidanza e allattamento. Ecco i suggerimenti FIP per queste pazienti
Anemia in donne fertili, in gravidanza e in allattamento. Counselling su carenza ferro
Abbondanti sanguinamenti durante le mestruazioni nelle donne in età fertile o maggiore richiesta di ferro per lo sviluppo neurologico del feto durante la gravidanza o poi durante l’allattamento del bambino, sono alcune delle situazioni che possono portare anemia nelle donne. Per questo è importante conoscere la patologia, dai sintomi al trattamento, anche da parte dei farmacisti per poter fornire il consiglio e il supporto più idoneo. Per aiutarli nel lavoro la Federazione farmaceutica internazionale (FIP) ha condiviso il manuale “Iron deficiency anaemia: Managing symptoms and supporting self-care A handbook for pharmacists”.

Donne in età fertile con mestruazioni abbondanti

Fino al 50% di donne in età fertile sono a maggior rischio di anemia da carenza di ferro per la presenza di sanguinamenti mestruali abbondanti (SMA). Se normalmente, la perdita di sangue durante un ciclo mestruale è compresa tra 25 e 50 ml, chi presenta SMA perde più di 80 ml di sangue per ciclo. Non solo, infatti il sanguinamento eccessivo può interferire con il benessere fisico, emotivo e sociale.

Oltre a valutare i sintomi classici da carenza di ferro come debolezza, pallore, tachicardia e desiderio di mangiare prodotti non alimentari come ghiaccio o amido (Farmacista33 14 febbraio 2024), i farmacisti possono supportare l’identificazione di possibili pazienti con SMA, raccogliendo la loro storia comprendendo:
•Natura del sanguinamento, inclusi l’inizio, la frequenza, la durata;
•Altri sintomi, come sanguinamenti intermestruali persistenti, dolore pelvico e/o variazioni di pressione;
•Impatto sulla qualità della vita;
•Storia mestruale, medica, screening cervicale dei farmaci;
•Se vi è la possibilità che il paziente abbia anemia da carenza di ferro e SMA, indirizzare a un ginecologo per ulteriori test e confermare la diagnosi.

Diversi possibili trattamenti contro l’anemia per donne con SMA
Una volta confermata la diagnosi, in collaborazione con il ginecologo, è possibile iniziare il trattamento con terapia di ferro per via orale o in casi gravi, per via endovenosa. Ma è possibile anche utilizzare trattamenti combinati con i contraccettivi che riducono la perdita di sangue, in abbinamento anche ad una modifica del regime alimentare ed eventualmente integratori specifici.

Ferro orale o parenterale
L’intervento di prima linea, per pazienti con SMA diagnosticati con anemia da carenza di ferro lieve-moderata, è la terapia con ferro per via orale. In questo caso dovrebbero essere fornite informazioni riguardanti dosaggio, interazioni con sostanze che possono ostacolare l’assorbimento ed effetti collaterali come problemi gastrointestinali (stitichezza, diarrea e disturbi di stomaco), feci scure e gusto metallico. Se si verifica intolleranza, il farmaco potrebbe essere somministrato anche a giorni alterni, ma se non vi è miglioramento entro un mese di terapia, l’approccio dovrebbe essere rivalutato a favore della somministrazione endovenosa. Questa opzione è spesso utilizzata per chi sta pianificando una gravidanza, poiché è più probabile raggiungere i valori sufficienti di ferro prima del concepimento.

Contraccettivi
Sempre in collaborazione con lo specialista possono essere valutate, in aggiunta alla terapia con ferro per bocca, la terapia ormonale con i contraccettivi orali. Questi farmaci risulatano positivi per chi ha disturbi ematologici e diagnosi di anemia da carenza di ferro perché altera gli ormoni, riduce la perdita di sangue e permette la pianificazione familiare. Altri tipi di contraccettivi, tra cui IUD ormonali (no quelli in rame che aumentano la perdita di sangue in pazienti emorragici), cerotti, anelli e iniezioni, possono essere utilizzati per scopi e con benefici simili.
La combinazione di contraccettivi e integratori di ferro risultata essere benefica nella prevenzione dell’anemia. In alcuni casi il ginecologo può suggerire anche l’uso dell’acido tranexamico per chi soffre di SMA.

Donne in gravidanza e allattamento al seno

In gravidanza, la domanda di ferro da parte del feto diventa critica dopo le 28-32 settimane per il suo coinvolgimento nello sviluppo cerebrale fetale. Senza una gestione efficace dell’anemia in gravidanza, potrebbero verificarsi nascita prematura, basso peso alla nascita, compromissione del neurosviluppo (Farmacista33 21 febbraio 2024) fino alla morte perinatale. Anche le madri che allattano al seno devono fare attenzione alle loro riserve di ferro perché, se sono troppo basse o se l’assunzione attraverso la dieta è inadeguata, possono diventare anemiche.
Altre situazioni in cui le donne anche non anemiche hanno un rischio elevato di bassi livelli di ferro possono essere dovute a:

  • Anemie precedenti;
  • Donne che hanno avuto molte gravidanze, gravidanze gemellari o plurigemellari, intervallo intergravidico <1 anno;
  • Storia recente di sanguinamenti clinicamente significativi o alto rischio di sanguinamento durante la gravidanza/parto;
  • Adolescenti incinte;
  • Donne con povere abitudini alimentari o con diete particolari (vegetariane/vegane);
  • Donne che rifiutano i prodotti ematici (ad es. per motivi religiosi).

In questi casi si gestisce l’anemia con supplementi preventivi di ferro e acido folico per via orale, accompagnati da dieta, terapia con ferro orale o parenterale e, se necessarie, trasfusioni di sangue.

Assunzione di ferro elementare e integratori: cosa c’è da sapere

Inizialmente, la dose giornaliera raccomandata di ferro elementare, dice la FIP nel documento, per trattare l’anemia da carenza di ferro era di 100-200 mg. Tuttavia, le evidenze collettive e le raccomandazioni delle linee guida e degli esperti suggeriscono che dosi di ferro elementare da 30-60 mg possano essere efficaci nel ridurre al minimo gli effetti collaterali (come irritazione gastrica, nausea, stitichezza, disturbi della funzione intestinale). L’emoglobina dovrebbe essere monitorata a due-tre settimane per garantire una risposta adeguata al trattamento con ferro per via orale. È anche necessario assumere acido folico giornaliero (400 microgrammi) prima delle 12 settimane di gestazione per ridurre il rischio di difetti del tubo neurale.

Il ferro con integratori multivitaminici e multiminerali si dimostra efficace nella prevenzione e nel trattamento dell’anemia da carenza di ferro lieve-moderata. Uno studio ha dimostrato che un regime di 90 giorni di questa integrazione migliora significativamente i livelli di emoglobina, ferritina, qualità della vita e i sintomi dell’anemia da carenza di ferro. Inoltre, si è visto un rapido aumento dei livelli di emoglobina osservato entro il 14º giorno per i soggetti con anemia moderata e il trattamento è ben tollerato, con eventi avversi minimi.

I farmacisti, in questo caso, possono essere di aiuto alle donne in gravidanza e in allattamento nel fornire suggerimenti su come prendere correttamente gli integratori, ad esempio assumendolo a stomaco vuoto al mattino presto per via dei bassi livelli di epcidina (regolatore del metabolismo del ferro) al mattino. E consigliare di controllare i livelli di emoglobina ogni 15 giorni, anche nei point-of-care, per accertare la risposta al trattamento.