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Antibiotico resistenza, dagli oli essenziali possibili soluzioniL’emergenza della resistenza agli antibiotici rappresenta un problema ormai globale che mette a fuoco la necessità di nuove terapie e tra le tante ipotesi per far fronte potrebbero esserci, anche in prima fila, alcuni oli essenziali. Le attività antimicrobiche e anti-biofilm di molti dei principali composti degli oli essenziali, come estragolo e 1-8 cineolo, sono stati studiati su vari microrganismi. Un possibile meccanismo d’azione sul biofilm è stato attribuito all’abilità di diffondersi attraverso la matrice esopolisaccaridica, permettendo l’interazione con le proteine della membrana della cellula batterica e l’alterazione del legame delle cellule alla superficie. Un altro meccanismo consiste nella riduzione della motilità e nell’interferenza della produzione di adesine o appendici.

Le potenzialità della Lippia origanoides
Lippia origanoides Kunth fa parte della famiglia delle Verbenaceae, è di grande importanza nella medicina tradizionale brasiliana. Gli usi principali spaziano dal trattamento dei dolori mestruali, al mal di stomaco, alle coliche nel neonato; possiede spiccate proprietà antispasmodiche, antinfiammatorie, analgesiche e antimicrobiche principalmente grazie alla presenza di timolo e carvacrolo. L’attività antimicrobica degli oli essenziali è determinata dalla composizione chimica e dai gruppi funzionali presenti nei componenti attivi, da non sottovalutare è l’interazione sinergica tra i composti. Un recentissimo studio valuta il potenziale effetto antimicrobico e antibiofilm di 15 oli essenziali su ceppi di salmonella enterica. Di questi 15 oli essenziali, sebbene tutti abbiamo mostrato potenzialità da non sottovalutare, Lippia origanoides, il chemotipo a timolo-carvacrolo, presenta il valore più basso di concentrazione minima inibitoria e la più bassa concentrazione battericida valutata; presenta peraltro il più elevato potere inibente il biofilm. Gli oli essenziali che hanno avuto una spiccata attività antibatterica hanno un alto contenuto fenolico come timolo (oli essenziali di Lippia origanoides e Thymus vulgaris) e carvacrolo (Lippia origanoides). Il meccanismo d’azione di questi composti è costituito dall’alterazione della permeabilità di membrana della cellulare batterica, seguita dalla perdita di ioni e del potenziale di membrana causando il crollo delle pompe protoniche e l’esaurimento del gruppo adenosina trifosfato dell’ATP; le conseguenze sono di due tipi: ritardo e inibizione della crescita batterica. Ma l’effetto antimicrobico è dovuto anche ai composti ossigenati.
Oltre al resto, l’attività antimicrobica può essere il risultato delle interazioni sinergiche di tutti gli elementi costituitivi quindi, ad esempio, il P-cimene (precursore biosintetico di molti componenti) non è un agente antimicrobico efficiente quando è usato singolarmente, ma la sua presenza all’interno del contesto fitochimico potenzia l’azione di altri componenti, a dimostrazione che la sinergia del fitocomplesso è tutta vantaggio dell’effetto terapeutico. L’olio essenziale è stato persino in grado di inibire l’espressione dei geni legati alla produzione dei curli, un tipo di fimbrie, componente proteica chiave del biofilm. L’olio essenziale di L. origanoides utilizzato in questo studio rappresenta un’alternativa promettente sia per il controllo microbico che per il trattamento terapeutico contro i batteri patogeni resistenti. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi al fine di chiarire i meccanismi di azione degli oli essenziali sulle cellule batteriche in studio.