fonte: www.farmacianews.it

Rappresentano le due principali patologie respiratorie croniche e sono in forte aumento in tutto il mondo, in particolare nei Paesi sviluppati. Presentano tratti in comune e spesso non è semplice fare una diagnosi
Asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) creano entrambe un’ostruzione alle vie respiratorie, di grado variabile, portando problemi sia cronici sia acuti ai pazienti che ne soffrono. Nella Bpco, però, l’ostruzione può diventare irreversibile, con danni permanenti. La collaborazione del paziente è particolarmente importante per la diagnosi. Infatti, queste malattie presentano diversi tratti in comune e non è sempre facile un immediato e corretto inquadramento diagnostico.

L’asma è caratterizzata da infiammazione cronica delle vie aeree con episodi ricorrenti di dispnea, respiro sibilante, tosse e senso di costrizione toracica. Nei pazienti è presente iperreattività bronchiale e infiltrazione di cellule infiammatorie, rilascio di mediatori e rimodellamento strutturale delle vie aeree. Nell’asma l’ostruzione bronchiale di solito è reversibile allontanandosi dall’allergene o con un trattamento farmacologico. La reversibilità e la variabilità nel grado dell’ostruzione sono i due fattori che la distinguono dalle altre malattie bronchiali come la Bpco, la bronchite cronica e l’enfisema polmonare. Anche l’asma, però, se non viene trattata, può portare ad alterazioni anatomiche tali da renderne i sintomi sempre meno reversibili. In particolare, l’infiammazione cronica delle vie aeree si associa a trasformazioni della parete bronchiale come danno epiteliale persistente, aumento dello strato muscolare, neo-angiogenesi e aumento della matrice connettivale. Queste alterazioni possono essere responsabili della persistenza dell’ostruzione e dell’iper-reattività bronchiale anche in presenza di un grado di infiammazione solo lieve. L’asma bronchiale può essere estrinseca, ossia scatenata dalla presenza di un allergene, intrinseca o non allergica e professionale.
La Bpco è una malattia progressiva, ossia che tende a peggiorare nel tempo. L’ostruzione che la caratterizza non è completamente reversibile e inevitabilmente va a interferire con la normale funzione respiratoria. I sintomi tipici sono:
la sensazione di “fame d’aria” (dispnea) o affanno anche a riposo che peggiora con lo sforzo; tosse, anche improduttiva (secca), che nel tempo può manifestarsi ogni giorno;
la produzione di espettorato molto denso che viene emesso durante gli accessi di tosse;
il respiro sibilante e la costrizione toracica.
La Bpco può limitare gravemente le attività quotidiane e la produttività sul lavoro di chi ne soffre e può influire negativamente anche sui comportamenti sociali e sul sonno.

Fattori di rischio
Tra i fattori di rischio individuali, per l’asma ricordiamo la predisposizione genetica, lo stato atopico, la scarsa responsività delle vie aeree, l’etnia (per esempio, neri americani e australiani di origine anglosassone) e l’obesità. I fattori ambientali comprendono il contatto con allergeni, sensibilizzanti professionali, fumo di tabacco, inquinamento atmosferico, le infezioni delle vie respiratorie, i fattori socioeconomici, le dimensioni del nucleo familiare, le abitudini alimentari, l’uso di alcuni farmaci e vivere prevalente in ambienti chiusi. I fattori allergici e occupazionali e, in parte, le infezioni virali, giocano un ruolo causale chiaro. Tutti gli altri sono, invece, agenti scatenanti che favoriscono l’instaurarsi delle manifestazioni cliniche delle sindromi respiratorie, potenziando l’azione degli agenti eziologici iniziali. A volte rivelano la presenza di una flogosi già presente perché la amplificano, rendendola più evidente.
Per quanto riguarda la Bpco, il fumo di tabacco è il principale fattore di rischio. L’inquinamento ambientale interno ed esterno come, per esempio, l’utilizzo di combustibili biologici domestici per cucinare o riscaldarsi, è un elemento predisponente, così come lo sono l’esposizione professionale a polveri organiche e inorganiche, ad agenti chimici e a fumi e i fattori genetici. In alcuni casi la Bpco è conseguenza di altre malattie respiratorie come l’asma bronchiale, l’iperreattività bronchiale, la bronchite cronica ed eventuali infezioni. Nella maggior parte dei pazienti (60% circa), soprattutto anziani, la Bpco si associa a malattie croniche che ne aumentano la morbilità e la mortalità.

Il ruolo del farmacista
Il farmacista è da sempre il professionista più accessibile sul territorio e ha dimostrato sul campo l’importanza del proprio ruolo nell’ultimo anno, caratterizzato dal Covid-19 e dalla conseguente difficoltà dei pazienti cronici a sottoporsi ai controlli periodici abituali. Per questo motivo è il soggetto ideale in grado di rinforzare i messaggi già comunicati dal medico, di approfondirli e di verificarne la comprensione. La sua collaborazione può diventare il complemento determinante alla gestione ottimale delle patologie croniche, anche quelle respiratorie, verificando l’aderenza alla terapia da parte del paziente e la capacità di utilizzare in modo corretto i dispositivi erogatori per via inalatoria.