Fonte: www.federfarma.it

I servizi di secondo livello, telemedicina compresa, così come quelli di primo livello, a partire dalle autoanalisi, erogati dalle farmacie nella cornice disegnata dal d.lgs 153/2009, dovrebbero beneficiare dell’esenzione dall’iva perché rientrano nel novero delle prestazioni da ricondurre «alla diagnosi, cura e riabilitazione della persona» e fanno riferimento «a figure professionali qualificate». E’ l’ipotesi sostenuta da Federfarma nella «istanza di consulenza giuridica» inviata nei giorni scorsi all’Agenzia dell’Entrate: il quesito, in sostanza, mira a ottenere dall’amministrazione tributaria un parere che risolva definitivamente anni e anni di discordanze interpretative su imponibilità e certificazione dei servizi forniti dalle farmacie. I passaggi salienti dell’istanza sono stati illustrati ieri nell’incontro che Federfarma organizza a cadenza annuale con i consulenti delle farmacie per fare il punto su novità e indirizzi della legislazione tributaria.

Sotto i riflettori sono così finiti i cosiddetti Isa, Indicatori sintetici di affidabilità, lo strumento attualmente in via di sperimentazione che andrà progressivamente a sostituire gli studi di settore. «Gli indicatori» ha spiegato Antonio Vento, rappresentante di Federfarma nella Commissione degli esperti per gli studi di settore «misureranno l’affidabilità del contribuente su una scala da uno a dieci, sulla base di una serie di parametri che valuteranno qualità dei dati, eventuali anomalie economiche e plausibilità del valore aggiunto». In ogni caso, ha avvertito Vento, l’amministrazione fiscale mostra una crescente preferenza per un approccio verso il contribuente improntato al dialogo e alla reciproca trasparenza, «anche attraverso la condivisione delle informazioni di cui il Fisco dispone sul suo profilo».

Del quesito alle Entrate sull’imponibilità dei servizi in farmacia ha invece parlato Giampietro Brunello, ex amministratore delegato della Sose e consulente fiscale di Federfarma. Con la sua «istanza di consulenza», ha spiegato, Federfarma mira a un duplice obiettivo: ottenere l’agognata luce verde all’esenzione dall’iva per le prestazioni di autoanalisi effettuate in farmacia e assieme semplificare la gestione dei corrispettivi da parte dei titolari. Per quanto concerne il primo punto, il quesito prende a riferimento la Risoluzione dell’Agenzia delle entrate datata 20 dicembre 2011, che escludeva dall’imponibilità iva «le prestazioni professionali oggettivamente riconducibili alla diagnosi, alla cura e alla riabilitazione della persona e materialmente rese da soggetti sottoposti a vigilanza», cioè professionisti della Sanità. Di qui si sviluppa il ragionamento di Federfarma, secondo il quale le analisi «eseguite personalmente dal cliente-paziente con l’utilizzo di apparecchiature strumentali messe a disposizione dalla farmacia, pur mancando sul momento di una presenza professionale, siano comunque prodromiche di diagnosi, cura e riabilitazione della persona, successivamente rese da figure professionali qualificate e, pertanto, possano beneficiare dell’esenzione iva».

Per quanto concerne il secondo obiettivo, invece, la tesi sostenuta dal sindacato poggia sulla detraibilità delle spese sostenute dal contribuente per servizi erogati dalle farmacie. Poiché per tale agevolazione è sufficiente allegare alla dichiarazione dei redditi lo scontrino parlante al pari di medicinali e dispositivi medicali, è il ragionamento di Federfarma, «appare ragionevole e logico che anche i corrispettivi di quelle prestazioni possano essere attestati mediante l’emissione dello scontrino». Il documento, ricorda infatti la Federazione, garantisce «la certificazione del corrispettivo dell’operazione» e contiene «tutti gli elementi informativi idonei fiscalmente a individuare in maniera compiuta le parti della transazione, la sua natura e gli elementi contabili indispensabili». Nello stesso tempo, semplificherebbe il lavoro per gli operatori economici «che beneficerebbero di uniformità di gestione per i corrispettivi, sia dal punto di vista contabile sia da quello della trasmissione dati».

«Ora la palla passa all’Agenzia delle Entrate» ha avvertito Brunello «e inizia la fase più delicata. Per questo, l’invito che rivolgiamo a tutti i commercialisti è di non pregiudicare il tentativo con interpelli sullo stesso tema alle amministrazioni tributarie territoriali, che rischierebbero soltanto di ingarbugliare ulteriormente la matassa». «Vogliamo garantire alle farmacie un quadro legislativo e tributario il più “amichevole” possibile» ha aggiunto la presidente di Federfarma nazionale, Annarosa Racca «continueremo a fare ogni sforzo per spianare la strada alla farmacia dei servizi e assicurarle un futuro certo. (AS)