da Redazione SoFarmaMorra | 9 Aprile 2024 | Mondo Farmacia
fonte: www.farmaciavincente.it
Ecco in poche parole COSA SIGNIFICA MARKETING PER UNA FARMACIA
Prendiamo il caso di una nuova apertura.
Se la tua farmacia utilizza cartelloni colorati in città, e compare sui social network come Facebook, Instagram, Google, annunciando “Nuova Apertura Farmacia!”, stai utilizzando la PUBBLICITA’ per informare la comunità della nuova presenza.
Se distribuisci volantini nelle cassette postali o in luoghi affollati, annunciando iniziative per l’inaugurazione della tua farmacia, stai facendo PROMOZIONE. Questo serve a stimolare l’interesse iniziale e ad attirare i clienti.
Se all’inaugurazione della tua farmacia c’è un ospite famoso o un esperto del settore che parla dell’importanza della salute nella comunità, e se questo evento viene riportato dai giornali locali o in radio, stai utilizzando le PUBBLICHE RELAZIONI per costruire la reputazione della tua farmacia.
Quando i potenziali clienti visitano la tua farmacia, attratti dalla pubblicità, promozione e PR, e trovano dettagli su prodotti e servizi unici offerti, risposte alle loro domande, e un’offerta speciale con scadenza limitata, stai applicando la strategia di RISPOSTA DIRETTA
Se, quando i clienti entrano nella tua farmacia, vengono accolti da un personale cordiale e professionale pronto ad assistere e consigliare, stai facendo VENDITA, creando un’esperienza cliente positiva che incoraggia la fedeltà.
Se coordini tutte queste attività, stai facendo un MARKETING EFFICACE per la tua farmacia. Questo approccio aiuta a costruire un rapporto solido con la tua clientela e a posizionare la tua farmacia come un punto di riferimento nella comunità.
da Redazione SoFarmaMorra | 9 Aprile 2024 | Mondo Farmacia
fonte: www.farmacianews.it
Nell’evoluzione che la farmacia sta affrontando, dopo una fase di comprensibile disorientamento, si vanno sempre più delineando i contorni di alcune attività che, ineludibilmente, dovranno attuare i colleghi che vorranno ancora svolgere al meglio la propria attività sul territorio
di Antonello Mirone, presidente Federfarma Servizi
Questa mia convinzione deriva non tanto dai pur brillanti risultati delle prime esperienze realizzate in diverse Regioni, inizialmente sotto forma di sperimentazioni e, successivamente, di standard organizzati su più larga scala, quanto dall’impulso che proprio gli utenti delle nostre farmacie stanno dando a questo tipo di nuove funzioni che la farmacia è chiamata a svolgere. Infatti, sono in primis i cittadini-pazienti che, alla ricerca di risposte ai propri bisogni di salute, si rivolgono sempre di più al banco della farmacia con la speranza di ottenere riscontri alle esigenze personali o dei propri familiari.
In particolare, questa seconda fattispecie è sempre più frequente, considerando l’evoluzione demografica del nostro Paese con il progressivo invecchiamento della popolazione e il conseguente incremento di pazienti cronici desiderosi di assistenza sanitaria. Sono sicuramente loro il principale motore che ha indotto le diverse Regioni ad accelerare sui percorsi che disciplinano l’attività dei servizi erogabili in farmacia cercando, in questo modo, di mettere in pratica il più volte invocato potenziamento della sanità territoriale, favorendo così il decongestionamento della rete ospedaliera, già alle prese con la difficile gestione delle necessità di primo soccorso della popolazione.
Questo è un percorso che parte da lontano, i primi provvedimenti ministeriali risalgono addirittura al 2010, ma che ha trovato il vero sviluppo a seguito dell’emergenza pandemica che ha squarciato il velo di una sanità che non può fare affidamento sui plessi ospedalieri o su strutture similari senza che vi sia preventivamente la presa in carico dei pazienti cronici da parte dei professionisti sanitari operanti sul territorio.
Da questo punto di vista, la capillarità della farmacia e la sua prossimità ai cittadini-pazienti anche nelle aree interne rappresentano un valore aggiunto inestimabile che supera di gran lunga qualsiasi altra offerta in campo sanitario, garantendo una continuità di servizio molto, molto apprezzata dall’utenza.
Ecco che, allora, dare la possibilità ai pazienti di effettuare esami diagnostici di prima istanza, come un elettrocardiogramma e un holter pressorio o cardiaco, magari accompagnato da un quadro lipidico o una valutazione dei valori glicemici nei pressi del proprio domicilio, senza dover affrontare lunghi spostamenti, rappresenta per la farmacia una straordinaria opportunità per acquisire un ruolo centrale in questo nuovo modello di sanità territoriale. Però, il passo fondamentale perché la nuova funzione della farmacia si affermi in modo incontrovertibile sarà lo sviluppo della telemedicina che, come ben evidenziato nelle linee guida presentate dal Ministero della Salute, permetterà di mettere in collegamento le diverse figure professionali della sanità “avvicinandole” al paziente, inducendo un minor ricorso all’ospedalizzazione dei pazienti e ottenendo un evidente beneficio nei costi sociali legati allo spostamento dei cittadini e, come purtroppo molto spesso accade, all’abbandono di terapie che moltiplica la spesa pubblica con l’aggravarsi delle condizioni del paziente.
Su questo argomento, partiamo sempre dai dati statistici che non mentono e che ci raccontano che il 25% dei pazienti cronici abbandonano la terapia senza completarla e comprendiamo quale primario compito possa svolgere il farmacista territoriale nell’ambito di quei servizi cognitivi che, in pratica, la nostra categoria ha sempre svolto in modo empirico, ma che, resi sistematici, possono dare risultati sorprendenti in termini di risposta del paziente alle terapie prescritte. Anche il legislatore ha ben compreso come possa essere un’arma formidabile nel contenimento dei costi sanitari, rendendo efficace l’investimento sostenuto con la spesa farmaceutica.
Da qui, partiamo per descrivere il nuovo ruolo della farmacia aperta al pubblico che, aldilà di quanto vanno sostenendo i denigratori di tale evoluzione, vede sempre il farmaco al centro della propria attività, ma attorno a esso “costruisce” una serie di altre funzioni, oggi come oggi essenziali per dare valore a quel bene che prima veniva semplicemente dispensato, ma che ora è una parte, seppur fondamentale, ma sempre una parte di una più ampia “presa in carico del paziente”, che rappresenta il reale obiettivo di questa nuova fase al passo con i tempi della nostra storica professione.
da Redazione SoFarmaMorra | 2 Aprile 2024 | Mondo Farmacia
fonte: www.farmacianews.it
Per apparire più di frequente, tra i primi risultati suggeriti, è necessario migliorare la posizione all’interno del ranking di Google. Vediamo come fare
L’ottimizzazione del posizionamento online di una farmacia è un’attività che implica di intervenire su diversi fattori per assicurare una visibilità ottimale sui motori di ricerca. Uno degli elementi chiave è la search engine optimization (Seo), ovvero lo strutturare i contenuti in modo da conquistare le posizioni migliori nel ranking di Google e, quindi, apparire più facilmente nelle ricerche, ma va affrontata con una strategia a lungo termine. Infatti, in media, i risultati delle modifiche Seo su un sito si possono vedere in 3-6 mesi, i riscontri di alcune modifiche richiedono addirittura un tempo maggiore.
La Seo, dunque, non ha effetti immediati ed è probabile che anche la concorrenza si stia impegnando per avere maggiore visibilità online. Ciò comporta che l’impegno verso la Seo debba essere continuo nel tempo. Un utente che entra nel sito web di una farmacia non deve essere costretto a vagare al suo interno, ma deve essere guidato. In altre parole, i collegamenti che si trovano all’interno delle pagine del sito devono portare ad altre pagine secondo un percorso logico. In questo modo si migliora l’esperienza degli utenti, rendendo più facile e veloce la ricerca di informazioni o prodotti. Inoltre, si mantengono più a lungo gli utenti all’interno del proprio spazio web e si migliora il loro coinvolgimento poiché si offre l’opportunità di esaminare più parti del sito stesso.
In cima al ranking
I collegamenti interni hanno anche un importante risvolto tecnologico. Infatti, i sistemi automatici dei motori di ricerca (i cosiddetti Bot) che scandagliano i siti per classificarne i contenuti all’interno dei ranking sono semplificati nella loro attività e possono più facilmente stabilirne l’architettura. Va da sé che migliore è la ricostruzione che riescono a produrre i Bot del sito, migliore è il posizionamento che si ottiene nel ranking. Anche il titolo di una pagina è importante (sia per l’utente sia per i Bot), perché fornisce un’informazione su ciò che si trova all’interno della pagina stessa.
Quando si pensa come strutturare il titolo, è importante garantire che le informazioni di ciascuna pagina (i tag, i termini tecnici) siano specifiche e si applichino solo al contenuto di quella pagina. Quindi, è consigliato utilizzare le parole chiave che gli utenti cercherebbero per trovare un prodotto o servizio, iniziando il titolo con quelle più cruciali, come “farmacia Rossi”, “cura del diabete” o “perdita di peso”. Una volta decise le parole chiave ottimali, devono comparire un certo numero di volte all’interno della pagina: solitamente almeno 3 volte per un testo di 300 parole (che è la lunghezza minima per avere un’efficace indicizzazione).
Inoltre, dovrebbero essere presenti il più possibile nel sito della vostra farmacia. Come detto, molte parole chiave cambieranno a seconda dell’oggetto della pagina specifica, ma quelle più importanti, come per esempio “farmacia”, dovrebbero essere inserite nei titoli dei contenuti che possono incidere maggiormente sul posizionamento nei motori di ricerca (in pratica, quelli più visti). Per evitare ogni volta di dover cercare nuove parole chiave, si può creare un glossario di quelle pertinenti ai propri servizi, come “bellezza”, “trattamenti viso”, “cura della persona” e così via. Per avere poi un suggerimento su quali è meglio usare, si può attivare un account Google AdWords, che dà un accesso gratuito allo strumento di pianificazione delle parole chiave di Google. Questo aiuta a stabilire quale traffico potenziale può generare una parola chiave.
Google Keyword Planner può poi fornire indicazioni su alcuni aspetti del sito web che potrebbero essere stati tralasciati. Come, per esempio, il fatto che un sito web dovrebbe essere responsive, ovvero adattarsi a qualsiasi dimensione dello schermo, dal Pc desktop allo smartphone, o che Google dà priorità ai siti web reattivi rispetto a quelli più lenti, perché sono più facili da navigare per l’utente.
Attenzione alle immagini
È importante evidenziare che, se si utilizza, per uno o più titoli del sito, un’immagine o una foto con del testo al suo interno, i Bot non saranno in grado di “leggere” tale testo, quindi, non si avrà alcun contributo all’indicizzazione. Una soluzione semplice è corredare tale foto con una didascalia, anche se, per esempio, si ripete il nome della farmacia. È anche possibile ottimizzare i nomi dei file immagine assegnando loro un nome in modo descrittivo.
È utile anche l’uso di “testi alternativi” per descrivere le immagini come proposto dai sistemi di gestione dei contenuti dei siti (Cms, content management system). In questo modo si consente ai motori di ricerca di “vedere” cosa contengono le immagini.
Contenuti di qualità sempre aggiornati
Un ottimo modo per migliorare la Seo è assicurarsi continuamente che il proprio sito abbia contenuti accurati, pertinenti e aggiornati. Concentrarsi sulla qualità piuttosto che sulla quantità aiuterà a garantire che i visitatori siano coinvolti e percepiscano valore dal sito. Il contenuto può essere testuale o visivo, come blog, testimonianze, video o podcast.
Idealmente, il sito dovrebbe essere aggiornato frequentemente (almeno mensilmente) con nuovi contenuti e consigli sulla salute, caratteristiche di prodotti o servizi, notizie o qualsiasi altra cosa i propri pazienti potrebbero trovare utile. Sebbene la presenza sui social media non sia direttamente collegata al sito web, l’utilizzo delle piattaforme gratuite consente di estendere e garantire longevità ai contenuti. Condividere blog o altri contenuti del sito sulle pagine dei social media permette di proporre tali contenuti a un pubblico più ampio. I social media favoriscono anche di essere reperiti da coloro che cercano farmacie nella propria zona poiché possono fornire indirizzo, numero di telefono, orari e altre informazioni rilevanti.
da Redazione SoFarmaMorra | 2 Aprile 2024 | Mondo Farmacia
fonte: www.farma7.it
Il ruolo delle farmacie nelle politiche a favore delle persone anziane è significativamente riconosciuto nel testo del Decreto legislativo 29/2024, da poco pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Lo sottolinea con soddisfazione Federfarma nella Circolare 139/2024, disponibile, come di consueto, sul sito della Federazione nell’area riservata.
Le nuove norme in materia di politiche in favore delle persone anziane riconoscono l’importanza del ruolo delle farmacie.
Federfarma osserva innanzitutto che il decreto legislativo fa esplicito riferimento al precedente D.lgs del 2009, che elenca le prestazioni sanitarie aggiuntive che possono essere erogate dalle farmacie a favore dei cittadini in regime di Ssn.
“L’intervento delle farmacie, in tale ottica -prosegue la circolare di Federfarma- è previsto nell’ambito dell’articolo 9 del provvedimento recante “Misure per la promozione di strumenti di sanità preventiva e di telemedicina presso il domicilio delle persone anziane”. Tale articolo affida a un decreto del ministro della Salute, di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze e con il ministro per le Disabilità, l’individuazione delle prestazioni di telemedicina attivabili per favorire il mantenimento delle miglior condizioni di vita della persona anziana presso il proprio domicilio. Tale decreto dovrà definire, tra l’altro, le modalità con cui la rete delle farmacie territoriali potrà erogare prestazioni di sanità preventiva a favore degli anziani”.
L’intervento delle farmacie è inoltre previsto al fine di promuovere l’implementazione di “servizi di comunità che operano secondo logiche di rete e di sussidiarietà orizzontale per contrastare l’isolamento relazionale e la marginalizzazione delle persone anziane non autosufficienti e delle loro famiglie, favorendo al tempo stesso la continuità di vita e delle relazioni personali, familiari e di comunità, nonché’ per promuovere la domiciliarità delle cure e dell’assistenza”.
La rete delle farmacie è esplicitamente chiamata a concorrere in modo attivo al raggiungimento di questo obiettivo, insieme agli altri soggetti che erogano servizi pubblici essenziali e servizi sanitari e sociali sul territorio.
Va segnalato infine che il decreto inserisce anche le farmacie tra i soggetti che possono segnalare l’esigenza di una valutazione da parte del Punto unico di accesso, istituito presso la Casa della comunità, riguardo al possesso dei requisiti da parte della persona anziana per poter usufruire dei servizi sociali e sociosanitari.
da Redazione SoFarmaMorra | 2 Aprile 2024 | Mondo Farmacia
fonte: www.farmacista33.it
Per i farmacisti è importante avere competenze di leadership e una adeguata formazione per svilupparle. La survey della FIP evidenzia proprio le necessità dei farmacisti sul tema
Leadership in farmacia, le 5 principali competenze. I farmacisti: serve formazione
Innovazione e imprenditorialità, negoziazione, contesto strategico, gestione dei conflitti e visione sono le cinque principali competenze di leadership per le quali i farmacisti desiderano più formazione. Sono alcuni dei risultati analizzati dalla Federazione farmaceutica internazionale (FIP) attraverso un questionario rivolto agli associati in tutto il mondo. Questo studio si propone, infatti, di analizzare le esigenze formative dei farmacisti in tutto il mondo per diventare leader, dal loro punto di vista.
Leadership: competenza necessaria anche in ambito farmaceutico
Innanzitutto, in cosa consiste la leadership? Le definizioni più comuni, dice FIP, si riferiscono al saper motivare gli altri verso il raggiungimento di un obiettivo specifico e guidare il cambiamento. I risultati, anche in sanità, migliorano quando c’è una guida consapevole, e questa capacità è in grado di promuovere il cambiamento, migliorare la fiducia e ridurre l’errore. Investire nello sviluppo di leader consapevoli può quindi avere un impatto positivo sulla salute globale. Per raggiungere questo obiettivo, impattando anche il mondo della farmacia, è necessario comprendere quali sono le mancanze nello sviluppo della leadership nei farmacisti e quali le loro necessità e desideri.
La FIP ha stabilito degli obiettivi di sviluppo delle competenze professionali per i farmacisti in tutte le fasi della carriera per supportare la trasformazione della professione farmaceutica a livello globale nel prossimo decennio. Uno di questi obiettivi si concentra sullo sviluppo della leadership e per approfondire il punto di vista dei professionisti ha sottoposto agli associati una survey dedicata.
Un sondaggio globale rivolto ai farmacisti
La ricerca, svoltasi in più fasi, ha visto l’avvio nel gennaio 2021 dove è stato proposto un sondaggio di 28 domande a circa 3000 membri della FIP, rappresentanti tutte e sei zone del mondo delimitate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il sondaggio è stato organizzato in tre sezioni: la prima si è concentrata su domande generali anonime di tipo demografico, esperienze di leadership e aree di pratica professionale; la seconda riguardava le esigenze di leadership, le competenze desiderate per svolgere il proprio ruolo di leader e sul come acquisirle tramite formazione; la terza sezione si è concentrata sulle percezioni della leadership riguardo al titolo, alla crescita, alle risorse e alle barriere nella leadership.
Le cinque principali competenze di leadership secondo i farmacisti
Sono state utilizzate analisi qualitative e quantitative e un totale di 239 partecipanti (~8%) ha completato la survey. La maggior parte di loro ha un’età compresa tra i 35 e i 54 anni e lavora sia nell’ambito accademico che in quello ospedaliero.
In media, i partecipanti hanno ritenuto che innovazione/imprenditorialità, negoziazione, contesto strategico, gestione dei conflitti e visione fossero tra le cinque principali competenze di leadership per le quali desideravano più formazione. Se suddivisi per contesto lavorativo, i farmacisti in ambito accademico hanno classificato la gestione dei conflitti come prioritaria, mentre nei reparti ospedalieri è la gestione del cambiamento la competenza che si ritiene fondamentale. Infine, i farmacisti di comunità hanno classificato il saper dare le priorità come la competenza di leadership maggiormente necessaria.
Poco tempo, costi e scarse opportunità gli ostacoli allo sviluppo della leadership
I partecipanti hanno, poi, classificato comunicazione, intelligenza emotiva, costruzione del team, visione e gestione dei conflitti tra le cinque competenze necessarie per essere un buon leader. Quando è stato chiesto loro quali competenze di leadership volessero personalmente sviluppare, i partecipanti hanno indicato gestione dei conflitti, gestione del cambiamento, negoziazione, contesto strategico e gestione del tempo come le prioritarie.
È stato anche affrontato il tema delle ragioni che ostacolano lo sviluppo della leadership e sono: la mancanza di tempo, i costi e le opportunità insufficienti per i farmacisti per imparare e sviluppare le competenze da leader.
L’Università non sviluppa le competenze per diventare leader
Questi risultati sottolineano come i farmacisti in contesti lavorativi diversi hanno bisogno di competenze di leadership diverse che dovrebbero essere attentamente considerate durante la formazione. A questo proposito, circa un terzo dei partecipanti ha dichiarato di aver ricevuto una formazione sulla leadership dopo la laurea, ma è nel contesto reale che si sono fatte le maggiori esperienze. Spesso, infatti, il periodo universitario non si focalizzata sullo sviluppo di queste abilità, che sono invece essenziali per la crescita professionale e l’avanzamento di carriera. Infine, i farmacisti hanno indicato che preferiscono su questa tematiche la formazione erogata in presenza rispetto a quella online.
da Redazione SoFarmaMorra | 26 Marzo 2024 | Mondo Farmacia
fonte: www.pharmaretail.it
Entro il 2030 quasi il 40% degli italiani soffrirà di rinite allergica
Assosalute, Associazione dei farmaci da banco e di automedicazione, parte di Federchimica, ha analizzato insieme al Professor Giorgio Walter Canonica, General Executive Manager SIAAIC, Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica e Senior Consultant Humanitas Milano, gli aspetti legati al tema delle allergie respiratorie e la correlazione con il cambiamento climatico. Le conclusioni dell’approfondimento sono state diffuse da Assosalute in una nota stampa.
Le riniti allergiche non sono un fenomeno nuovo, tuttavia hanno registrato un peggioramento negli ultimi anni, soprattutto tra i giovani e i bambini in età pediatrica, ma non solo: «In questi anni iniziano a emergere studi sull’insorgenza e sulla diffusione delle allergie anche dopo i settant’anni» ha spiegato il professor Walter Canonica. Le cause della maggiore incidenza delle allergie respiratorie sono diverse: «Dalla fine della pandemia», prosegue Canonica, «si è assistito a una esplosione delle allergie respiratorie, complice il minor uso della mascherina, che per molto tempo ha avuto un effetto protettivo dall’inalazione dei pollini, allergeni, virus e inquinanti.»
L’aumento delle allergie avrà un impatto significativo sulla salute e sulla qualità della vita di molte persone. Infatti «secondo le proiezioni, tra il 35% e il 40% della popolazione italiana soffrirà di rinite allergica entro il 2030».
Cambiamento climatico e stagione prolungata delle allergie
Non solo la pandemia ha avuto un impatto significativo sulla nostra salute e sul nostro benessere, ma anche il cambiamento climatico e l’inquinamento stanno emergendo come minacce crescenti, anche se necessitano ancora di molte analisi per valutarne l’impatto sulle allergie respiratorie. «Dobbiamo affrontare la prossima stagione con le dita incrociate. Se il trend continua a essere lo stesso, complici anche i livelli di inquinamento presenti nell’aria, dobbiamo attenderci sicuramente una primavera molto impattante per coloro che sono allergici» è l’allarme di Canonica.
Gli effetti del cambiamento climatico, in particolare l’aumento della temperatura, influiscono sulla stagione di pollinazione, che, rispetto al passato, è più lunga: «Gli allergici alla Parietaria, infatti, faranno i conti con le allergie da febbraio a novembre, non è più, dunque, una condizione stagionale ma perenne», commenta il Professore. «Il cambiamento climatico, che ne è la causa, ha comportato un aumento del numero di pollini sia nella quantità che nella durata del fenomeno». A questo, poi, va aggiunto il danneggiamento della mucosa respiratoria da parte dell’inquinamento ambientale, «agevolando la penetrazione degli allergeni e stimolando la risposta allergica. Più aumenta l’inquinamento e più il danno della mucosa diventa importante, contribuendo così a potenziare la risposta anomala che causa i sintomi dell’allergia».
Tra i consigli dell’esperto per superare la difficile e lunga primavera degli allergici, troviamo: l’uso della mascherina; il trattamento farmacologico preventivo con il supporto dei farmaci di automedicazione; il consulto con l’allergologo; la pulizia degli ambienti e infine l’attenzione al meteo: meglio evitare passeggiate durante i temporali perché le scariche elettriche che possono rompere i pollini, peggiorano la condizione allergica.