SERVIZI DIGITALI, ONLINE E E-COMMERCE: LE NUOVE REGOLE PER PIATTAFORME E OPERATORI

SERVIZI DIGITALI, ONLINE E E-COMMERCE: LE NUOVE REGOLE PER PIATTAFORME E OPERATORI

fonte: www.farmacista33.it

Il 17 febbraio sarà completamente applicabile il Digital services act, la normativa europea che armonizza le regole del mercato digitale per servizi online e digitali, tra cui e-commerce. Ecco gli ambiti di applicazione
Servizi digitali, online e e-commerce: le nuove regole per piattaforme e operatori
Cambiamenti in vista per servizi online e digitali, tra cui e-commerce: dal 17 febbraio sarà completamente applicabile il Digital services act (Dsa), la normativa della Commissione europea che ha l’obiettivo di armonizzare le regole del mercato digitale, creare “un ambiente online sicuro, prevedibile e affidabile”, tutelare i diritti di utenti e consumatori, agevolare l’innovazione, contenendo i rischi relativi. Un punto sugli ambiti di applicazione.

Nuove regole per i servizi online a tutela di utenti e consumatori
Il Dsa (Regolamento UE 2022/2065) ha visto un percorso di applicazione a step, con un passaggio recente, ad agosto, in cui sono state interessate le grandi piattaforme – definite dalla normativa come servizi con oltre 45 milioni di utenti unici in Europa. La prossima deadline è fissata al 17 febbraio e vede l’estensione a tutte le piattaforme online della necessità di conformarsi alle norme, anche se resta il principio che micro e piccole imprese hanno obblighi proporzionati alle dimensioni e al raggio di azione.
La filosofia alla base del regolamento è chiara: come si legge nella premessa, “modelli di business e servizi nuovi e innovativi, quali i social network e le piattaforme online che consentono ai consumatori di concludere contratti a distanza con operatori commerciali hanno permesso agli utenti e ai consumatori di accedere alle informazioni ed effettuare transazioni in modi nuovi. Attualmente la maggior parte dei cittadini dell’Unione utilizza tali servizi quotidianamente. La trasformazione digitale e il maggiore utilizzo di tali servizi hanno tuttavia anche dato origine a nuovi rischi e sfide per i singoli destinatari dei vari servizi, per le imprese e per la società nel suo insieme”. Tra i vari Paesi, pertanto, si è generata una spinta alla regolamentazione che da parte dell’Europa è stata affrontata in un ambito sovranazionale, dato “il carattere intrinsecamente transfrontaliero di internet”. Anche a tutela dei diritti dei cittadini europei “è pertanto opportuno stabilire una serie mirata di norme obbligatorie uniformi, efficaci e proporzionate a livello dell’Unione al fine di tutelare e migliorare il funzionamento del mercato interno. Da qui l’esigenza del “regolamento che stabilisce le condizioni per lo sviluppo e l’espansione di servizi digitali innovativi nel mercato interno”. Il Digital Services Act, d’altra parte, insieme al Digital Markets Act Regolamento (DMA) UE 2022/1925, costituiscono il “Digital Services Package”, che, nel complesso, si pongono l’obiettivo di creare uno spazio digitale più sicuro in cui siano tutelati i diritti fondamentali di tutti gli utenti dei servizi digitali, e creare condizioni di parità per promuovere l’innovazione, la crescita e la competitività, sia nel mercato unico europeo che a livello globale.

Effetti e ricadute sulle vendite online
Un elemento importante riguarda la definizione di illegale e un aspetto rimarcato è che “Per conseguire l’obiettivo di garantire un ambiente online sicuro, prevedibile e affidabile, il concetto di «contenuto illegale» deve rispecchiare ampiamente le norme vigenti nell’ambiente offline. In particolare, il concetto di «contenuto illegale» dovrebbe essere definito in senso lato per coprire anche le informazioni riguardanti i contenuti, i prodotti, i servizi e le attività illegali”. Tale concetto ha un valore esteso e tra le varie casistiche viene citata anche “la vendita di prodotti non conformi o contraffatti”.
Una riflessione ulteriore, al riguardo, arriva da una nota di Federfarma, che fornisce alcune indicazioni: “Il Regolamento stabilisce norme relative a specifici obblighi in materia di dovere di diligenza adattati a determinate categorie di prestatori di servizi intermediari. Nello specifico, gli obblighi che la nuova normativa europea impone ai marketplace e ai siti web che effettuano servizi di intermediazione impongono ai colossi del marketplace un’opera di controllo ex ante che dovrebbe evitare la vendita di prodotti spacciati come prodigiosi”.

Ambito di applicazione: le indicazioni
Secondo quanto si legge, a ogni modo, il Regolamento si applica “ai servizi intermediari offerti a destinatari il cui luogo di stabilimento si trova nell’Unione o che sono ubicati nell’Unione”; “non si applica comunque ai servizi che non sono servizi intermediari neì alle prescrizioni imposte in relazione a tali servizi, indipendentemente dal fatto che i servizi siano prestati facendo ricorso a servizi intermediari”. Al riguardo da Federfarma viene indicato che “tale disposizione chiarisce come la normativa non si applica alle farmacie che, autonomamente, vendono prodotti, ad esclusione dei farmaci ad uso umano, attraverso il proprio sito web. La normativa non si applica neanche nel caso in cui la vendita online riguardi farmaci, poiché, come espressamente stabilito dalla Circolare ministeriale del 10 maggio 2016, non eÌ consentita la vendita di medicinali online tramite marketplace ovvero siti web intermediari”.

DAL PRODOTTO AL BRAND: RISCRIVERE IL FUTURO DELLA FARMACIA

DAL PRODOTTO AL BRAND: RISCRIVERE IL FUTURO DELLA FARMACIA

fonte: www.farmaciavincente.it

In un mondo dove i prodotti sono onnipresenti e la concorrenza è a un clic di distanza, il futuro della farmacia si gioca su un campo inaspettato: il branding. Il brand non è più prerogativa esclusiva delle grandi catene, ma un imperativo strategico anche per la farmacia indipendente. Ogni farmacia, con le sue peculiarità e la sua storia, possiede il potenziale per trasformarsi in un brand distintivo e significativo.

Nel tessuto urbano di negozi e servizi, la farmacia deve emergere come un faro di fiducia e competenza, un luogo che si associa non solo alla risposta immediata a un bisogno, ma a una soluzione di benessere a 360 gradi. La sfida è ridefinire l’esperienza del cliente, facendo leva su elementi che rendono unica la vostra farmacia: il calore umano, la conoscenza approfondita, l’innovazione dei servizi e la capacità di essere sempre un passo avanti nelle soluzioni di salute.

Creare un brand significa forgiare un legame emotivo con i clienti, un legame che va oltre il singolo acquisto e si proietta nella continuità di un rapporto basato sulla fiducia e sulla personalizzazione dell’offerta. Significa diventare la prima immagine che affiora nella mente del cliente di fronte a una necessità di salute o benessere: la farmacia come sinonimo di cura e attenzione.

Ma come si concretizza questa transizione?

Inizia con l’ascolto attivo del territorio e dei clienti, per poi plasmare gli spazi e l’offerta in maniera che riflettano la vostra unicità. È un percorso che va dalla scoperta di sé come professionisti della salute alla definizione di una strategia comunicativa chiara, capace di raccontare la vostra storia e i vostri valori.

Questo è un invito, rivolto ai farmacisti, a intraprendere un viaggio di riscoperta e affermazione della propria identità professionale, per emergere in un panorama commerciale saturo e competitivo.

Il messaggio è chiaro: non è più tempo di vendere prodotti, ma esperienze, relazioni, fiducia. La vostra farmacia può e deve diventare il brand di riferimento per la salute e il benessere della comunità.

di Luca Sartoretto Verna

Telemedicina: nel 2023 la farmacia si consolida come centro servizi, la ricerca Health Italia

Telemedicina: nel 2023 la farmacia si consolida come centro servizi, la ricerca Health Italia

fonte: www.pharmaretail.it

Telemedicina: nel 2023 la farmacia si consolida come centro servizi, la ricerca Health Italia
Il ricorso a consulti specialistici in telemedicina e l’affermarsi delle farmacie come centri di servizi medici sono due trend in consolidamento in Italia, secondo i dati raccolti da Health Italia, nell’ambito del suo primo Osservatorio sulla telemedicina, che si basa sui dati raccolti nell’ambito della sua attività sul territorio nazionale nell’ultimo biennio (2022-2023).

Crescono Ecg e servizi di cardiologia
In generale l’incremento maggiore tra i servizi di telemedicina si registra nelle televisite: i consulti a distanza con i medici hanno visto un incremento del 172%, evidenziando un cambiamento radicale nelle abitudini dei pazienti che abbracciano con sempre maggior convinzione la possibilità di mettersi in contatto da remoto con uno specialista o con il medico curante. Tra le specialità più utilizzate per le televisite sono protagoniste le attività di valutazione e prevenzione in cardiologia: con la telecardiologia che segna addirittura un +300% rispetto al 2022. Un altro ambito in cui gli italiani utilizzano sempre più il teleconsulto (+158%) è quello della nutrizione.

«I dati raccolti dal primo Osservatorio di Health Italia sulla telemedicina evidenziano come questo strumento, dopo il forte boost avuto in seguito all’emergenza pandemica, si stia affermando in questa fase di “nuova normalità” come una solida alternativa rispetto alla pratica medica tradizionale», ha commentato Silvia Fiorini, dg di Health Point, società controllata da Health Italia Spa.

Il 2023 ha segnato in Italia un importante incremento in termini di utilizzo della telemedicina all’interno delle farmacie. Si ricorda che una recente indagine di Federfarma ha mostrato che, per quanto riguarda l’Ecg, la media italiana delle farmacie che erogano il servizio è del 52%, con un 32% di farmacie che si dichiara disponibile ad implementarlo all’interno della propria attività. Quasi la metà delle farmacie italiane offre i servizi di holter pressorio (50%) e cardiaco (46%), mentre tra i quattro servizi oggetti d’indagine, la spirometria risulta il meno diffuso tra le farmacie italiane: solo l’8% di esse lo eroga attualmente, con il 56% che si dichiara disponibile a introdurlo all’interno della propria attività.

Nello specifico dei dati dell’Osservatorio, un impulso significativo proviene anche in questo caso dalle prestazioni cardiologiche, che hanno visto un’importante crescita del 35% per quanto riguarda elettrocardiogramma, holter cardiaco e holter pressorio. Solo il dato degli Ecg erogati in farmacia è del +40% rispetto all’anno precedente. Proprio le farmacie sembrano essere l’operatore di riferimento per migliaia di italiani che nel corso dell’anno si sono affidati alla telemedicina, sfruttando il fattore di prossimità che la capillare rete di farmacie sul territorio è in grado di garantire. Un trend opposto, che risulta però coerente con il progressivo superamento della fase pandemica, è quello registrato invece dalla spirometria erogate nelle farmacie: la prestazione di ambito pneumologico ha registrato nel 2023 un calo del 45% rispetto all’anno precedente, quando molti italiani si sono ritrovati ancora alle prese con gli strascichi del Covid. Similmente a quanto avvenuto per spirometria, anche il monitoraggio del Covid attraverso le visite da remoto ha visto una drastica riduzione della domanda nel 2023, rappresentando solo una minima parte rispetto agli anni precedenti, quando invece componeva il 15% del paniere.

Dolore muscolo-scheletrico, trattamento e prevenzione. Dalla Fip vademecum per farmacisti

Dolore muscolo-scheletrico, trattamento e prevenzione. Dalla Fip vademecum per farmacisti

fonte: www.farmacista33.it

Farmaci antinfiammatori, terapia del freddo o del caldo possono essere di aiuto al paziente che soffre di dolori muscolo-scheletrici. Dalla Fip le indicazioni per i farmacisti
Dolore muscolo-scheletrico, trattamento e prevenzione. Dalla Fip vademecum per farmacisti
Utilizzo appropriato di farmaci antinfiammatori non steroidei, terapia del calore e del freddo, e suggerimenti utili al paziente nella gestione del dolore muscolo-scheletrico. Questi sono alcuni dei punti affrontati nel documento condiviso dalla Federazione farmaceutica internazionale (FIP) dal titolo “Managing musculoskeletal pain in the community pharmacy-Report from an international insight board”. Il focus è sul ruolo che i farmacisti possono svolgere per aiutare i pazienti a gestire il dolore muscolo-scheletrico, problematica molto comune di cui spesso viene richiesto il consulto in farmacia.

Dolore muscolo-scheletrico, il mal di schiena è il più comune
Il dolore muscolo-scheletrico comprende sia condizioni acute che croniche. Il dolore acuto è spesso associato a eventi come cadute, distorsioni e lesioni sportive causate da sovraffaticamento, mentre il dolore cronico tende ad essere più diffuso negli anziani ed è spesso associato a condizioni specifiche come l’osteoartrite, l’artrite, la gotta, la fibromialgia e il dolore neuropatico diabetico. Il mal di schiena è la forma più comune di dolore muscolo-scheletrico e colpisce tutte le fasce d’età, dai giovani in età lavorativa agli anziani. Questa prevalenza è spesso attribuita alla sedentarietà prolungata, sia davanti al computer, durante le sessioni di lettura o mentre si partecipa a conferenze.

Come trattare il dolore muscolo-scheletrico: approccio farmacologico e non farmacologico
Il dolore muscolo-scheletrico può essere gestito utilizzando:

Approccio farmacologico
•oppioidi
•gabapentinoidi
•paracetamolo
•FANS orali, topici
•miorilassanti
•capsaicina

Approccio non farmacologico
•terapia con calore
•terapia del freddo
•allenamento con esercizi specifici
•supporto psicologico

Farmaci antinfiammatori non steroidei, i farmaci più utilizzati
Gli antinfiammatori non steroidei (FANS) sono i farmaci di prima linea più comuni raccomandati dai farmacisti per la gestione del dolore muscolo-scheletrico al fine di alleviare il dolore e ridurre l’infiammazione. I FANS più utilizzati includono l’ibuprofene, il naproxene e il diclofenac. Nei casi in cui il paracetamolo non fornisse sollievo, viene utilizzato in combinazione con un FANS. È fondamentale, però, per i farmacisti esaminare la storia clinica del paziente, i farmaci utilizzati ed eventuali controindicazioni prima di raccomandare opzioni farmacologiche.

Terapia con calore, freddo e supporto psicologico
Nei casi in cui gli spasmi muscolari sono legati all’esercizio fisico e sono il principale motivo di dolore, si consiglia la terapia del calore o del freddo come terapia iniziale.
Il calore è uno dei metodi più antichi per alleviare il dolore: migliora il flusso sanguigno e l’elasticità dei tessuti aiutando a rilassare muscoli dolenti e tesi. Questa opzione è raccomandata per le zone colpite da rigidità e tensione, principalmente collo, schiena e spalle. Esempi comuni di terapia del calore includono cuscini riscaldanti, coperte, fasce, bagni caldi, docce, vasche idromassaggio e saune, creme/gel topici con composti come la capsaicina e terapia del calore basata sulla terapia fisica, come l’ultrasuono.

La terapia del freddo, invece, è consigliata per il dolore associato a gonfiore e infiammazione ed è molto utile per le articolazioni dolorose, comprese ginocchia, spalle e gomiti. Riducendo la temperatura della pelle e del muscolo dell’area interessata, la successiva riduzione del flusso sanguigno e dei processi metabolici riduce l’infiammazione e il gonfiore, e quindi il dolore. Alcuni esempi comuni includono creme/gel topici con composti come il mentolo, impacchi o fasciature di ghiaccio, bagni o docce fredde o crioterapia.

È importante, però, che alla base degli approcci non farmacologici al dolore muscolo-scheletrico sia inclusa l’educazione del paziente su come modificare lo stile di vita e quando indirizzarlo ad un adeguato supporto specialistico. Infatti, uno stile di vita sedentario è il principale fattore di rischio per il mal di schiena e i farmacisti possono promuovere una corretta gestione del peso per ridurre lo stress sulle articolazioni e insegnare alcune tecniche posturali efficaci per migliorare il benessere muscolo-scheletrico complessivo. Un programma di allenamento, con il consulto di specialisti, che include stretching, rinforzo muscolare, esercizi isometrici, aerobici e resistenza dinamica può essere preso in considerazione inizialmente per affrontare il dolore.

Un massaggio può ridurre la muscolatura dolorante e la rigidità. L’allenamento fisico è indicato per disturbi cronici del collo, osteoartrite, fibromialgia, e dolore cronico lombare ed è altamente raccomandato nei casi di stile di vita sedentario. Poiché il dolore non è solo un’esperienza fisica ma tocca anche aspetti psicologici e psicosociali può è essere di supporto una terapia cognitivo-comportamentale e mindfulness.

Per i farmacisti è necessaria una formazione dedicata
È fondamentale, però, che i farmacisti siano adeguatamente formati per identificare, valutare e gestire il dolore muscolo-scheletrico con linee guida cliniche, con materiali educativi per i pazienti e con la collaborazione con altri professionisti sanitari (ad esempio, medici, ortopedici, fisioterapisti, chiropratici, ecc.). È importante, anche, che i farmacisti siano consapevoli rispetto a cosa rientra nelle loro competenze e quando indirizzare i pazienti ad altri professionisti per una adeguata gestione della problematica. Inoltre, per i farmacisti è spesso difficile effettuare una consulenza approfondita per mancanza di tempo e ridotta forza lavoro nelle farmacie. Infine, anche la mancanza di remunerazione appropriata limitano i farmacisti dall’approfondire altri ruoli clinici oltre alla dispensazione dei farmaci.

Organizzare e responsabilizzare, come agire in farmacia

Organizzare e responsabilizzare, come agire in farmacia

fonte: www.farmacianews.it
Fornire servizi non coperti da altre categorie, garantire ai propri collaboratori il work-life-balance e uno stipendio adeguato. Queste alcune delle attività che devono caratterizzare un presidio sanitario vincente
Le attività del servizio farmaceutico sono in continua evoluzione. Secondo i dati Ipsos 2023, l’impegno a proporre servizi e a svolgere il ruolo del consiglio salutistico rimangono ai primi posti della mission del farmacista.

L’attività timing consuming dedicata alla burocrazia e alle pratiche amministrative, purtroppo, rimane ancora il cruccio di questa categoria. Le attività percepite come “inoperose” potrebbero lasciare spazio ai desiderata dei farmacisti. La necessità di essere sempre più informati su farmacie e prodotti per la salute e la consapevolezza di voler svolgere un ruolo di natura manageriale sono le principali manifestazioni di interesse e in crescita nel 2023.

Bisogni di mercato non soddisfatti
L’indagine svolta dall’Osservatorio salute benessere e resilienza, insieme con l’Istituto superiore di sanità e a un fondo sanitario integrativo, ha fotografato lo sviluppo attuale e futuro della telemedicina, in 300 strutture sanitarie mediche private e private convenzionate.

La maggioranza degli intervistati (58%) ha dichiarato di non svolgere e, probabilmente, non svolgerà questa attività per la difficoltà organizzativa (24%), per scarsa collaborazione del personale sanitario (15%) e per onerosità economica (9%). Si tratta di un bisogno del mercato sanitario per una nicchia di pazienti che non viene soddisfatto. Per un hub della salute quale la farmacia questa attività può rappresentare un’opportunità da “oceano blu”.

Un nuovo mercato dove le imprese avvedute possono svilupparsi da sole per la bassa concorrenza. Intercettare una nuova domanda, attuare una nuova strategia è una sfida entusiasmante. La strategia di telemedicina può richiedere investimenti sia economici sia in risorse umane specifiche. Dove ciò non sia possibile per la sostenibilità, ci si può rivolgere a strutture organizzate capaci di svolgere questo ruolo a supporto della farmacia. Per le strutture mediche, organizzazione e collaborazione del personale sono i punti deboli dell’attività di telemedicina.

Il farmacista che realizza progetti come la telemedicina dovrà focalizzare parte dell’attenzione dedicata alla cosiddetta attività al banco verso nuovi modelli relazionali con il cliente. Il banco rimane comunque centrale perché è da qui che nascono le esigenze della clientela. Dal dialogo, si creano e sviluppano le competenze del singolo operatore sanitario. Se si decide di entrare nell’oceano blu del nuovo mercato, qualche sacrificio di timing spending andrà comunque fatto, in modo particolare nella fase strategico-operativa preparatoria e di avvio.

Essere una start up
Da anni un’azienda multinazionale statunitense ha portato avanti il modello del suo fondatore. Nelle interviste che si possono trovare online, la logica vincente della start up all’interno di una grande azienda è alla base del successo imprenditoriale. Funzioni dimensionate a una persona che lavorano a un progetto per avviarlo sono responsabili degli oneri e onori del successo. Una farmacia con una forza lavoro adeguata potrebbe fare un tentativo di questo tipo e valutarlo nel tempo. Se la sostenibilità di ogni progetto è determinante, la responsabilizzazione personale del manager e del collaboratore diventa l’investimento per il successo.

Collaborazione senza burnout
Spesso si creano in azienda situazioni di burnout, con stress da lavoro negativo. Una motivazione frequente si basa su aspetti di natura economica. Il fatturato non raggiunto e la mancanza di una buona remunerazione del personale assumono il ruolo di giustificativo per situazioni di difficile successo. Da un’analisi della Harvard business school emergono considerazioni sugli aspetti organizzativi del personale che prescindono dal solo aspetto retributivo.

L’indagine Global world of the future ha messo all’8° posto la motivazione economica come leva per il cambio di azienda. Il 75% di coloro che cambiano, in realtà, prediligono le società che mettono al centro le persone. Che il work-life-balance sia tra gli obiettivi del datore di lavoro è valutato con attenzione dai professionisti. La chiarezza manageriale e la responsabilizzazione personale del dipendente fanno parte delle leve di interesse e di maggiore fedeltà a una società. Più le organizzazioni crescono, più viene richiesta la collaborazione tra colleghi e maggiore impegno con i clienti.

Se il team lavora bene, anche l’azienda ottiene un giovamento. Il manager oberato da attività burocratiche ed economiche ha necessità di una pausa per dedicarsi a un attento processo di riflessione decisionale, in modo che possa svolgere più tranquillamente il proprio lavoro. Le soluzioni organizzative devono avere come scopo unico quello di sradicare il sovraccarico collaborativo a tutti i livelli.

Team o singolo giocatore?
Un passo manageriale fondamentale in un processo organizzativo è comprendere perché un collaboratore si impegna troppo ad aiutare gli altri del team. Il “giocatore di squadra” è diverso dall’“artista di punta”. Lo studio di Harward evidenzia come le eccessive collaborazioni a favore degli altri spesso mettono in evidenza la propria “individualità personale” come caratteristica distintiva lavorativa. Spesso, questa caratteristica diventa un alibi per far credere di essere indispensabili in azienda e bloccare l’impegno in qualsiasi nuova attività che potrebbe portare rinnovamento.

Il manager capace deve provare a eliminare eventuali collaborazioni distrattive permettendo, al dipendente capace, di concentrarsi su un nuovo progetto, mantenendo un occhio fisso sul rapporto con l’ambiente della clientela. Una volta che il collaboratore ha razionalizzato e condiviso consapevolmente la propria situazione, spetta sempre al manager sviluppare la capacità di convincimento e comprensione di quale sia la nuova strada corretta da percorrere. La responsabilizzazione personale del collaboratore segue ed è alla base del proprio successo personale, che quasi sempre coincide con quello aziendale. Continuare a essere la “zattera di salvataggio” delle persone è pericoloso.

Questa è un’espressione che il manager potrebbe esprimere quando punta con convinzione alla partenza di un nuovo progetto. Gli individui che hanno carta bianca nell’affrontare da soli i problemi di una nuova attività trovano lo spazio di recupero dal 18 al 24% del tempo collaborativo che prestavano agli altri. I ricercatori della Harward business school hanno evidenziato che la cultura del lavoro sempre in attività, la tecnologia invadente, i capi esigenti, i clienti difficili e i colleghi inefficienti costituiscono una parte certamente importante del problema, con sfide che richiedono soluzioni organizzative. Queste però fanno parte degli aspetti comuni a ogni azienda. La perdita di tempo esterna si accompagna, in realtà, a un altro nemico che cova con modalità differenti e specifiche in ogni azienda: la mentalità e le abitudini dei singoli individui, siano essi manager o collaboratori.

Farmaci pediatrici in sciroppo. Farmacisti possono formare genitori sul dosaggio. Metodi di comunicazione al banco

Farmaci pediatrici in sciroppo. Farmacisti possono formare genitori sul dosaggio. Metodi di comunicazione al banco

fonte: www.farmacista33.it

Una ricerca si è soffermata sul dosaggio pediatrico di paracetamolo e ibuprofene, con il caregiver che può andare in confusione tra calcolo del peso e siringhe dosatrici

di Sabina Mastrangelo
Farmaci pediatrici in sciroppo. Farmacisti possono formare genitori sul dosaggio. Metodi di comunicazione al banco
Attraverso diverse strategie di comunicazione e dimostrazioni pratiche, il farmacista ha l’opportunità di contribuire alla formazione dei caregiver che devono somministrare farmaci pediatrici in formulazione orale, in particolare sciroppi. Nel districarsi tra siringhe dosatrici e calcolo del peso, infatti, c’è il rischio che il caregiver somministri un dosaggio più alto o più basso di quello prescritto. Il farmacista, nel dispensare il farmaco, può accertarsi, però, che chi somministra abbia compreso come dosare correttamente. A parlarne è un articolo su PharmacyTimes che riprende una recente ricerca pubblicata su Exploratory Research in Clinical and Social Pharmacy e guidata da Alexis Loehfelm, della West Virgina School of Psteopathic Medicine, negli USA.

Corretto dosaggio delle sospensioni orali per uso pediatrico
Spesso i farmaci per trattare febbre e dolore nei bambini più piccoli sono sospensioni orali e nel 2009, la Food and Drug Administration (FDA) americana ha pubblicato delle line guida per promuovere il corretto dosaggio di queste formulazioni e l’utilizzo dei device di misurazione standard, con una serie di raccomandazioni in merito a informazioni da inserire in etichetta. Le difficoltà dei caregiver nella somministrazione dei farmaci pediatrici, infatti, spesso si traducono in un aumento del rischio di sovradosaggio o sottodosaggio.

Il ruolo del farmacista: comunicare con il metodo teach-back
Lo studio americano ha valutato 14 prodotti pediatrici in forma liquida a base di paracetamolo e ibuprofene, venduti come farmaci da banco. Dall’analisi è emerso che tutti i prodotti includevano nelle istruzioni per l’uso le sezioni chiave richieste dalle raccomandazioni della FDA per il corretto dosaggio. Tuttavia, gli stessi autori evidenziano l’importanza che il farmacista spieghi in modo corretto le indicazioni d’uso di questi prodotti, nonché l’importanza di applicare misurazioni aggiornate per il dosaggio, come il corretto peso corporeo del paziente pediatrico valutato al momento della somministrazione. Per promuovere l’alfabetizzazione, i farmacisti dovrebbero utilizzare strategie di comunicazioni come il teach-back, che consiste nell’ascoltare dal caregiver cosa ha appreso in merito all’utilizzo dei device e al calcolo del dosaggio. Inoltre, il farmacista può dimostrare a livello pratico come dosare il farmaco orale o può suggerire fonti cartacee o online a supporto dei caregiver.