fonte: www.farmacista33.it

Il concordato preventivo biennale consiste in un accordo con il Fisco che permette, per opzione e non per obbligo, di pagare le tasse per un biennio sulla base di quanto preventivato dall’Agenzia delle Entrate, favorendo così l’adempimento spontaneo degli obblighi dichiarativi. Ecco come funziona e chi può accedervi

di Francesca Giani
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Il concordato preventivo biennale, introdotto a inizio 2024, è un istituto di compliance e consiste, di fatto, in un accordo con il Fisco che permette, per opzione e non per obbligo, di pagare le imposte per un biennio non in base agli effettivi redditi, bensì sulla base di quanto preventivato dall’Agenzia delle Entrate, favorendo così l’adempimento spontaneo degli obblighi dichiarativi. Ma come funziona? Chi può accedervi? E quale è la sua portata? Stefano De Carli e Vanessa Maggiore, commercialisti dello Studio Luce di Modena, ne hanno fatto un’ampia analisi, in un articolo di Punto Effe.

Concordato preventivo biennale: beneficiari e requisiti per accedere
Allo strumento – previsto dal Dlgs n. 13 del 12 febbraio 2024 – possono accedere i contribuenti esercenti attività d’impresa, arti o professioni che applicano gli Indici sintetici di affidabilità (ISA). Un requisito specificato è quello di non avere, con riferimento al periodo d’imposta precedente, debiti tributari o contributivi definitivamente accertati con sentenza irrevocabile o con atti impositivi non più soggetti a impugnazione, o anche di non aver estinto tali debiti, nei termini per aderire al Concordato, entro la soglia di 5.000 euro. L’accettazione della proposta obbliga il contribuente, nei periodi d’imposta oggetto di Concordato, ad adempiere agli ordinari obblighi contabili e dichiarativi, a riportare gli importi concordati nelle dichiarazioni dei redditi e dell’imposta regionale sulle attività produttive e alla comunicazione dei dati mediante la presentazione dei modelli per l’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale.

Operatività e metodologia: i criteri della formulazione della proposta
Ma come funziona, in termini operativi, l’Istituto? Il concordato preventivo biennale (CPB), spiegano i due commercialisti, «si basa sulla proposta che si ricava direttamente dalla compilazione di una sezione specifica del modulo ISA allegato alla dichiarazione dei redditi del periodo d’imposta 2023. Nella modulistica viene richiesto di indicare il reddito d’impresa rilevante ai fini del CPB, che è sostanzialmente il reddito imponibile per il 2023 nel quale non vengono considerati alcuni componenti di natura straordinaria quali minusvalenze/plusvalenze, sopravvenienze passive/attive, perdite su crediti. Sulla base del dato di reddito così normalizzato, il software dell’Agenzia propone un valore, sia ai fini IRPEF/IRES, sia IRAP, che, se accettato, costituirà la base imponibile su cui determinare la tassazione per i periodi di imposta 2024 e 2025».
Lo strumento, infatti, è stato formulato con una specifica metodologia che si basa sulla «misurazione dei singoli indicatori elementari di affidabilità e anomalia, presenti negli ISA; sulla valutazione dei risultati economici nella gestione operativa negli ultimi tre periodi di imposta, compreso il 2023; sul confronto con valori di riferimento settoriali; sulla cosiddetta “redditività minima” – calcolata tenuto conto della spesa media per dipendente e, per le farmacie, indicata in 25.912 euro; sul criterio di formulazione della base IRAP, nonché sulla rivalutazione con proiezioni macroeconomiche per i periodi d’imposta 2024 e 2025».

Va detto comunque che «nel caso in cui l’applicazione degli ISA per il 2023 non fornisca un risultato di piena affidabilità fiscale (punteggio pari a 10), il reddito proposto in sede di concordato tiene conto di tale condizione, andando a modulare il reddito per recuperare il gap. La maggiore stima finale del reddito risultante viene poi moltiplicata per un coefficiente di benchmark, ottenuto dal rapporto tra il valore aggiunto dichiarato e quello stimato dei contribuenti pienamente affidabili. Il reddito così calcolato non viene tuttavia richiesto interamente per entrambi gli anni ma viene ridotto della metà per il primo anno di applicazione (2024)».

Le regole: cosa succede in caso di aumento o diminuzione del reddito nel 2024 o 2025
A ogni modo, «occorre tenere presente che il valore scaturente dall’elaborazione non è modificabile né passibile di trattativa con l’amministrazione: chi intende aderire deve basarsi esclusivamente sul dato proposto, valutare la propria posizione reddituale presente e futura e decidere di conseguenza».
Alla luce di queste indicazioni, «va considerato che in caso di aumento e soprattutto di diminuzione del proprio reddito nel 2024 o 2025 l’imponibile su cui calcolare le imposte resterà immutato a meno che non accadano “eventi eccezionali” – danni ai locali, alle scorte, sospensione dell’attività e altre ipotesi meno frequenti per la categoria – che possano permettere la fuoriuscita dal regime, se comportano la riduzione dei ricavi di almeno il 30%, oppure la riduzione della proposta al superamento di determinate soglie».
Un altro aspetto rilevato è che «il concordato cessa di avere efficacia dal periodo d’imposta in cui il contribuente è soggetto a operazioni di fusione, scissione, conferimento o la società di persone o Srl “trasparente” sia interessata da modifiche della compagine sociale (trasferimento di quote societarie). È evidente quindi che l’istituto si adatta principalmente a quelle farmacie che non hanno in animo di intraprendere cambi gestionali, fermo restando che nessuna precisazione si è sinora avuta nei casi di decesso del titolare o socio».

Tempistica e casi in cui si rischia di decadere dal Concordato
Un’ultima considerazione è che «si decade dal CPB nel caso venga accertata l’esistenza, per l’annualità di riferimento 2023, di attività non dichiarate o l’inesistenza /indeducibilità di passività dichiarate, per un importo superiore al 30% dei ricavi dichiarati, ovvero risultino commesse altre violazioni di non lieve entità. Tra queste, rientra la comunicazione inesatta o incompleta dei dati ISA, tale da determinare un minor reddito o valore netto della produzione ai fini IRAP oggetto del concordato per un importo superiore al 30%. Si tratta di una soglia decisamente elevata che mette al riparo praticamente ogni soggetto della categoria delle farmacie da problematiche di questa natura. Mentre, va chiarito, non esiste alcun limite di tolleranza nel caso di una qualsiasi modifica o integrazione della dichiarazione dei redditi determinante una quantificazione diversa dei redditi o del valore della produzione netta IRAP rispetto a quelli in base ai quali è avvenuta l’accettazione della proposta di concordato».

Infine c’è una riflessione da fare in relazione alla tempistica: «È vero che il termine per l’accettazione è il 31 ottobre 2024 ma è anche vero che questo corrisponde con la deadline per la trasmissione della dichiarazione dei redditi relativa all’annualità passata, nella quale l’adesione deve essere contenuta. Il consiglio pertanto è quello di anticipare le decisioni rispetto alla scadenza per permettere di portare a termine ogni adempimento dichiarativo e trasmissivo in tempi ragionevoli».