Di Luca Sartoretto Verna | FarmaciaVincente.it

In questo periodo di nuove aperture di farmacie e sconvolgimenti ancora in corso per gli equilibri del comparto, molti farmacisti titolari stanno cercando nuove opportunità.

Collaboratori che se ne vanno in altre regioni per aprire la loro attività, titolari che vendono e lasciano tutti a spasso per aprire uno stabilimento balneare (non solo lo staff ma anche i figli che avevano costretto a scegliere farmacia!!).

 

Sempre di più mi capita di parlare con alcuni titolari che sembrano perseguitati dalla “maledizione del collega farmacista”:
1) ci mettono mesi a trovare la persona “giusta” da inserire;
2) la formano dalla A alla Z (investendo weekend, soldi, viaggi ed energie);
3) dopo un po’ (in alcuni casi anni) questa persona riesce finalmente ad essere preparata e inizia a produrre;
4) tuttavia, proprio quando inizia a ripagare degli investimenti fatti su di lei, decide di abbandonare la farmacia (si mette in proprio o in maternità senza rientro; è “stanca”, ecc.);
5) di conseguenza il titolare, che aveva iniziato a rilassarsi e a godere di un po’ di libertà dal banco (e di incassi in più), è costretto a ritornare sul campo, ammazzarsi di lavoro e fare i salti mortali per poi … Ricominciare tutto dal punto 1!

Conosci qualche tuo collega in questa situazione? .. e forse quello che ho descritto ti suona famigliare, vero?
Ci sono titolari di farmacia che vivono ciclicamente questo schema. Persone che hanno continui alti e bassi nel corso degli anni e che, prima con le parafarmacie ed ora con le nuove aperture, si creano costantemente concorrenti formati paradossalmente da loro stessi! Momenti in cui lo staff funziona e poi, in pochi mesi … puff! Tutto da ricostruire!

In queste situazioni, ovviamente, è molto più difficile fidelizzare clienti, sviluppare la loro spesa, avere una certa stabilità di incasso. Devi ricominciare sempre da zero, ogni volta con più stress e con più disillusione. In pratica così non costruisci nulla.

Dall’altra parte, invece, ci sono titolari che crescono costantemente e che sembra abbiano una calamita per i “fenomeni”: i collaboratori più autonomi, produttivi e responsabili vanno tutti da loro! Sono quelli che appena entro in farmacia mi presentano il loro staff e si parla anche con loro di strategia e analisi.
Com’è possibile?

Ti faccio una confidenza: nell’ultimo mese abbiamo dovuto gestire un imprevisto catastrofico causato dall’inadempienza di un nostro fornitore. Claudia, la nostra responsabile del reparto, ha fatto i salti mortali per ben 2 giorni (telefonate, e-mail, lavoro a computer, ecc.), senza sosta, per poter risolvere tutto. Proprio quando la parte difficile è stata risolta, ho scoperto che Claudia aveva un impegno programmato da settimane a Milano. Non solo non me lo ha accennato, ma non me lo ha fatto minimamente pesare nemmeno a posteriori. Ha lavorato per priorità, dimostrando vera responsabilità.

Devo ammettere che non si tratta di un evento straordinario: Simone, Cristiano, Igor e, ovviamente, Claudia hanno agito più volte in questo modo. Per noi è la normalità

La nostra azienda ha uno staff che produce senza la nostra presenza fisica costante come titolari. Non solo: moltissimi nostri clienti titolari hanno uno staff pronto a tutto pur di realizzare gli obiettivi della loro farmacia e consentire ai loro titolari di avere molte ore libere per sé stessi ( e di questo tema stiamo proprio discutendo in questi giorni sul GRUPPO CHIUSO Farmacia Vincente)

 

Ora ti chiedo: secondo te è possibile che le uniche persone valide, che non guardano l’orologio, che collaborano davvero per un obiettivo comune, le abbiamo trovate noi? La risposta è ovvia: no, non è fortuna, è solo Metodo-

A volte non si può fare nulla per cambiare una decisione di vita ma, se non vuoi perdere i tuoi collaboratori più validi, devi lavorare su degli aspetti ben precisi che hanno a che fare con te e con la tua azienda. Devi lavorare sul tuo sistemae sulla tua organizzazione aziendale. Sul modo in cui fai selezione, formazione e inserimento. Imposta un metodo di lavoro che ti consenta di avere “clienti target” più facili e “piacevoli” da gestire.

Ecco 3 PUNTI CHIAVE che devi assolutamente tenere presente se non vuoi perdere le persone più valide:
1) Un campione vuole una squadra in cui può vincere e che può dargli una prospettiva di crescita. Se non hai un progetto davvero stimolante per le persone che lavorano con te e non hai un piano di carriera (economico e di responsabilità), i soggetti più validi ti lasceranno.

Stiamo parlando di specializzazione da settimane. Quale migliore occasione quella di pianificare la specializzazione e crescita del proprio collaboratore in linea con gli obiettivi aziendali.
2) Un campione ha bisogno di una squadra affiatata in grado di dargli supporto: se deve costantemente difendersi dai propri compagni, se ne andrà. Se permetti ad alcune persone del tuo staff di non essere allineate e collaborative … se permetti la critica e l’invidia … chi ha voglia di eccellere se ne andrà.

3) Sii inflessibile:
– manda via i mediocri;
– manda via chi non produce;
– manda via chi ti leva energie.
Se non ti schermi dalle “mele marce”, il campione salterà via dal cesto. So bene che in Italia non è semplice, si paga e che la farmacia è una piccola azienda dove si lavora tutti i giorni fianco a fianco come una famiglia allargata, ma bisogna comunque agire per il bene comune. (È o no la farmacia che paga a tutti gli stipendi?)
Tieni presente questi aspetti e lavoraci su se vuoi CAMBIARE PROSPETTIVA di lavoro nei prossimi anni.

E tu? Sei un allenatore che sa trattenere i campioni o ti lasci sfuggire i talenti migliori?

Riflettici. Fino ad ora nessuno ti ha mai insegnato COME attrarre, selezionare, inserire e trattenere le persone migliori.

Nessuno … fino ad ora.

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