Fonte: www.farmacista33.it

Detenzione farmaci scaduti, Ministero chiarisce ma rischio multa rimane A seguito della depenalizzazione, contenuta nella legge Lorenzin, in caso di detenzione di medicinali scaduti è possibile applicare la sola sanzione amministrativa, purché sia esclusa con evidenza la possibilità che i farmaci non sono destinati al commercio o alla somministrazione. Ma come fare la distinzione? Dalla Direzione generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico del Ministero della salute, come riferisce una circolare Fofi, sono arrivate alcune indicazioni per chiarire le condizioni che devono sussistere per ritenere la condotta di sola detenzione. Ma la risposta, tuttavia, non sembra aver risolto le criticità segnalate sull’applicazione della norma che, spiega Maurizio Cini, presidente Asfi e docente presso l’università di Bologna, «crea una sorta di cortocircuito, mettendo a rischio i farmacisti di essere multati con una sanzione amministrativa, quali che siano le procedure messe in atto».

«La Legge Lorenzin» scrive la Fofi «ha introdotto il criterio della tenuità del fatto, prevedendo la depenalizzazione della condotta della mera detenzione di medicinali scaduti, guasti o imperfetti, non finalizzata al commercio, mentre» l’art. 443 del codice penale «continuerà a sanzionare il commercio o la somministrazione di medicinali guasti. Se, infatti, prima della modifica, la trasgressione alle disposizioni comportava sempre l’applicazione del codice penale, ora tale condotta eÌ punita con una sanzione amministrativa», purché si possa escludere «la destinazione per il commercio». In che modo? È il ricorso di tre circostanze che «consente di individuare in modo più chiaro la distinzione rispetto alle condotte del commercio o somministrazione di farmaci guasti»: «modesta quantità dei farmaci; modalità di conservazione; ammontare complessivo delle riserve».

E proprio su questi punti si sofferma il Ministero: «la modesta quantità di farmaci rinvenuti in farmacia deve essere correlata, comunque all’ammontare delle riserve; le modalità di conservazione dei farmaci scaduti devono svolgersi in modo tale da escludere qualsivoglia possibilità che gli stessi possano essere destinati al commercio. In tal senso, si vedano numerosissime linee guida o vademecum per il farmacista-anche ospedaliero – che individuano in modo puntuale la corretta gestione dei farmaci scaduti, guasti o imperfetti; l’ammontare delle riserve, di medicinali scaduti, guasti o imperfetti, devono essere tali da far ritenere lieve o molto lieve, la trasgressione da parte del farmacista».

La risposta del Ministero tuttavia, è il commento di Cini, «non va comunque a risolvere le criticità poste dalla norma. Come avevo già avuto modo di spiegare, per tutti i medicinali scaduti si genera una sorta di paradosso per cui il farmacista è sempre punito: se i medicinali scaduti presenti in farmacia sono conservati con modalità tali da escludere la loro destinazione alla dispensazione al pubblico è applicabile la sanzione amministrativa, in caso contrario restano applicabili, come in passato, le sanzioni previste dal codice penale». Ma, ricorda Cini, «i medicinali scaduti sono gioco forza presenti in farmacia, anche solo per la gestione resi con Assinde che ritira i farmaci poche volte all’anno».

E la situazione diventa ancora più complessa nel caso in cui a essere scaduti siano gli stupefacenti: «Occorre tenere in considerazione la regolamentazione della materia contenuta nella Circolare del ministero della Salute del 2011 sullo smaltimento delle sostanze stupefacenti scadute in farmacia. Il farmacista è tenuto a segnalarne la detenzione alla Asl, la quale ne constata effettivamente la presenza in farmacia e, solo dopo il sopralluogo, ne dispone la distruzione. Il farmacista è, quindi, tenuto a conservare in farmacia gli stupefacenti scaduti fino all’intervento disposto dalla Asl. Una misura che va in contrasto con quanto previsto dalla norma sulla depenalizzazione, che, come abbiamo detto, punisce in ogni caso la presenza di medicinali scaduti. Personalmente ho già segnalato la situazione al Ministero ma al momento la risposta ricevuta è analoga a quanto contenuto nella circolare Fofi e non tocca questi punti. Mi premuro di segnalare nuovamente le difficoltà per le farmacie».