fonte: www.farmacista33.it
Nel mese di aprile, tra passaggio all’ora legale cambio di stagione e, negli ultimi due anni, anche la convivenza con il virus SARS-CoV-2 e gli effetti prolungati che la pandemia di Covid-19, i piccoli disturbi del sonno possono diventare più frequenti, con ripercussioni sul benessere quotidiano. In particolare, per chi ha avuto il Covid e deve fare i conti con stanchezza o nebbia mentale quando questi sintomi si manifestano come conseguenza del cosiddetto Long Covid.
Ad affrontare il tema anche con consigli su rimedi, sane abitudini di vita e uso responsabile di farmaci di automedicazione è Assosalute Associazione che rappresenta i produttori di farmaci di automedicazione, con l’aiuto del Professor Piero Barbanti, docente di Neurologia presso l’Università IRCCS San Raffaele di Roma.
Piccoli disturbi del sonno dal cambio di ritmo sonno-veglia
A ogni cambio di stagione, l’organismo deve adattarsi a nuovi stimoli esterni, a diverse temperature e al cambio di certi ritmi a cui si aggiunge, per la terza primavera dall’inizio della pandemia, anche la stanchezza fisica e mentale derivante dai due anni di convivenza con il virus SARS-CoV-2. Senza dimenticare coloro che, avendo contratto il virus, devono ancora farci i conti in termini di stanchezza o nebbia mentale quando questi sintomi si manifestano come conseguenza del cosiddetto Long Covid. La primavera rappresenta un vero e proprio cambiamento per l’organismo: le giornate si allungano, le temperature si alzano, e cresce il desiderio di trascorrere più tempo all’aria aperta, ma spesso sentiamo di non avere abbastanza energie: “Il cambio di stagione – spiega Barbanti – è un periodo di vulnerabilità neurologica: il sistema nervoso si deve adattare a mutate condizioni ambientali e a nuovi stili di vita. Si tratta di un momento di risveglio dal torpore invernale, in cui il nostro desiderio di rinascita deve fare i conti con una sensazione di stanchezza, provocata anche dal Covid-19”. L’aumento delle ore di luce è il principale responsabile di un cambio di ritmo sonno-veglia che può portare a piccoli disturbi del sonno come il ritardo nell’addormentamento, risvegli notturni e difficoltà nel riprendere a dormire, con conseguenze durante il giorno. Infatti, quando non si riposa adeguatamente, cioè “almeno 7 ore a notte”, il rischio in cui si può incorrere è quello di soffrire il giorno seguente di sonnolenza, mal di testa e stanchezza e sensazione di malessere generale, inclusi irritabilità, diminuzione o aumento dell’appetito e difficoltà di concentrazione.
Tre tipi di stanchezza: ecco come riconoscerli
Oltre al cambio dell’ora, tra le cause della stanchezza è da considerare anche che questa in particolare sarà una primavera che vede come co-protagonista, ancora, il SARS-CoV-2. Per questo, aggiunge Barbanti “la nuova stagione porterà con sé tre nuovi tipi di stanchezze: la stanchezza ‘invernale’, a seguito di mesi prolungati senza un periodo di riposo; la stanchezza della situazione pandemica, che ha inciso psicologicamente, provocando stress nella popolazione; e la stanchezza data dal Long Covid neurologico tra coloro che hanno contratto il SARS-CoV-2.” “La pandemia, tra rinunce e incertezze per il futuro, ha generato un diffuso e forte senso di stanchezza e di stress”, prosegue il Professore. “Queste hanno provocato ansia, affaticamento mentale e fisico, apatia e demotivazione, spesso accompagnate da alterazioni psicofisiologiche, tra cui i disturbi del sonno durante la notte e la diminuzione della concentrazione durante il giorno”. Per porre rimedio ai piccoli disturbi del sonno, riposare al meglio ed essere dunque concentrati ed energici il giorno seguente, il Professore raccomanda anzitutto “la gradualità: evitare, quindi, che accanto al burnout psicologico cui spesso ci troviamo, si associ un surmenage fisico da iperattività.”
Rimedi quotidiani per un sonno tranquillo
Tra i rimedi quotidiani più comuni, un cucchiaino di miele accompagnato da un infuso di camomilla può essere un valido aiuto per un sonno tranquillo, così come un bagno caldo, una o due ore prima di coricarsi, può favorire il rilassamento. Inoltre, andare a dormire e svegliarsi sempre alla stessa ora, anche nel fine settimana, può aiutare a ristabilire i ritmi sonno-veglia, soprattutto dopo il cambio dell’ora. Attenzione, inoltre, all’alimentazione: “Curarla anche con l’integrazione poliminerale e polivitaminica può essere una valida soluzione, che può favorire la normale attività del sistema nervoso, disinnescando circoli viziosi di stress e ansia”, aggiunge il Professore. Evitare, poi, la caffeina, la nicotina e gli alcolici, così come gli schermi luminosi (come il PC o il cellulare) prima di dormire. Anche i farmaci di automedicazione o da banco, contraddistinti dal bollino rosso che sorride sulla confezione, possono rappresentare dei veri e propri alleati in questa stagione caratterizzata dalla sonnolenza, a partire dai medicinali a base di sostanze vegetali ad azione leggermente sedativa, come la melissa, la valeriana o la passiflora, ma anche la melatonina, capace di controllare il ciclo sonno-veglia e favorire il riposo. Qualora i disturbi del sonno fossero persistenti, si consiglia di rivolgersi al proprio medico di base per valutare approcci psicoterapici o farmacologici personalizzati.