Fonte: www.farmacista33.it

Fabbisogno formativo 2017-2018, Ministero dimezza farmacisti In tema di fabbisogno formativo 2017-2018 delle professioni sanitarie, dalla proposta del ministero della Salute- che ora è al vaglio della commissione Salute delle Regioni -, c’è un notevole calo nella richiesta che riguarda i farmacisti, che passa da 1269 unità dell’anno scorso a 448 di quest’anno. Un dato che tiene conto delle preoccupazioni della professione che erano state portate al tavolo con il Ministero. In generale, sono in diminuzione un po’ tutte le professioni sanitarie, mentre per medici e odontoiatri la richiesta rispetto all’anno precedente resta sostanzialmente invariata. Il documento, che dovrebbe essere approvato entro metà giugno per permettere alle università di espletare le formalità necessarie per i test di ingresso entro le date previste, ha fatto riferimento al modello previsionale e ai principi metodologici sviluppati e applicati durante il progetto pilota che ha riguardato le figure di medico-chirurgo, odontoiatra, farmacista, infermiere e ostetrico – poi esteso a tutte le professioni sanitarie – avviato nell’ambito del progetto europeo per la definizione di una metodologia di calcolo.

«Il fabbisogno formativo» si legge infatti nel documento «è determinato sulla base delle stime di domanda futura di professionisti sanitari espresse dai sistemi sanitari regionali e dal sistema nazionale nel suo complesso, ossia considerando i servizi sanitari erogabili sia dal settore pubblico sia dal settore privato inclusi i libero professionisti». Questo per «identificare la capacità di assorbimento del mercato del lavoro, quantificare eventuali carenze o eccedenze future e quindi porre in essere le azioni opportune per prevenire gli squilibri tra domanda e offerta, salvaguardando la sostenibilità economica del sistema nel suo complesso, garantendo ai cittadini la qualità dei servizi erogabili e assicurando le corrette e opportune condizioni di lavoro e occupazione. Le previsioni di domanda e offerta abbracciano un orizzonte non inferiore ai venti o venticinque anni, a seconda della durata del percorso formativo universitario».

Il dato relativo ai farmacisti (448) è un punto di incontro tra quelle che erano state le richieste delle Regioni portate al tavolo del ministero – culminato nell’incontro di fine marzo – che erano pari a circa 800, e quelle che venivano dalla professione, in particolare dalla Fofi, che erano pari a 0. I farmacisti sono solo una delle professioni per le quali c’è un calo nel fabbisogno formativo: se medici e odontoiatri riconfermano sostanzialmente il valore dell’anno precedente, con una richiesta rispettivamente di 8700 e 850, in diminuzione – ma non come i farmacisti – anche i veterinari, che per l’anno accademico 2017/2018 dovranno essere 520, e gli infermieri, che passano dai circa 15600 ai poco più di 14mila attuali. Le uniche professioni che aumentano sono il tecnico ortopedico (da 120 a 140), e l’educatore professionale, seppure di misura, (da 794 a 800). La richiesta per psicologi, new entry del sistema insieme ad altre professioni come biologo, chimico, e fisico, è pari a 0. Tra le variabili considerate, come si legge nel documento, ci sono «i cambiamenti demografici della popolazione di riferimento per ogni professione sanitaria, i cambiamenti nelle modalità di erogazione dei servizi sanitari, le quantità di professionisti attivi sul mercato del lavoro».