fonte: www.farmacista33.it
Nel corso del 2023, il 42% degli italiani che hanno usufruito di almeno una prestazione sanitaria ha fatto ricorso ai servizi in farmacia – tra cui prenotazioni esami, Ecg e holter pressorio. Nel complesso, il livello di soddisfazione rispetto alle prestazioni ricevute è elevato
Farmacia dei servizi deloitte renotazioni esami, Ecg e holter pressorio
Nel corso del 2023, il 42% degli italiani che hanno usufruito di almeno una prestazione sanitaria ha fatto ricorso ai servizi in farmacia – tra cui prenotazioni esami, Ecg e holter pressorio. Rispetto all’anno precedente, si registra un calo di 10 punti percentuali, anche in connessione con l’evoluzione della pandemia – il ricorso alle prestazioni legate al Covid, infatti, ha registrato una diminuzione del 12%. Nel complesso, il livello di soddisfazione rispetto alle prestazioni ricevute è elevato. Sono questi alcuni dei dati che emergono dalla quarta edizione dell’Outlook Salute Italia di Deloitte, che indaga alcuni aspetti della sanità.
Indagine Deloitte: la farmacia si consolida nell’offerta di prestazioni sanitarie
La rilevazione ha coinvolto 3800 adulti, con interviste condotte a febbraio 2024, e ha preso in considerazione, in un capitolo dedicato, anche le prestazioni in farmacia. A emergere, in particolare, è che due italiani su cinque dichiarano di aver fruito di almeno una prestazione aggiuntiva presso una farmacia. Le regioni del Sud, si legge nel report, presentano un maggiore ricorso a questi servizi (48%), mentre nel Centro la domanda è più contenuta (38%) e con una contrazione più elevata rispetto al 2022 (-13%). Tale calo, che è generalizzato, risente di un ricorso minore alle prestazioni più direttamente legate alla fase acuta della pandemia che ha visto un ruolo particolarmente attivo della farmacia, quali per esempio l’esecuzione di test antigenici rapidi, con una diminuzione del 12% rispetto all’anno scorso. Ma soprattutto per chi ha patologie croniche o la necessità di prestazioni sanitarie continuative la farmacia è un presidio di riferimento e tra le attività richieste ci sono Ecg, holter cardiaco e pressorio (con il 22% contro il 16% di chi non soffre di patologie croniche), il supporto per prestazioni del Ssn, come prenotazioni esami, accesso ai referti (il 30% contro il 26%).
In generale, il livello di soddisfazione complessivo per i servizi in farmacia rimane alto (87%), con il 25% molto soddisfatto e il 62% soddisfatto. Soddisfazione che tende a crescere con l’età: è del 71% nella fascia dei 18-24 anni di età e del 96% per gli over 65.
Resta bassa la quota di chi fa uso di servizi in telemedicina
Una novità della quarta edizione, a ogni modo, è il focus su telemedicina e fascicolo sanitario elettronico. In linea con il dato dello scorso anno, sono circa 8 su 10 gli italiani che sanno in cosa consista la telemedicina, sia pure con una conoscenza ancora poco approfondita, ma la quota di chi vi ricorre resta esigua: il 17% di coloro che hanno fruito di prestazioni sanitarie dichiara di aver fatto ricorso a tali servizi almeno una volta nell’ultimo anno o che un suo familiare ne ha fruito. Nello specifico, tra i servizi più richiesti c’è l’assistenza a distanza da parte di infermieri e fisioterapisti. Interessanti i principali motivi indicati per il mancato accesso al servizio: a essere additata è soprattutto l’assenza di proposte/ indicazioni da parte di strutture e professionisti (66%) e la preferenza verso una relazione più diretta con il proprio medico (26%). La predisposizione a usare in futuro questi servizi riguarda il 23% dei rispondenti, con una quota significativa – il 50% – che non si ritiene in grado di esprimersi al riguardo.
FSE: gap di conoscenza e uso tra Nord e Sud Italia. Serve più formazione
Quanto al rapporto con il FSE, resta stabile la percentuale di chi dichiara di conoscerlo (tre su quattro, 74%), anche se rimane un gap di conoscenza tra Regioni del nord e sud + isole. In linea con l’anno precedente, il 44% dichiara di aver utilizzato lo strumento almeno una volta. Un maggior ricorso lo si rileva nelle regioni del nord – soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna, e FVG -, nella fascia tra i 35 e 44 anni, e nelle famiglie con reddito più alto. Si ricorre al Fse soprattutto per visualizzare referti, certificati, ricette e altri documenti (85%), per prenotare visite mediche o altre prestazioni 50%, consultare esenzioni, modificare il medico o altri servizi 32%. Chi dichiara di aver registrato autonomamente informazioni, per esempio tramite il taccuino personale, è l’11%. Risulta comunque elevato il livello di soddisfazione tra gli utilizzatori, con il 34% molto soddisfatto e il 56% abbastanza. A dichiararsi per nulla soddisfatto è l’1%.
Tra gli altri aspetti analizzati, c’è, infine, il nodo liste d’attesa che secondo il 40% degli intervistati (+5% rispetto all’anno precedente) pesa sulla rinuncia alle cure. Il quadro generale mostra come la rinuncia alle cure abbia colpito tutte le fasce di reddito, con effetto maggiore su quelle economicamente più deboli: nel 2021 i motivi di tipo economico pesavano per il 52%, nel 2022 per il 61%, e quest’anno per il 69%. Un dato interessante riguarda poi l’aumento del ricorso a vaccinazioni (+40%), campagne di screening oncologico (+23%) e check-up completi (+24%).