fonte: www.farmacista33.it

La pandemia ha avviato un processo riformatore e il nuovo welfare sanitario vedrà la farmacia con un ruolo sempre più sociale e meno commerciale.
L’unico pregio che si può riconoscere alla crisi pandemica è di aver stimolato il dibattito sulla necessità di un nuovo welfare sanitario e avviato più di un processo riformatore, soprattutto in vista di un futuro caratterizzato dalla necessità di richiami e aggiornamenti vaccinali di massa di anno in anno, e se in Europa le farmacie che possono somministrare vaccini sono già una realtà operativo, lo spiraglio apertosi nel contesto italiano appare più stretto e più ancora agli inizi del suo cammino.

Spiraglio colto anche dai produttori di vaccini che sviluppano sieri, per condizioni di stoccaggio e mantenimento, specificatamente progettati per la dispensazione in farmacia. questa la riflessione lanciata da Francesco Schito, segretario generale di Assofarm, nell’editoriale del Notiziario dedicato alle farmacie comunali.

Aziende sviluppano vaccini adatti alla gestione in farmacia
La sfida che ci attende esordisce Schito è “mantenere attenzione e coerenza nel portare a termine ciò che abbiamo iniziato”. La sua analisi parte da ciò che accade già in Europa. In Gran Bretagna, paese che ha subito dimostrato un approccio molto pratico nei confronti di ciò che le farmacie potevano offrire alla campagna vaccinale, le stesse farmacie registrano 1,5 milioni di inoculazioni vaccinali. In Francia, paese più simile a noi per cultura sanitaria pubblica, le farmacie hanno già dispensato oltre 500mila dosi. A ciò si aggiunge il riconoscimento di 300 euro per ogni farmacia che effettua test antigenici. “È una cifra simbolica – commenta – ma sappiamo che i simboli ben si prestano a diventare spiragli dai quali prendono il via riforme più ampie e strutturali. Cosa non da poco, se il futuro sanitario prossimo sarà caratterizzato dalla necessità di operare richiami e aggiornamenti vaccinali di massa di anno in anno. Lo spiraglio apertosi nel contesto italiano appare più stretto e più ancora agli inizi del suo cammino. Ad oggi circa 11.400 farmacie, molte di esse sono Comunali, hanno dato la loro disponibilità a dispensare vaccini, e se tutto andrà come previsto le vaccinazioni potranno prendere il via nelle prossime settimane. Anche l’industria batte un colpo non da poco. Pfizer sta sviluppando un vaccino che, per condizioni di stoccaggio e mantenimento, è specificatamente progettato per la dispensazione in farmacia. Se i produttori puntano sulla farmacia, a maggior ragione dobbiamo farlo noi e le nostre istituzioni”.
Per Schito il nuovo Welfare sanitario territoriale dovrà fondarsi su “nuove dinamiche collaborative” tra le professioni sanitarie e auspica un futuro in cui la farmacia “sarà più armonicamente integrata nelle politiche sanitarie locali e con un ruolo sempre più sociale e sempre meno commerciale è un futuro possibile. Ma non è scontato. L’attuale tensione riformatrice è stata certamente avviata dallo shock sanitario di questi ultimi mesi. Questa spinta non deve venire meno quando il Covid sarà domato”.