fonte: www.farmacista33.it

Nella farmacia del futuro i servizi avranno sempre più spazio e si declineranno anche attraverso la figura del farmacista consulente nutraceutico, un profilo professionale in grado di consigliare stili di vita e nutrizionali e benessere, servizio sempre più attuale e richiesto, anche alla luce dell’incremento dei problemi alimentari emersi con la pandemia. La riflessione arriva da Michele Lampugnani presidente dell’Istituto Scientifico Internazionale di Nutrizione – Nutrisal emersa nel corso del simposio a cura di Afen svoltosi nel corso di FarmacistaPiù 2021.

Il farmacista si afferma come un presidio prossimità
«La farmacia del futuro – ha affermato Lampugnani – prevederà infatti un sempre maggior peso dei servizi, anche attraverso la figura del farmacista consulente nutraceutico, resa possibile dalla evoluzione normativa, in grado di consigliare stili di vita e nutrizionali e benessere. Un servizio sempre più attuale e richiesto, anche alla luce dell’incremento dei problemi alimentari emersi con la pandemia. La sentenza della corte di cassazione del 2017 rende possibile la erogazione di consulenza in materia nutrizionale, il primo passo rispetto al riconoscimento, anche in Italia, della figura del nutrizionista o del farmacista esperto in nutrizione, già attiva nei paesi anglosassoni». La farmacia appare sempre più come un presidio di controllo della salute, e un ponte tra le figure di medico di medicina generale e specialista da una parte, e di paziente dall’altra. Lo conferma Emanuele Rigantè ricercatore di Anpal Servizi: «Nell’ultimo anno cresce il grado di fiducia e vicinanza dell’utenza nei confronti della farmacia, e il farmacista si afferma come un presidio prossimità, punto di contatto e garante di salute, sicurezza e benessere». Secondo il presidente dell’Afen Pierluigi Pompei «si sta riscrivendo un capitolo della storia della farmacia, anche grazie alla introduzione recente delle lauree abilitanti; questo implicherà una serie di modifiche che faranno evolvere la professione del farmacista in un ambito molto più pratico. Si tratta di un passo importante, con 90 giorni di tempo per legiferare rispetto alle modifiche dirette alla abilitazione del farmacista verso una nuova veste della professione. È necessario rivedere i percorsi formativi universitari, e anche alcune impostazioni fondamentali, visti i cambiamenti sul campo indotti dalla pandemia, riducendo la parte chimico farmaceutica a favore di quella relativa al campo biomedico. La sintomatologia da COVID-19, sempre più chiara e compresa, può essere modulata dal ruolo di alcuni nutraceutici come vitamina D, lattoferrina, omega3, molto importanti rispetto al controllo di una parte della etiopatogenesi della malattia. Il farmacista può svolgere un ruolo anche per il controllo di condizioni legati allo stile di vita, come per esempio la sindrome metabolica, rilevante ai fini del decorso dell’infezione. Afen nasce sei anni fa dalla esigenza di vedere approvata, anche in Italia, la figura del farmacista nutrizionista, controversa a livello giuridico e attualmente non esistente in Italia. Oggi un farmacista laureato che intraprenda un percorso di specializzazione in ambito nutrizionale possiede i requisiti per lo svolgimento della professione di farmacista nutrizionista; una evidenza rafforzata anche da sentenze che vanno in questa direzione».
«La pandemia – ha concluso Lampugnani – ha insegnato che è necessario spostare l’asse a vantaggio della salute del cittadino, che si reca in farmacia anche per l’immediatezza delle risposte che può ottenere; in quest’ottica si muove la farmacia dei servizi. Oggi è più che mai importate diffondere informazioni corrette e creare un rapporto stabile tra chi rappresenta la ricerca e pratica clinica e chi rappresenta i cittadini, esposti a flussi informativi continui e non sempre validi, e accreditarsi come fonte autorevole e affidabile capace di parlare con un linguaggio semplice».