Fonte: www.farmacista33.it

Farmacista grossista, Mirone (Federfarma servizi): poca chiarezza su doppio ruolo La sentenza del Tar Lazio conferma l’orientamento generale a mantenere la divisione tra esercizio di farmacia e attività di grossista in capo allo stesso soggetto, ma non fa chiarezza sul rapporto tra i due ruoli, per superare le interpretazioni serve un provvedimento normativo, e il punto di partenza non può che essere il protocollo d’intesa siglato da filiera e istituzioni. Commenta così, a Farmacista33, Antonello Mirone presidente di Federfarma servizi, quanto affermato dai giudici amministrativi. «È un pronunciamento che lascia dei chiaro-scuri e diversi aspetti da approfondire» afferma «siamo compiaciuti che l’orientamento sia verso la divisione tra le due attività, perché solo così è possibile mantenere la filiera sana e senza distorsioni. Ma il Tar non fa chiarezza sul doppio ruolo svolto da una medesima persona ed è evidente che i chiarimenti ministeriali non vengono presi in debita considerazione.

La situazione è comunque in divenire e siamo in attesa di verificare se ci sarà un prosieguo alla querelle giuridica, come pare che sia, con un probabile ricorso al Consiglio di Stato».

E aggiunge: «Più che a ulteriori circolari ministeriali, sarebbe meglio arrivare a un’emanazione di legge con un provvedimento normativo efficace e che non si possa interpretare. L’augurio è che il punto di partenza per fare ordine sia il protocollo condiviso presso l’Aifa da tutta la filiera». E al protocollo che raccoglie, tra gli altri, i principi normativi della distribuzione, in particolare quelli che intervengono sulla «attività di distribuzione all’ingrosso svolta dal titolare di farmacia» formalizzato nel corso dei lavori del “Tavolo tecnico sulle Indisponibilità”, fa riferimento anche l’Associazione distributori farmaceutici (Adf). Secondo l’Adf, «quando si cerca di sbrogliare il filo della matassa delle indisponibilità si arriva ai farmacisti-grossisti. Su queste realtà le Regioni dovrebbero porre dei paletti più rigidi e fare controlli sui requisiti di legge che devono essere rispettati. Per esempio, devono avere tutti gli assortimenti di prodotti e non solo quelli che vengono esportati all’estero per poter garantire tempestività e devono poter dimostrare di avere clienti in Italia, mentre a volte ne hanno solo uno, e in genere è estero». Adf coglie, poi, uno spunto positivo dalla sentenza del Tar: «Laddove la magistratura suggerisce al Ministero di attivare accorgimenti operativi, per esempio informatici, volti a garantire trasparenza e tracciabilità di tutti i passaggi, anziché porre divieti, va letto un invito a completare la modernizzazione della filiera. Con gli strumenti attuali è possibile tacciare tutti i passaggi e con l’arrivo dell’etichetta europea sarà sempre più difficile generare distorsioni»