Fonte: www.farmacista33.it

Il termine cosmeceutico è stato coniato circa 25 anni fa da Albert M. Kligman per definire un prodotto usato a livello topico con funzionalità intermedia tra il cosmetico e il farmaceutico. Da un punto di vista formale non si tratta di un vero e proprio farmaco, dunque non può vantare indicazioni terapeutiche precise. Tuttavia non si può ascrivere nemmeno alla categoria dei cosmetici in quanto esso contiene sostanze funzionali in grado di oltrepassare la giunzione dermo-epidermica. Non esiste un quadro normativo che definisce con esattezza un cosmeceutico. La Comunità Europea riconosce l’esistenza di alcuni “prodotti di frontiera” (borderline products), che sono in grado di soddisfare sia la definizione di cosmetico sia di farmaco.

Nella composizione di un cosmeceutico è frequente trovare componenti di origine vegetale, soprattutto molecole o estratti ad azione antiossidante o fotoprottettiva. Quindi si tratterebbe propriamente di un fitoterapico topico piuttosto che un farmaco. Importanti categorie di fitocostituenti presenti includono gli acidi fenolici, i flavonoidi e i polifenoli ad alto peso molecolare. Tra essi troviamo curcumina, acido caffeico e acido ferulico, apigenina, genisteina, resveratrolo, acido carnosico, silimarina, polifenoli del the. I cosmeceutici possono svolgere molte funzioni biologiche tra cui azione protettiva per la pelle, sbiancante, abbronzante, anti-aging o curativa per le unghie. Nonostante siano per la maggior parte di derivazione naturale, i cosmeceutici non sono esenti da effetti indesiderati. Si possono manifestare banali irritazioni cutanee, reversibili con la sospensione del preparato, come anche gravi reazioni avverse sistemiche. Molto dipende dal metodo di formulazione utilizzato, dal modo in cui i composti attivi possono mantenere l’integrità nel tempo e dai fattori connessi alla matrice che li veicola.

Pertanto, chi ricerca e sviluppa cosmeceutici, dovrebbe dichiarare la fonte da cui essi derivano, la loro struttura, il loro meccanismo d’azione e soprattutto l’efficacia e la sicurezza nei confronti del bersaglio cutaneo. Studi recenti riguardanti l’applicazione della fitogalenica in cosmetica, hanno portato allo sviluppo di cosmeceutici con ottima efficienza di penetrazione e con elevata tollerabilità cutanea. Si tratta di preparati topici che utilizzano dei specifici carrier fosfolipidici chiamati etosomi con cui vengono veicolati i principi attivi. Questi carrier sono formati da un doppio strato di fosfolipidi disposti a lamelle che intrappolano nel loro interno una cavità acquosa. Una struttura questa che ricorda molto la membrana fosfolipidica degli eucarioti. Gli etosomi sono quindi in grado di veicolare sia principi attivi idrofilici che lipofili e la presenza di una discreta percentuale di alcool etilico, li rende morbidi e malleabili, con il risultato che aumenta la tollerabilità ed il coefficiente di penetrazione cutaneo.