Fonte: www.federfarma.it

Gli sconti praticati dalla grande distribuzione sui farmaci senza ricetta vanno a finire solo in minima parte nelle tasche delle famiglie che più avrebbero bisogno. E’ quanto suggeriscono i dati della società di ricerche QuintilesIms sulla distribuzione territoriale dei cosiddetti “corner”, gli spazi che iper e supermercati dedicano alla vendita dei farmaci Sop e Otc. In tutto il Paese, dicono le rilevazioni (aggiornate a dicembre), la gdo conta 321 parafarmacie di proprietà, appartenenti a 13 diverse insegne.

La distribuzione sul territorio, però, è tutt’altro che equilibrata: il 50% di tali corner è ubicato nel nord Italia, il 32% nel Centro e soltanto il 18% al Sud. Ne deriva un evidente paradosso: la gdo fa meno sconti sui farmaci senza obbligo di prescrizione proprio nelle regioni dove i consumi privati di tali prodotti sono minori, per un’evidente difficoltà economica delle famiglie. Lo confermano i dati di Assosalute sui consumi: in una classifica della spesa procapite per Sop e Otc, le regioni meridionali occupano tutte gli ultimi posti con valori compresi tra i 36 euro/anno della Campania e i 28,5 della Basilicata; la media nazionale, invece, si assesta poco sopra i 41 euro e le prime tre regioni (Liguria, Val d’Aosta e Trentino Alto Adige) stanno tutte al Nord e mostrano media comprese tra i 50 e i 57 euro. Insomma, i corner della gdo sono concentrati principalmente nelle regioni dove c’è maggiore potere d’acquisto, quando invece servirebbero di più laddove le famiglie fanno più fatica a far quadrare i conti.

Qualcuno potrebbe obiettare che la distribuzione territoriale delle parafarmacie gdo riflette fedelmente quella dei punti vendita, ma non è così: i dati di Federdistribuzione, infatti, dicono che al Sud iper e supermercati totalizzano in media 153 mq ogni mille abitanti; al Nord si arriva a 222 mq, ma non sono certo le stesse grandezze che si registrano sui corner. La spiegazione allora? Semplice: la gdo concentra gli sconti nelle aree del Paese dove è conveniente farlo, ossia dove il carrello della spesa viene riempito di più e dunque è più facile riassorbire i prezzi civetta praticati su Sop e Otc.

E’ evidente, infatti, che le stesse politiche commerciali non possono essere chieste ai titolari, checché dicano Altroconsumo o Conad: «La distribuzione territoriale dei presidi dalla croce verde» ricorda la presidente di Federfarma, Annarosa Racca «non è polarizzata nelle aree più ricche dello Stivale, ma segue fedelmente quella degli abitanti». Conferma ancora QuintilesIms: 38% delle farmacie al Nord, 29 al Centro, 33 al Sud. «La nostra priorità» riprende Racca «è quella di assicurare l’accesso al medicinale dal paesino in cima alla montagna fino all’isoletta mediterranea che d’inverno conta 500 abitanti. A prescindere dal potere d’acquisto delle singole comunità». Quel potere d’acquisto cui il signor Conad dedica molta attenzione, perché lui gli sconti su Sop e Otc li fa soltanto in 97 dei suoi tremila punti vendita, quelli dove c’è un corner di parafarmacia. E pensare che in una ricerca presentata a dicembre Altroconsumo rinfacciava ai titolari che soltanto una farmacia su cento fa ribassi sui farmaci di fascia C.