Fonte: www.farmacista33.it
Integratori, titolari di sola parafarmacia: in libera vendita in assenza di farmacista Dagli scaffali della Gdo ai negozi specializzati, la fiducia dei consumatori nel settore degli integratori alimentari e dei prodotti naturali non sempre è affidata a personale qualificato o in grado di poter valutare gli effetti che tali prodotti possono avere sull’organismo o le interazioni con farmaci in uso. Anche nei supermercati, dove negli scaffali che riportano l’intestazione “Parafarmacia”, si espongo in libera vendita derivati del riso rosso fermentato, fucus, integratori di magnesio e potassio, zenzero, artiglio del diavolo, non è presente il farmacista. La denuncia di “banalizzazione” oltre che di “umiliazione della figura del farmacista (abbiamo scoperto addirittura che nella gdo, laddove esiste il corner farmaceutico col farmacista, lo stesso viene assunto con la qualifica di assistente alla vendita, alla pari dell’addetto al banco frutta o salumeria)” arriva dall’Unione nazionale farmacisti titolari di sola parafarmacia (UNaFTiSP) che in un documento della Commissione sugli integratori alimentari e naturali dell’Associazione, il cui responsabile è Marco Merigiola, Coordinatore della Regione Lazio, pone anche la questione del “serio rischio per la salute del cittadino”.
Discorso a parte riguarda gli integratori per lo sport che vengono liberamente venduti in negozi specializzati e con l’assistenza di semplici commessi addetti alla vendita di articoli sportivi. Infine il fenomeno della vendita a domicilio di prodotti dimagranti è affidata a persone che a volte provengono addirittura da studi classici.
Capitolo a parte poi meriterebbe il fenomeno della canapa legale che si vende grazie ad un vuoto normativo che prevede l’uso solo a scopo “tecnico” o da collezione, mentre ormai viene suggerita per preparare dolci, tisane ed altri preparati casalinghi di dubbia utilità e tollerabilità.
Nel documento vengono segnalati alcuni studi, tra cui la “recente la pubblicazione di una review sul riso rosso fermentato dove emerge che gli effetti collaterali sono molto simili a quelli delle statine (Mazzanti G Moro PA, Raschi E, Da Cas R, Menniti-Ippolito F.Br J Clin Pharmacol. 2017 Jan 17. doi: 10.1111/bcp.13171.). È nota ad esempio l’interazione del gynkgo biloba con gli antiaggreganti e gli anticoagulanti, oppure la controindicazione all’uso del ginseng da parte degli ipertesi così come agli stessi debba essere somministrato magnesio e potassio con cautela se fanno uso di ace-inibitori o sartani”. Secondo UNaFTiSP c’è un “spinta ad un abuso di integratori, una banalizzazione dell’uso degli stessi facendo leva sull’assunto che sono prodotti naturali e non fanno male. Rivendichiamo in questo la figura professionale del farmacista come l’unico in grado di conoscere interazioni e dosi adeguate per il paziente che ha di fronte. Ci auguriamo quindi, possa essere posto rimedio a questa condotta che gioca sull’equivoco. La Parafarmacia esiste solo in Italia e come recita La legge 223/2006 “…Parafarmacia è un termine entrato nell’uso comune con riferimento agli esercizi diversi dalle farmacie in cui si vendono prodotti di interesse sanitario”, ma è ormai concepito dalla stragrande maggioranza dei cittadini come un luogo dove esiste la presenza di un farmacista e non va confusa con un semplice scaffale dove in maniera ingannevole si pongono delle merci con un’indicazione evocativa di sicurezza quando questa non è assicurata da nessuno”. (SZ)