Fonte: www.marketing-farmaceutico.it

I legami emotivi che la farmacia e qualunque Retail riescono ad instaurare con i propri clienti sembra avere un’alta incidenza sui comportamenti di acquisto del cliente stesso. Si parla molto spesso di legami, fidelizzazione e profetizzazione, ma di cosa parliamo?
Un cliente può sentirsi legato ad un esercizio commerciale, riconoscerne l’esistenza, l’identità sociale costruita sul territorio, ma non legarsi affettivamente, questo legame si instaura quando si innesca un processo di fidelizzazione o ancor più quando, da semplici clienti, si diventa profeti di quell’esercizio.

Uno studio condotto sulla grande distribuzione e sui più grandi siti e-commerce ha rilevato che sono pochissime le % di clienti che sviluppano un legame emotivo, siamo solo al 18 %, percentuale molto bassa che ci fa capire, in primo luogo, le potenzialità del sistema, ma che d’altra parte ci dice anche che solo una % così bassa di persone, sentendo un legame emotivo con quell’esercizio se ne farà portavoce e divulgatore tra amici e familiari.

In un’era nella quale si pensa più ad aumentare il numero dei clienti, piuttosto che valorizzarne il ritorno degli stessi e la fidelizzazione, capite bene quanto limitato possa essere quest’approccio e quanto economicamente risulta impattante sul portafoglio aziendale.

Il famoso passaparola positivo ha vita solo e soltanto sé, saremo in grado di legare emotivamente il nostro cliente, e un cliente legato emotivamente è anche più propenso a seguirci sui social e a compiere azioni sempre finalizzate all’accrescimento della popolarità del brand.

Ma come può una farmacia stringere e creare un legame emotivo con i propri clienti?

Non esiste un solo modo, ognuno può sviluppare diverse modalità, si potrebbe prendere d’esempio uno dei casi di legame emotivo più forte presente oggi sul mercato. Se analizziamo infatti la capacità di Steve Jobs di creare non solo un legame emotivo, ma sviluppare vero e proprio fanatismo nei suoi clienti ci rendiamo conto che ciò non è legato al carisma emotivo del capo e ideatore, ma si basa su un processo psicologico e comportamentale molto più sottile. Le persone e in definitiva, l’essere umano tende a categorizzare la sua vita in gruppi di appartenenza, è come se il nostro cervello fosse cablato a definire l’appartenenza ad uno o a più gruppi e ciò porta lo stesso a donare tutto al gruppo di appartenenza e essere avaro e ostile verso i restanti gruppi.

L’uomo dunque si immedesima maggiormente nel suo gruppo e si identifica in questo.

In questa eccezione l’Apple ha sviluppato la propria campagna di promozione etichettando le persone che usufruivano dei prodotti Apple come gli Apple People e questo ha inevitabilmente creato valore tra le persone del gruppo discreditando gli altri, e quelli lì presenti hanno creato un legame fanatico così forte da sviluppare un turbine positivo che oggi ha determinato il successo del marchio al di fuori dell’identità dello stesso fondatore.

Molto spesso il successo di un’attività non è strettamente legato al prodotto che realizza, ma a quanto esso è in grado di intervenire a livello psicologico nel cuore del cliente.