fonte: www.farmaciavincente.it

Consulti a distanza, referti via mail, prenotazioni online: l’innovazione tecnologica applicata al mondo della farmacia ha grandi potenzialità e, dopo la fase più acuta dell’epidemia, è qui per rimanere
Mantenere le distanze non è semplice: il lockdown ha fatto capire quanto sia dura isolarsi, rinunciare agli incontri con familiari e amici, spostarsi liberamente. Eppure, vista la necessità, ha fatto anche comprendere come le distanze si accorcino grazie a connettività e digitale. E’ stato possibile:

fare lezione da casa mentre le scuole erano chiuse,
acquistare online in negozi con le saracinesche abbassate,
lavorare lontano dagli uffici…
….e curarsi da remoto!
Non si tratta di soluzioni sostitutive di classi, punti vendita e ospedali ma di opportunità capaci di affiancarli e potenziarli.

I vantaggi della telemedicina
Già il 27 febbraio scorso, l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandava di “valutare l’utilizzo della telemedicina per esaminare sospetti casi di Covid-19”, in modo da evitare che i sospetti contagiati fossero visitati nelle strutture sanitarie.
La pandemia, ha confermato uno studio di Grand View Research, “ha provocato un aumento della domanda di soluzioni di telemedicina”.
Ma le potenzialità di visite e consulti a distanza vanno ben oltre il coronavirus: l’emergenza sanitaria non ha creato ma accelerato una tendenza. Sempre secondo Grand View Research, nel 2027 il mercato della telemedicina dovrebbe valere 155 miliardi di dollari, crescendo a un ritmo medio annuo del 15%.
A spingere questo tipo di soluzioni ci sono diversi fattori:
l’esigenza di monitorare disturbi cardiovascolari e diabete;
una popolazione sempre più anziana;
la possibilità di utilizzare strumenti digitali sempre più affidabili;
la necessità di mantenere il distanziamento sociale.
I vantaggi (potenziali e in alcuni casi già concreti) sono chiari: se le visite mediche viaggiassero su display e mail, ci sarebbero meno file per ritirare i referti, risparmio di tempo per pazienti e medici, calo dell’affollamento nelle strutture sanitarie e dei ricoveri, analisi da remoto per pazienti che si muovono con difficoltà o non possono farlo.

Dai video-consulti in farmacia ai farmaci a domicilio
Secondo uno studio dell’Osservatorio del Politecnico di Milano sull’Innovazione Digitale in Sanità pubblicato nel 2018, più di otto pazienti su dieci preferiscono pagare e ritirare i referti di persona. Un comportamento dettato spesso dall’abitudine, che però ha un costo. Basterebbe che l’80% dei cittadini effettuasse online il ritiro di documenti clinici, la richiesta di informazioni, la prenotazione e il pagamento di visite ed esami per avere un risparmio di 5 miliardi di euro l’anno.
Senza calcolare l’impatto della telemedicina vera e propria, fatta anche di visite a distanza. Non è solo una questione economica: risparmio vuol dire maggiore efficienza e, in tempi di coronavirus, anche maggiore sicurezza.
Ecco perché tante farmacie stanno modificando il loro approccio ed i loro spazi per mettere a disposizione dei loro clienti soluzioni che sfruttano la tecnologia per migliorare i servizi e ripartire in sicurezza.
I farmacisti oltre che una rete di medici con loro convenzionati offrono video-consulti su sintomi e domande relativi al Covid-19 o ad altre patologie.
Video-tutorial e schede informative permettono di avere un quadro definito sulle disposizioni di legge, per fare chiarezza sulle norme e adottare tutte le misure anti-contagio.
I farmaci possono essere consegnati a domicilio o depositati in appositi “punti di ritiro farmaci” o locker e i clienti possono effettuare tamponi e test sierologici in tempi rapidi compilando tutte le informazioni PRIMA di recarsi in farmacia.
La prima clinica al mondo interamente virtuale è stata inaugurata nel 2015

Il consulto a distanza ha già dimostrato la propria efficacia in diversi casi. A San Diego, in California, i dermatologi del consorzio Kaiser, ad esempio, hanno scelto di puntare sullo scambio d’immagini ed informazioni per integrare le visite faccia a faccia. Risultato: ogni mese riescono a esaminare il 50% di pazienti in più.
Nell’ottobre del 2015, il gruppo ospedaliero Mercy ha aperto il Virtual Care Center, la prima clinica al mondo interamente virtuale: niente posti letto ma cure e visite da remoto.
Secondo una stima di Accenture, le applicazioni dell’intelligenza artificiale alla sanità potrebbero far risparmiare (solo negli Stati Uniti) 150 miliardi di dollari l’anno. Sarebbe il risultato (tra le altre cose) di robot capaci di aiutare i pazienti, assistenti virtuali, digitalizzazione del settore amministrativo, diagnosi preliminari automatizzate, riduzione negli errori di dosaggio.
Nel 2019 la catena americana CVS ha inaugurato un nuovo modello di farmacia HEALTH HUB che mette assieme servizi clinici con la vendita di prodotti sanitari, farmaci e parafarmaci.

di Luca Sartoretto Verna