Tra gli strumenti utilizzati dai farmacisti per informarsi i portali di approfondimento sono al primo posto (il 67% li consulta), seguono newsletter e riviste di settore
Tra gli strumenti utilizzati dai farmacisti per informarsi, i portali di approfondimento sono al primo posto, con un 67% di intervistati che li consulta.

A seguire le newsletter quotidiane (53%), le riviste di settore (49%), i webinar online (46%). Questi dati sono stati presentati nei giorni scorsi in occasione del webinar Edra dal titolo “L’aggiornamento del farmacista durante la pandemia”, che ha visto come ospiti il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, presidente della Fondazione Cannavò, Roberto Tobia, segretario di Federfarma nazionale, Carolina Carosio, presidente Fenagifar, Anna Olivetti, presidente dell’Ordine di Gorizia e segretario della Fondazione Cannavò.

Informazione di qualità e fonti autorevoli
Un dato confortante, che conferma il valore del lavoro di comunicazione e informazione che quotidianamente viene offerto alla comunità farmaceutica. Importante anche il valore che il settore dà alla carta, ritenendo le riviste ancora uno strumento indispensabile. Nonostante l’arrivo del digitale e il facile reperimento di informazioni, dunque, il farmacista ricerca le sue informazioni da fonti autorevoli e certificate, in grado di fornire al professionista contenuti di vera qualità e valore scientifico. «Digitale e cartaceo sono canali che si integrano e si completano tra loro» ha commentato Olivetti, «i due canali hanno peculiarità diverse: il cartaceo rimane per la mia generazione un momento di approfondimento, fruito con maggiore attenzione. Se da una parte l’online offre una informazione quasi in tempo reale, che nell’ultimo anno è stata fondamentale per affrontare l’inizio dell’emergenza pandemica, la carta offre la possibilità di studiare e conservare». Rimane il fatto che «attraverso i canali digitali, come farmacisti siamo riusciti a tenerci in contatto tra noi colleghi, come solo qualche anno fa avremmo avuto difficoltà a fare, ma anche con i pazienti», spiega Olivetti, che sottolinea l’esigenza di una «informazione seria e di qualità, soprattutto per veicolare noi delle nozioni corrette e scientifiche, che sarebbe bello fosse condivisa con i colleghi a livello europeo».

Il digitale offre velocità e possibilità di confronto
I farmacisti utilizzano anche altri canali, per esempio i social network (31%), forum dedicati (14%), dirette social (9%), Tg Online (8%), Podcast (7%). Il momento preferito dai farmacisti per aggiornarsi è durante la pausa pranzo (45%) e dopo il lavoro (40%). Seguono nell’ordine: prima di andare a dormire, appena svegli, all’ora di cena, a colazione, negli spostamenti e in pausa caffè. «I dati riportati in particolare sui social media rispecchiano il nostro spaccato quotidiano e il vissuto professionale e quello privato», ha commentato Carosio. «Come giovani farmacisti siamo consapevoli dei nuovi canali a cui hanno accesso i professionisti ma anche i cittadini: i social network sono una realtà che inevitabilmente va tenuta presente». Nuovi canali che possono essere anche sfruttati per creare momenti di confronto tra colleghi, «per esempio come Fenagifar abbiamo aperto Farmacommunity per confrontarci e anche per dare il nostro contributo nel contrasto alle fake news». Ma, aggiunge Carosio, «la fase pandemica ci ha messo in evidenza la necessità di momenti di confronto e incontro con gli attori a 360 gradi del panorama della sanità, per esempio società scientifiche, tecnici e mondo accademico. Pertanto, abbiamo pensato di mettere a disposizione delle associazioni del territorio una piattaforma dedicata, dal titolo ‘Diritto di parola’, per creare momenti di confronto a livello nazionale, con tecnici esperti, individuando 5 tematiche di interesse e di confronto con la base».