Ogni possibile intervento sulla distribuzione del farmaco e sulla farmacia dovrebbe essere valutato in una visione di sistema, quello del Ssn. Le farmacie hanno un ruolo e svolgono un servizio, in certe aree del Paese suppliscono anche alle carenze del territorio. Toccarle può finire per innescare un problema sociale.

E’, in sintesi, quanto ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, nel suo intervento alla tavola rotonda organizzata ieri dalla Fondazione Astrid per presentare il suo ultimo studio, dedicato alle prospettive dell’industria farmaceutica e alla governance del farmaco.

Coordinata dall’economista Nicola Salerno, la ricerca dedica un capitolo alle farmacie e agli interventi con cui incrementare concorrenza ed efficienze di scala, nel quale lo stesso Salerno ripresenta proposte vecchie di un paio di anni e già ferocemente contestate dai titolari. Tra le quali superamento della Pianta organica, liberalizzazione della fascia C, abolizione del prezzo fisso e sconti Ssn liberi sui farmaci di fascia A. Un menù che, però, non ha convinto il ministro Lorenzin: «Se si guarda alla farmacia soltanto come a un esercizio commerciale e l’obiettivo è abbassare i costi distributivi» ha commentato «ci si chiude in una visione esclusivamente economicistica. Io invece preferisco ragionare in un quadro sistemico, ed è per questo che ho voluto la farmacia dei servizi».

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In una prospettiva di sistema, ha continuato Lorenzin, diventa evidente che non ha alcun senso inventarsi nuove formule per fare cose per le quali già ci sono le farmacie del territorio. «Si vogliono aprire quattromila Case della Salute» ha ironizzato il Ministro «quando le farmacie sono già pronte e a disposizione. E allora usiamole, spremiamole a fondo se è necessario, ma non inventiamoci dei cloni». (AS)