Fonte: www.federfarma.it
Cresce lentamente ma con regolarità il numero delle farmacie autorizzate alla vendita online di Sop e Otc. A due mesi circa dalla circolare del Ministero che aveva dato luce verde all’e-commerce, infatti, sono più di 50 i presidi dalla croce verde registrati sul portale del dicastero Salute: sette in Campania, Marche e Puglia, uno in Friuli Venezia Giulia, Toscana, Val d’Aosta e Lazio, 23 in Piemonte, tre in Sardegna. Non è una corsa forsennata, ma sono numeri che testimoniano ancora una volta la disponibilità delle farmacie a sperimentare e innovare, in barba ai soliti luoghi comuni.

La progressione, peraltro, avanza a macchia di leopardo, ancora una volta per colpa di una burocrazia regionale che non viaggia dappertutto alla stessa velocità. La normativa, infatti, impone ai titolari di rivolgersi alle Regioni per chiedere l’autorizzazione alla vendita online, ma dalla mappatura effettuata nelle settimane scorse da Federfarma risulta che soltanto 14 amministrazioni su 21 hanno adottato le delibere necessarie. E dov’è stato fatto, il risultato è la solita piccola babele federalista: in cinque regioni (Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli e Valle d’Aosta) i titolari devono inoltrare la richiesta di autorizzazione all’Asl competente; in due il destinatario è il comune (Emilia Romagna e Toscana); in sette la domanda va inoltrata direttamente all’amministrazione provinciale o regionale (Piemonte, Bolzano, Marche, Puglia, Campania, Sardegna e Lazio). Chiudono le sette regioni dove ancora non s’è deciso nulla: Sicilia, Calabria, Basilicata, Molise, Abruzzo, Umbria e Trento.

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Il fatto è che il ritardo registrato da queste ultime sette amministrazioni innesca disparità, perché le farmacie che in queste regioni vorrebbero vendere via web nel resto d’Italia non possono farlo, mentre le altre sì. «In mancanza di un provvedimento che specifichi l’ufficio cui chiedere l’autorizzazione» è il parere di Quintino Lombardo, avvocato ed esperto di legislazione del web «il titolare può sempre inviare la domanda al Servizio farmaceutico, ossia l’ente che teoricamente ha maggiore competenza in materia. La scorciatoia però risolve poco: se l’ufficio non replica entro trenta giorni il farmacista non può far scattare la regola del silenzio-assenso, perché il Ministero rilascia logo e registrazione sul portale solo se c’è il numero dell’autorizzazione regionale».

Per fornire un orientamento ai titolari che vogliono cimentarsi con l’e-commerce di Sop e Otc (così come dell’extrafarmaco), Federfarma ha predisposto un vademecum che riepiloga norme, adempimenti e disposizioni. La pubblicazione verrà distribuita a Cosmofarma, in programma a Bolognafiere dal 15 al 17 aprile, allo stand istituzionale di Federfarma. (ML)