fonte: www.farma7.it

Il Piano nazionale cronicità sbarca in Stato-Regioni con modifiche “ritenute necessarie per migliorare l’assistenza ai malati cronici, aggiornare le iniziative messe in campo, rendere più efficaci i servizi sanitari e indirizzare la gestione della cronicità verso un sistema che realizzi una progressiva transizione in un modello di rete che valorizzi sia il ruolo specialistico, sia tutti gli attori della assistenza primaria”.

Il testo, elaborato dal ministero della Salute, è stato inviato per l’esame e l’approvazione in sede di Conferenza Stato Regioni e le modifiche effettuate coinvolgono anche la farmacia. Si parte dal presupposto che i pazienti, essendo generalmente anziani o molto anziani, sono spesso persone o coppie sole, con difficoltà nella gestione di piani terapeutici domiciliari e criticità, specie se versano in precarie condizioni socio-economiche. La presa in carico e la gestione delle malattie croniche assorbe infatti circa l’80% dei costi sanitari e, di conseguenza, la problematica della valutazione dei costi connessi è sempre più rilevante.

In quest’ottica per le farmacie è previsto un coinvolgimento ancora maggiore, per rispondere ai bisogni di salute e di cura del paziente cronico nella comunità di riferimento con interventi di educazione, prevenzione e promozione della salute, di counseling alla persona malata o potenzialmente a rischio e anche al caregiver, secondo protocolli condivisi con i medici, i pediatri e gli specialisti, secondo quanto previsto dalla Legge 69/2009 e definito nel Decreto legislativo 153/2009, poi modificato dalla Legge 178/2020.
Alle farmacie viene poi chiesto di sviluppare, validare e implementare sistemi sinergici di collaborazione con altri professionisti sanitari, per una tempestiva ed efficiente presa in carico da parte delle farmacie dei pazienti affetti da patologie croniche sulla base della complessità clinica e del bisogno di salute. L’obiettivo è assicurare una corretta assunzione della terapia medica prescritta e una efficace aderenza ai trattamenti a lungo termine, anche al fine di potenziare le attività di farmacovigilanza. Infine, si vorrebbero maggiormente coinvolte le farmacie anche nel percorso di accesso personalizzato ai farmaci per i trattamenti a lungo termine, mediante interventi di educazione, prevenzione e promozione della salute.

Quali i risultati attesi? Un incremento di progettualità, per esempio con il dossier farmaceutico, a cura della farmacia che effettua la dispensazione del farmaco al paziente, ma anche un aumento, per il farmacista, dei progetti di formazione sulla cronicità con un suo maggior coinvolgimento, con il fine di renderlo protagonista nell’educazione e informazione del paziente/caregiver in merito alla patologia cronica di cui soffre e alla sua corretta gestione. Allo stesso modo si vorrebbe questo professionista sanitario più presente nei processi di educazione sanitaria per la prevenzione delle malattie croniche e, soprattutto, nei programmi di presa in carico dei pazienti cronici attraverso servizi fondamentali per il supporto alla cura, all’aderenza terapeutica e alla prevenzione (e qui un ruolo fondamentale lo giocheranno, in particolare, le farmacie rurali). Infine, si chiede alla farmacia di potenziare al contempo i servizi sanitari sul territorio e a domicilio del paziente cronico, con una sua presa in carico più ampia, anche con il coinvolgimento di familiari e caregiver;

Unica pecca del Piano nazionale cronicità: non sono previsti finanziamenti. Nel documento si spiega, infatti che, all’attuazione dell’accordo, “si provvede nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque sia, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.