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Nel 2015 gli italiani hanno speso quasi 500 euro a testa per l’acquisto di medicinali
Nel 2015 ogni cittadino italiano ha speso circa 476 euro per l’acquisto di medicinali. Rispetto all’anno precedente, la spesa farmaceutica è cresciuta dell’8,6%, attestandosi su 28,9 miliardi di euro. Di questi, il 76,3% è stato rimborsato dal Servizio sanitario nazionale. È quanto emerge dal documento “L’uso dei farmaci in Italia – Rapporto OsMed 2015”, pubblicato dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).

Spesa territoriale – Il Rapporto evidenzia che nel 2015 la spesa farmaceutica territoriale complessiva è stata di 21 miliardi e 778 milioni di euro (13.398 milioni di spesa pubblica territoriale + 8.380 milioni di spesa privata territoriale), in aumento dell’8,9%. rispetto al 2014. In particolare, quella pubblica – comprensiva della spesa netta dei farmaci erogati in regime di assistenza convenzionata e in distribuzione diretta e per conto di classe A – ha registrato un incremento significativo, pari al 13,1 %, attestandosi a 13 miliardi e 398 milioni di euro (circa 220 euro pro capite). Secondo l’Aifa, la crescita è dovuta principalmente all’aumento della spesa per i medicinali di classe A erogati in distribuzione diretta e per conto (+51,4%). Si registra, invece, un contenuto calo, rispetto all’anno precedente, della spesa farmaceutica convenzionata netta (-1,4%).

Spesa a carico dei cittadini – Questa voce, che comprende la spesa per compartecipazione, per i medicinali di classe A acquistati privatamente e quella per i farmaci di classe C, è stata di 8 miliardi e 380 milioni di euro. È quindi aumentata del 2,9% rispetto al 2014. L’incremento è dovuto alla crescita della spesa per l’acquisto privato di medicinali di fascia A (+3,1%), della spesa per i medicinali di classe C con ricetta (+2,1%), della spesa per i medicinali di automedicazione (+4,7%) e della compartecipazione del cittadino (+1,4%). La spesa per la compartecipazione a carico del cittadino è risultata pari a 1 miliardo e 521 milioni di euro (circa 25 euro pro capite) e ha raggiunto un’incidenza sulla spesa farmaceutica convenzionata lorda del 14%. “Rispetto al 2014 – precisa l’Aifa -, l’incremento della compartecipazione del cittadino è stato essenzialmente determinato dalla crescita della quota eccedente il prezzo di riferimento dei medicinali a brevetto scaduto (+5,4%), mentre risulta in riduzione la spesa relativa al ticket per ricetta/confezione (-5,5%)”.

Spesa per l’acquisto di medicinali di classe C con ricetta – Fra questi farmaci, la spesa più elevata è stata registrata per i derivati benzodiazepinici e, in particolare, per gli ansiolitici (381,6 milioni di euro), seguiti dai farmaci usati per la disfunzione erettile (263,9 milioni di euro) e dalle associazioni fisse estro-progestiniche (208,5 milioni di euro), in ordine immutato rispetto allo scorso anno. I tre principi attivi a maggior spesa nel 2015 sono stati tadalafil (126,7 milioni di euro), paracetamolo (124,5 milioni di euro) e lorazepam (124,4 milioni di euro). Tra i farmaci di automedicazione, i principi attivi che hanno registrato la spesa più alta sono diclofenac (149,5 milioni di euro), ibuprofene (128,4 milioni di euro) e paracetamolo (116,8 milioni di euro).

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Acquisto di medicinali da parte delle strutture sanitarie pubbliche – Questa voce, pari al 38,7% della spesa farmaceutica totale, è stata di circa 11,2 miliardi di euro (184,3 euro pro capite) e ha registrato un incremento del 24,5% rispetto al 2014. Nel Rapporto si legge che nel 2015 tutte le Regioni hanno adottato la distribuzione diretta tranne l’Abruzzo, l’unica a non utilizzare la distribuzione in nome e per conto. La spesa per la distribuzione diretta e per conto, pari nel 2015 a 7,8 miliardi, è rappresentata soprattutto dai farmaci in classe A (63,20%) e di classe H (35,92%), mentre quelli di classe C (0,88%) costituiscono una quota residuale.

Classifica medicinali – Tra i farmaci erogati in distribuzione diretta e per conto, l’anti-epatite sofosbuvir rappresenta, con un’incidenza del 15,2% sul totale, il principio attivo che ha comportato la spesa maggiore a livello regionale: 1.184,1 milioni di euro. Al secondo posto si trova il Fattore VIII di coagulazione del sangue umano da ingegneria genetica (circa 258,9 milioni, incidenza del 3,3%), seguito da Adalimumab (258,4 milioni), Etanercept (213,2 milioni) e imatinib mesilato (165,9 milioni di euro).

Assistenza farmaceutica ospedaliera e ambulatoriale – La spesa relativa a questa voce è stata di circa 3 miliardi nel 2014. Nella classifica dei 30 principi attivi a maggior spesa, ben 15 appartengono alla categoria degli antineoplastici e immunomodulatori, con trastuzumab, bevacizumab, rituximab ai primi tre posti. Dall’analisi della variabilità regionale, si osserva che i livelli più bassi di spesa territoriale, comprensiva della spesa dei farmaci erogati in regime di assistenza convenzionata e in distribuzione diretta e per conto di classe A, sono stati registrati nella Provincia Autonoma di Bolzano (195,7 euro pro capite), mentre i valori più elevati sono stati rilevati in Campania (332,3 euro pro capite), rispetto ad una media nazionale di 262,8 euro pro capite. La Liguria, con 134 euro pro capite, rappresenta la regione con la più alta spesa privata di farmaci (A, C, Sop e Otc), mentre il Molise, con 83,8 euro pro capite, è quella in cui la spesa è risultata più bassa. Per quanto riguarda i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche, la media nazionale è di 184,3 euro pro capite. Il valore di spesa più basso si riscontra in Valle d’Aosta, con 143,6 euro pro capite, mentre quello più alto in Puglia e Sardegna, con 224,4 euro pro capite.

Consumo di farmaci – Anche nel 2015 i medicinali per il sistema cardiovascolare rappresentano la categoria di farmaci più consumata dalla popolazione italiana, con 534,3 dosi giornaliere (DDD) ogni 1.000 abitanti. Scivolano, invece, al terzo posto in termini di spesa, che è pari a oltre 4 miliardi di euro, con un dato pro capite di 67,1 euro.