fonte: www.farmacista33.it

Rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure, con, tra gli altri aspetti, 1.288 Case di comunità, il potenziamento della assistenza domiciliare e della telemedicina e la spinta alla diffusione del Fascicolo sanitario elettronico. Sono questi alcuni dei contenuti del testo del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che il Governo ha trasmesso ieri al Parlamento. Per quanto riguarda le farmacie, queste rientrano in particolare come perno della strategia per le Aree interne, con la previsione di risorse pubbliche per favorire gli investimenti e gli adeguamenti per erogare i Servizi.

Finanziamenti, tempistiche di attuazione e missioni: alla “Salute” vanno 18,5 miliardi
Il Piano, come si ricorderà, “si inserisce all’interno del programma Next Generation EU (NGEU), il pacchetto da 750 miliardi di euro concordato dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica, e per l’Italia prevede investimenti pari a 191,5 miliardi di euro, divisi in 68,9 miliardi di euro di sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro di prestiti e finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza. Il primo 70% delle sovvenzioni eÌ già fissato dalla versione ufficiale del Regolamento RRF, mentre la rimanente parte verrà definitivamente determinata entro il 30 giugno 2022 in base all’andamento del Pil degli Stati membri registrato nel 2020- 2021. L’ammontare dei prestiti all’Italia eÌ comunque stato stimato in base al limite massimo del 6,8% del reddito nazionale lordo. Ulteriori 30,6 miliardi di euro sono poi parte di un Fondo complementare, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio (Consiglio dei ministri del 15 aprile), cosicché il totale degli investimenti previsti è di 222,1 miliardi di euro. Per quanto riguarda la tempistica, tutte le iniziative del Piano seguono precise milestone di attuazione, con orizzonti differenti, ma l’arco temporale è compreso tra il 2021 e il 2026”. Nel complesso, “il 27% del Piano è dedicato alla digitalizzazione”.
Il Piano, a ogni modo, si organizza lungo sei missioni:
– “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura”, che stanzia complessivamente 49,2 miliardi – di cui 40,7 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 8,5 miliardi dal Fondo;
– “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”: 68,6 miliardi – di cui 59,3 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 9,3 miliardi dal Fondo;
– “Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile”: 31,4 miliardi – di cui 25,1 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 6,3 miliardi dal Fondo;
– “Istruzione e Ricerca”: 31,9 miliardi di euro – di cui 30,9 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 1 miliardo dal Fondo;
– “Inclusione e Coesione”: 22,4 miliardi – di cui 19,8 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,6 miliardi dal Fondo;
– “Salute”: 18,5 miliardi, di cui 15,6 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,9 miliardi dal Fondo. A questo, va aggiunto poi 1,7 miliardi di fondi React-EU, per un totale degli investimenti per la sanità di 20,22 miliardi.
Per quanto riguarda quest’ultimo capitolo, come si legge nel comunicato del Governo, obiettivo principale è quello di “rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure. Il Piano investe quindi nell’assistenza di prossimità diffusa sul territorio e attiva 1.288 Case di comunità e 381 Ospedali di comunità. Va poi a potenziare l’assistenza domiciliare, per raggiungere il 10% della popolazione con più di 65 anni, la telemedicina e l’assistenza remota, con l’attivazione di 602 Centrali Operative Territoriali. Il Governo intende, infine, nell’aggiornamento del parco tecnologico e delle attrezzatture per diagnosi e cura, con l’acquisto di 3.133 nuove grandi attrezzature, e nelle infrastrutture ospedaliere, per esempio con interventi di adeguamento antisismico, e, al contempo, il Piano rafforza l’infrastruttura tecnologica per la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati, inclusa la diffusione del Fascicolo sanitario elettronico”.

Farmacie perno della strategia per le Aree interne. Ecco come
Entrando nel dettaglio di alcuni aspetti, per quanto riguarda le farmacie, queste sono richiamate esplicitamente come perno della strategia di potenziamento delle Aree interne, che, “distribuite da Nord a Sud, coprono circa tre quinti dell’intero territorio nazionale”. In particolare, nel testo, si prevedono Interventi speciali per la coesione territoriale (Investimento 1.1: Strategia nazionale per le aree interne) e all’interno di questo ambito il supporto del PNRR si articola, come linee di intervento, nel “Potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunità e nei Servizi sanitari di prossimità”. Qui, in particolare, perno della strategia è il “consolidamento delle farmacie rurali convenzionate dei centri con meno di 3.000 abitanti, che mira a renderle strutture in grado di erogare servizi sanitari territoriali, per coprire maggiormente la gamma di servizi sanitari offerta alla popolazione di queste aree marginalizzate. Le farmacie, quindi, potranno rafforzare ruolo e funzione. L’attuazione consiste nell’assegnazione di risorse finanziarie pubbliche per incentivare i privati a investire nell’adeguamento delle farmacie al fine di rafforzarne il ruolo di erogatori di servizi sanitari, (i) partecipando al servizio integrato di assistenza domiciliare; (ii) fornendo prestazioni di secondo livello, attraverso percorsi diagnostico- terapeutici previsti per patologie specifiche; (iii) erogando farmaci che il paziente eÌ ora costretto a ritirare in ospedale; (iv) monitorando pazienti con la cartella clinica elettronica e il fascicolo farmaceutico. La misura prevede di favorire il co-investimento privato, pari a circa il 50% dell’intervento pubblico stanziato con un accordo tra ACT, Ministero della Salute ed Enti locali”.

Telemedicina: favoriti progetti che insistono su più Regioni
Tra gli altri ambiti, più generali, con ricadute, ci sono poi gli investimenti rivolti alla telemedicina (1.1. “Casa come primo luogo di cura, assistenza domiciliare e telemedicina”). In particolare, “l’intervento si traduce nel finanziamento di progetti di telemedicina proposti dalle Regioni sulla base delle priorità e delle linee guida definite dal Ministero della Salute. I progetti potranno riguardare ogni ambito clinico e promuovere un’ampia gamma di funzionalità lungo l’intero percorso di prevenzione e cura: tele-assistenza, tele-consulto, tele-monitoraggio e tele-refertazione. Per ottenere i finanziamenti, tuttavia, i progetti dovranno innanzitutto potersi integrare con il Fascicolo sanitario elettronico, raggiungere target quantitativi di performance legati ai principali obiettivi della telemedicina e del Sistema sanitario nazionale, nonché garantire che il loro sviluppo si traduca in una effettiva armonizzazione dei servizi sanitari. Saranno infatti privilegiati progetti che insistono su più Regioni, fanno leva su esperienze di successo esistenti, e ambiscono a costruire vere e proprio “piattaforme di telemedicina” facilmente scaricabili.

Fascicolo sanitario elettronico come accesso unico e base dati per sanitari
Un ulteriore snodo importante della strategia è poi il “potenziamento del Fascicolo sanitario elettronico al fine di garantirne la diffusione, l’omogeneità e l’accessibilità su tutto il territorio nazionale da parte degli assistiti e operatori sanitari. Il Fse svolgerà tre funzioni chiave: (i) punto di accesso per le persone e pazienti per la fruizione di servizi essenziali forniti dal Ssn; (ii) base dati per i professionisti sanitari contenente informazioni cliniche omogenee che includeranno l’intera storia clinica del paziente; (iii) strumento per le Asl che potranno utilizzare le informazioni cliniche del Fse per effettuare analisi di dati clinici e migliorare la prestazione dei servizi sanitari. ll progetto prevede: (i) la piena integrazione di tutti i documenti sanitari e tipologie di dati, la creazione e implementazione di un archivio centrale interoperabilità piattaforma di servizi, la progettazione di un’interfaccia utente standardizzata e la definizione dei servizi che il Fse dovrà fornire; (ii) l’integrazione dei documenti da parte delle Regioni all’interno del Fse, il supporto finanziario per i fornitori di servizi sanitari per l’aggiornamento della loro infrastruttura tecnologica e compatibilità dei dati, il supporto finanziario alle Regioni che adotteranno la piattaforma Fse, il supporto in termini di capitale umano e competenze per realizzare i cambiamenti infrastrutturali e di dati necessari per l’adozione del Fse. Il progetto include iniziative già avviate per la realizzazione del Sistema di Tessera sanitaria elettronica, la progettazione dell’infrastruttura per l’interoperabilità e la gestione del Fse come parte degli interventi per la digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche. Il Ministero della Salute, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Ministero dell’Innovazione Tecnologica e della Transizione Digitale saranno congiuntamente responsabili della gestione complessiva del progetto. Le risorse complessive assorbite dal progetto sono pari a 1,38 miliardi di euro, di cui 0,57 miliardi relativi al progetto già in essere di realizzazione del Sistema di Tessera sanitaria elettronica. Per l’attuazione dell’iniziativa si prevede un piano di azione a livello centrale e uno a livello locale”.
Riforma della Concorrenza: torna in auge la legge annuale
Tra le tante riforme previste, il Piano include anche “riforme a tutela della concorrenza come strumento di coesione sociale e crescita economica. I tempi di queste riforme, che vanno dai servizi pubblici locali a energia elettrica e gas, sono stati pensati tenendo conto delle attuali condizioni dovute alla pandemia. Una prima serie di misure in materia concorrenziale saraÌ prevista dalla legge per il mercato e la concorrenza per il 2021, mentre altre verranno considerate nelle leggi annuali per gli anni successivi, quando lo consentiraÌ il superamento delle attuali e critiche condizioni socio-economiche, dovute anche alla pandemia. In particolare, tra le riforme previste dal disegno di legge annuale per il 2021, che verraÌ presentato in Parlamento entro il mese di luglio 2021, tengono conto della Segnalazione adottata dall’AutoritaÌ garante della concorrenza e del mercato nel marzo 2021.