Fonte: www.federfarma.it

Rispettate le previsioni della vigilia, il tavolo di trattativa tra sindacati delle farmacie e mutua pubblica (Cnam, Casse national d’assurance maladie) per il rinnovo della Convenzione nazionale è partito mettendo subito al centro del confronto la riforma della remunerazione. E da entrambe le parti si è velocemente trovata la convergenza sul principio che deve guidare la negoziazione: la parte di compenso riferita all’onorario professionale – che oggi assicura ai titolari il 53% degli introiti legati dal farmaco rimborsato, mentre il 47% deriva dal margine sul prezzo al pubblico – andrà considerevolmente aumentata. Nell’ultimo incontro del tavolo negoziale, risalente a giovedì, il presidente della Cnam Nicolas Revel ha persino messo sul tavolo alcune cifre: attraverso un percorso a tappe, ha spiegato, si potrebbe spostare dal margine all’onorario una cifra compresa tra i 750 e i 1.250 milioni di euro, che così non sarebbe più soggetta all’erosione determinata dal calo dei prezzi dei farmaci.

L’operazione, è la stima dei sindacati, porterebbe al 66-75% l’incidenza dell’onorario professionale sulla remunerazione complessiva delle farmacie. In altri termini, circa due terzi-tre quarti di quanto percepiscono i titolari con il farmaco rimborsato sarebbe disgiunto dal prezzo al pubblico del prodotto. Ancora non c’è stata alcuna intesa, ma per i sindacati dei farmacisti la direzione è quella giusta per quanto rimangano ancora diverse questioni da esaminare. Per la Fspf, Fédération des syndicats pharmaceutiques de France, andrà definito il peso delle due quote che contribuiscono a formare l’onorario professionale, quella legata alla ricetta e quella legata al farmaco. Per l’Uspo, Union des syndicats de pharmaciens d’officines, la riforma non esclude che dalla Cnam debbano arrivare risorse aggiuntive per i fatturati delle farmacie.

Di queste risorse potrebbe beneficiare la remunerazione dei servizi, altro tema sul quale le parti hanno già iniziato a ragionare. L’idea, in particolare, è quella di muoversi in un’ottica di presa in carico dei pazienti e di percorsi assistenziali, con l’occhio rivolto soprattutto ai pazienti anziani e all’aderenza terapeutica (attraverso quello che in Francia si chiama “bilan de medication”, un colloquio tra farmacista e paziente per individuare eventuali problemi nella terapia farmacologica e formulare consiglio sul buon uso dei medicinali). Caldeggiata anche un’estensione del servizio di vaccinazione in farmacia (avviato quest’anno per la prima volta in via sperimentale) e, in chiave prevenzione, la remunerazione delle campagne di screening e di programmi personalizzati per fumatori che vogliono smettere.