fonte: www.farmacista33.it

Il Ministero ha inviato una nuova circolare con indicazioni e chiarimenti sull’uso della ricetta bianca dematerializzata. Ecco le puntualizzazioni per le farmacie. L’avvio della dematerializzazione della ricetta bianca è stabilito dalle singole Regioni ma, dal momento che tali prescrizioni possono essere utilizzate su tutto il territorio nazionale, a partire dal 31 gennaio tutte le farmacie italiane devono essere in grado di spedirle. È questa una delle indicazioni che il Ministero dell’economia e il Ministero della salute hanno voluto ufficializzare in una circolare di martedì, nella quale hanno ripercorso la procedura operativa e chiarito alcuni nodi, tra cui modalità di conservazione e vendite a distanza.

Ricetta bianca dematerializzata: le implicazioni per le farmacie
Le modalità della ricetta dematerializzata non a carico del Ssn sono state definite da oltre un anno, con il Decreto del Ministero dell’Economia del 30 dicembre 2020 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 gennaio 2021 e dal 31 gennaio 2022, con una diffusione progressiva nei diversi territori, ne è stato fissato l’avvio – avvenuto in realtà nella prima metà di febbraio. A stabilire la partenza sono direttamente le Regioni, che hanno comunicato un cronoprogramma, comunque non tassativo. Nella prima tranche ci sono Valle D’Aosta, Bolzano, Trento, Emilia-Romagna, la Lombardia, Piemonte e Sicilia; a seguire, ci saranno Friuli Venezia Giulia e Puglia che dovrebbero partire a fine marzo, mentre Basilicata e Sardegna ad aprile. Successivamente potrebbero aggiungersi anche altre regioni. Nelle Regioni che hanno già avviato la dematerializzazione della ricetta bianca, tutti i medici iscritti all’Ordine sono abilitati a utilizzare tale sistema – eventuali indicazioni circa le tipologie di medici del SSR da includere prioritariamente nelle procedure possono essere rilasciate dalle Regioni -, ma va detto che non c’è obbligo e sarà comunque possibile continuare a utilizzare la carta. Sul fronte delle farmacie, come già anticipato, queste sono tenute – a partire dalla data ufficiale di avvio della dematerializzazione delle ricette bianche e quindi dal 31 gennaio – a ricevere e spedire tale tipologia di prescrizione, adeguando i software. Questo perché a fronte della generazione di una ricetta dematerializzata in una regione, questa può essere utilizzata dal cittadino in circolarità su tutto il territorio nazionale. Le farmacie devono comunque poter continuare a spedire anche le ricette bianche cartacee.

Conservazione e vendite a distanza: i chiarimenti
Un punto che va osservato riguarda la tipologia di prescrizioni: la dematerializzazione è prevista per le ricette bianche ripetibili e non ripetibili, mentre restano, al momento, escluse le prescrizioni dei medicinali inclusi nella tabella dei medicinali, sezioni A-B-C-D-E e le prescrizioni relative alle preparazioni magistrali e officinali. In generale, la dematerializzazione della ricetta bianca avviene tramite il sistema tessera sanitaria (SAC, anche mediante SAR) secondo le stesse modalità relative alla ricetta SSN. Sul fronte delle farmacie due sono le conferme di interesse che arrivano dai Ministeri. La prima riguarda la conservazione: “per le ricette dematerializzate non ripetibili (RNR), anche limitative (RNRL), nonché per le ricette dematerializzate ripetibili (RR), anche limitative (RRL), l’obbligo di conservazione della ricetta si ritiene assolto dal SAC, che daÌ anche la possibilità al farmacista di estrarre le ricette spedite in un determinato periodo di tempo a fronte di controlli o ispezioni. Il SAC assicura la conservazione per due anni ove previsto”. Un altro contenuto di rilievo riguarda il divieto di fornitura a distanza al pubblico dei medicinali con obbligo di prescrizione medica: “È vietata la vendita a distanza dei medicinali con obbligo di prescrizione medica. Per tale motivo, anche nel caso di prescrizione con ricetta bianca dematerializzata, la dispensazione e la vendita di un medicinale con obbligo di prescrizione medica deve essere effettuata nella farmacia”. Questa indicazione, come riferisce Federfarma in una comunicazione, era stata sollecitata sin da subito dalla categoria alla luce dei “timori che la digitalizzazione di tale tipo di prescrizione avrebbe potuto agevolare il proliferare di vendite a distanza di farmaci di fascia C, tramite app o siti internet o comunque agevolare condotte border-line, che potevano scaturire in fattispecie di accaparramento di ricette”.

Prescrizione e trasmissione promemoria: restano i canali alternativi
In ogni caso, per quanto riguarda la prescrizione, “la ricetta dematerializzata eÌ individuata univocamente dal Numero di ricetta bianca elettronico (NRBE), assegnato dal SAC in fase di compilazione della ricetta da parte del medico prescrittore. A fronte dell’esito positivo dell’invio telematico dei dati, il medico rilascia all’assistito il promemoria cartaceo, che, su richiesta, può essere trasmesso anche tramite i canali alternativi introdotti a seguito della emergenza sanitaria”.