fonte: www.farmacista33.it

La fine dello stato d’emergenza ha impatto sulla ricetta rossa dematerializzata, in particolare per la gestione del promemoria. Ecco le ricedute e le indicazioni per le farmacie.
Dopo due anni di emergenza sanitaria, è al via la fase di ritorno a una gestione ordinaria. Si tratta di un percorso, in fase di costruzione, che vedrà un graduale abbandono di strumenti e operatività che hanno accompagnato questi mesi e che, in molti casi, hanno facilitato l’accesso all’assistenza e la relazione con il paziente. Tra i tanti ambiti impattati uno di questi riguarda la ricetta rossa dematerializzata, in particolare per la gestione del promemoria. Quali sono, al momento, le ricadute della fine dello stato di emergenza per le farmacie?

Ricetta rossa dematerializzata: ecco le norme legate alla fase emergenziale
Sin dall’inizio della pandemia, una delle esigenze a cui si è dovuto dare risposta – con il lockdown, ma anche successivamente – è stata quella di limitare il più possibile gli spostamenti. Una necessità, questa, che ha, di fatto, dato una spinta all’introduzione di una serie di innovazioni, tra cui anche la dematerializzazione del promemoria della ricetta rossa. A consentire, per la fase emergenziale, canali alternativi è stata, come si ricorderà, l’Ordinanza della Protezione civile del 19 marzo 2020, che aveva sancito, tra gli altri aspetti, la possibilità per il medico di inviare al cittadino il promemoria tramite posta elettronica e App o di comunicare il NRE telefonicamente o via Sms. Con il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 30 dicembre 2020 (GU n. 11 del 15 gennaio 2021), che ha istituito il sistema per la prescrizione in formato elettronico dei farmaci non a carico del Ssn, all’articolo 4, sono state poi normate, sempre per la fase emergenziale, le modalità di invio del promemoria digitale alla farmacia. Un impianto, questo, fa sapere Federfarma in una nota recente, che dal primo aprile 2022, salvo interventi, non troverà più applicazione.

Gestione ordinaria, promemoria e canali alternativi
Ma, proprio lo stesso Decreto del 30 dicembre 2020 – insieme a quello del 25 marzo 2020 – aveva posto le basi per una gestione ordinaria, post emergenziale, della dematerializzazione del promemoria. In particolare, ricorda Federfarma, il medico può rendere disponibile all’assistito il promemoria attraverso alcuni canali alternativi: – nel portale del SAC, anche tramite SAR; – nel FSE dell’assistito (solo a fronte del rilascio del consenso alla sua alimentazione); – tramite posta elettronica (secondo l’indicazione del Garante della Privacy, come allegato); – tramite SMS.

Le indicazioni per l’invio
Ma, salvo ulteriori interventi, “al termine del periodo emergenziale”, continua Federfarma, “il medico deve mettere a disposizione del cittadino il promemoria, in formato cartaceo o digitale, non potendo più comunicare solamente il numero della ricetta”. In questa fase, non potranno più essere utilizzati “per trasmettere il promemoria al cittadino, applicazioni di messaggistica (Messenger, WhatsApp, Instagram), né si potrà trasmettere gli estremi della ricetta verbalmente o per telefono”. Per quanto riguarda poi l’invio del promemoria – il documento è comunque “disponibile nel FSE” – alla farmacia, vigono le modalità tramite “Sac”. Federfarma, al riguardo, ricorda che “il sistema che consente al cittadino di accedere al promemoria mediante SAC e farlo arrivare alla farmacia di fiducia attualmente non è attivo”. Sul tema di recente da parte della Fimmg, il principale sindacato della medicina generale, erano state segnalate alcune criticità con la richiesta di intervento: in una intervista a Doctornews, il vicesegretario nazionale aveva espresso il timore che la fine dello stato di emergenza potesse sancire “il ritorno a uno scenario che verosimilmente potrebbe differire da regione a regione o da Asl ad Asl”. Con il rischio di passi indietro, proprio in un momento in cui “i contagi stanno riprendendo”.