Fonte: www.federfarma.it

I referti di visite ed esami diagnostici possono essere ritirati dal paziente soltanto nella struttura sanitaria che li ha prodotti oppure nelle farmacie convenzionate, non in altri esercizi. E’ quanto ricorda il Garante della Privacy, Antonello Soro, nella Relazione annuale sull’attività condotta dall’authority nel 2016, presentata l’altro ieri alla Camera davanti alla presidente Laura Boldrini. Nella rassegna degli interventi effettuati in un anno, il rapporto cita il caso di «una provincia dell’Italia settentrionale dove era stato avviato un servizio di consegna dei referti in erboristerie e parafarmacie locali». L’Autorità garante era quindi intervenuta nei confronti del titolare del trattamento dati per invitarlo al rispetto di quanto stabilito dal decreto del ministero della Salute datato 8 luglio 2011, secondo il quale «i referti relativi a prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale possono essere consegnati, oltre che dalla struttura sanitaria che li ha redatti, solo dalle «farmacie pubbliche e private operanti in convenzione con il Servizio sanitario nazionale».

L’intervento del Garante regala alle farmacie un gol che raddoppia di valore se si ricorda quanto invece affermò un anno fa circa l’Antitrust: in un parere trasmesso a tre diverse Asl (del Friuli, della Campania e della Sardegna) l’Autorità garante della concorrenza aveva criticato gli «ingiustificati ostacoli» frapposti dalle aziende sanitarie all’esercizio di servizi come il Cup o il ritiro referti da parte delle parafarmacie. Rifiutare agli esercizi di vicinato tali opportunità, osservava in particolare l’Antitrust, è «lesivo delle norme e dei principi a tutela della concorrenza» perché determina «un ingiustificato svantaggio concorrenziale» rispetto alle farmacie. Di tutt’altro avviso, come s’è visto, il Garante della privacy, che ricorda il valore del rapporto convenzionale tra farmacie e Ssn anche in materia di tutela dei dati personali.

«Prendo atto con soddisfazione dell’intervento dell’Authority» è il commento del presidente nazionale di Federfarma, Marco Cossolo «perché sancisce che le farmacie e le parafarmacie non sono la stessa cosa e ciò che distingue le prime – a partire dal convenzionamento con il Ssn – è alla base delle esclusive riconosciute loro. La presa di posizione, piuttosto, è per me un ulteriore sprone a cercare con i colleghi delle parafarmacie non la contrapposizione ma il dialogo, per arrivare a una soluzione condivisa e sostenibile per tutti. I nostri colleghi si rendano conto che sono stati illusi da progetti poi dimostratisi infelici nei fatti, dove per fatti intendo evidenze come i pronunciamenti della Corte di giustizia europea, della Corte costituzionale, di svariati Tribunali amministrativi regionali e per ultimo del Garante privacy». Federfarma diramerà a breve una circolare con un’analisi dettagliata dell’intervento dell’Authority