Fonte: www.farmacista33.it

Cambiano i tetti di gratuità per i prodotti senza glutine: riviste le cifre massime per fasce d’età e per sesso. Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del ministero della Salute, a firma del ministro Giulia Grillo, che modifica i limiti di spesa mensili a carico del Servizio sanitario nazionale cui hanno diritto le persone celiache.

Nel concreto si ha un tetto di spesa maggiore per i bambini e gli adolescenti, mentre scendono le cifre per gli adulti e gli over 60. Secondo quanto riportato nel testo del Decreto sono stati «rivalutati i limiti massimi di spesa, distinti per sesso e per fasce di età, secondo i fabbisogni energetici totali definiti dai Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia (Larn) 2014 al secondo livello di attività fisica incrementati del 30% per tenere conto di particolari esigenze nutrizionali, sulla base dei prezzi medi di mercato del canale di distribuzione prevalente che è quello delle farmacie».

«Si tratta di un aggiornamento nel complesso positivo», spiega a Farmacista33 Luca Elli, gastroenterologo, referente del Centro di riferimento per la prevenzione e la diagnosi della malattia celiaca dell’Irccs Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, «perché le tabelle sono state ricalcolate secondo una logica che tiene conto, con maggiore precisione delle precedenti, del fabbisogno calorico nella fase della crescita, cioè nel bambino e nell’adolescente, fabbisogno che nell’anziano si riduce. Un altro fattore da considerare è che l’adulto ha una migliore gestione dei prodotti naturalmente senza glutine». Un limite forse rimane, conclude Elli, «come già le tabelle precedenti, quello dell’impossibilità di personalizzare il fabbisogno calorico quando aumentato per la presenza di co-patologie».

Il testo del Decreto parte dalla considerazione che «è opportuno rendere uniformi le modalità di erogazione degli alimenti senza glutine specificamente formulati per celiaci al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza su tutto il territorio nazionale e di contenere i costi per il Servizio sanitario nazionale» e «che il celiaco deve seguire una dieta varia ed equilibrata con un apporto energetico giornaliero da carboidrati stimabile in almeno il 55%, che deve derivare anche da alimenti naturalmente privi di glutine provenienti da riso, mais, patate e legumi come fonte di carboidrati complessi, per cui la quota da soddisfare con alimenti senza glutine di base (pane, pasta e farina) è stimabile nel 35% dell’apporto energetico totale».

La revisione è avvenuta anche alla luce della «possibilità intervenuta per gli alimenti destinati al consumo generale di riportare la dicitura “senza glutine”, come informazione accessoria, quando composti da ingredienti naturalmente privi di glutine».