fonte: www.farmacista33.it

Una review sistematica pubblicata su JAMA Dermatology fa il punto sulle sostanze usate da sole o incluse negli integratori contro la perdita dei capelli
Dalla biotina agli estratti di Serenoa repens, dai multivitaminici allo zinco, fino a omega 3 e 6 in combinazione con antiossidanti, sono molte le sostanze e i composti usati da soli o inclusi negli integratori contro la perdita dei capelli, prodotti che secondo recenti stime sono usati dall’81% dei pazienti con il problema tricologico.

A fare il punto su efficacia e sicurezza di questi composti e integratori è una review pubblicata su JAMA Dermatology da un team coordinato da Laura Drake, della Tufts University di Boston (USA), secondo la quale, dal momento che molti di questi prodotti possono essere effettivamente utili nel contrastare la perdita dei capelli, gli operatori sanitari dovrebbero informare al meglio i pazienti su possibili rischi e benefici di questi trattamenti, per arrivare a una scelta condivisa.

Nutraceutici e prodotti erboristici
Integratori a base di vitamine, nutraceutici e prodotti erboristici sono da sempre usati per la perdita dei capelli. In particolare, quelli più comunemente assunti sono a base di biotina, vitamina B12 e, in generale, complessi multivitaminici a base di vitamine del gruppo B. Vista l’elevata frequenza d’uso degli integratori per la perdita dei capelli, il team americano ha voluto valutare i dati pubblicati in letteratura scientifica, per capire quanto c’è di vero dietro l’uso degli integratori. Per la review, sono stati analizzati 30 articoli, di cui 17 trials clinici, 11 studi clinici e due case series.
Alcuni dei composti usati sono a base di inibitori dell’enzima 5-á reduttasi, che converte il testosterone in diidrotestosterone (DHT), un mediatore dell’alopecia androgenica. Tra i prodotti naturali che hanno un effetto inibitorio su questo enzima c’è la Serenoa repens e studi clinici hanno mostrato che questa pianta può essere efficace contro l’alopecia androgenica. Uno studio clinico, in particolare, ha mostrato che un estratto lipidosterolico di S. repens ha portato a un miglioramento da lieve a moderato dell’alopecia androgena dopo cinque mesi, anche se non vi era una significatività statistica. Mentre un altro studio che confrontava S. repens con finasteride orale ha concluso che, sebbene quest’ultima fosse più efficace, la serenoa stabilizzava la perdita dei capelli a 24 mesi, con eventi avversi lievi.
Anche l’olio di semi di zucca, testato su 76 uomini con alopecia androgenica, ha mostrato di essere significativamente efficace per la crescita dei capelli e la soddisfazione riferita dal paziente rispetto al placebo, con eventi avversi simili tra i due gruppi. E per quel che riguarda i micronutrienti, che hanno un ruolo importante nel normale funzionamento del follicolo pilifero, uno studio che ha valutato l’integrazione di vitamina D3 per via orale in 40 donne con telogen effluvium ha osservato che, a sei mesi, l’82,5% delle pazienti ha ottenuto risultati sui capelli e l’85% ha riferito di essere soddisfatto, mentre nessun evento avverso è stato riportato.

Micronutrienti e vitamine
Anche un deficit di zinco può causare telogen effluvium e rottura e assottigliamento dei capelli. Una riduzione dei livelli di zinco determinerebbe danno ossidativo ai tessuti, tuttavia, ma mentre uno studio non ha evidenziato efficacia nella caduta dei capelli, un’altra ricerca su 67 pazienti con alopecia areata e livelli normali di zinco al baseline ha mostrato una significativa ricrescita dei capelli dopo tre mesi di integrazione. Per quel che riguarda, invece, la vitamina B, in particolare biotina e vitamina B12, la prima non è stata studiata da sola in trials clinici contro l’alopecia, ma è un componente di altri integratori valutati in studi clinici, tanto da essere ampiamente usata nei prodotti per la ricrescita dei capelli, mentre per la vitamina B12, uno studio su pazienti con telogen effluvium e livelli normali al baseline ha mostrato che tutti i partecipanti, a quattro mesi, riportavano una riduzione o assenza di caduta dei capelli, senza eventi avversi.

Antiossidanti, aminoacidi e modulatori ormonali
Per quel che riguarda gli antiossidanti, come selenio, carotenoidi e vitamine A, C ed E, questi sono comunemente inclusi negli integratori e uno studio su un prodotto a base di olio di pesce, olio di semi di ribes nero, vitamina E, vitamina C e licopene, rispetto al placebo, ha mostrato che nei casi di alopecia androgena nelle donne c’è un aumento della densità e dello spessore dei capelli, a sei mesi di trattamento. Un altro trial, invece, ha testato tocotrienoli, della famiglia della vitamina E, su 35 persone con perdita di capelli non specificata, mostrando un aumento significativo dei capelli nel gruppo trattato, a otto mesi.
Tra componenti contenenti aminoacidi, la cheratina è una proteina a struttura fibrosa ricca dell’aminoacido cisteina, contenente zolfo. Un deficit di L-cisteina, in particolare, rende i capelli sottili, fragili e secchi, con conseguente perdita di capelli. Infine, il fattore di crescita insulino-simile (IGF-1) ha un ruolo importante nello sviluppo del follicolo pilifero e nel ciclo di crescita dei capelli e un deficit di questo ormone peptidico è stato associato a diverse cause e tipologie di perdita di capelli, incluse alopecia e telogen effluvium. Capsaicina e isoflavoni per via topica hanno mostrato di aumentare la produzione di IGF-1 dermico e in un trial clinico su 48 adulti, l’uso di questi due composti ha portato a una significativa crescita dei capelli a cinque mesi, senza effetti avversi.