Fonte: www.farmacista33.it
Servizi in farmacia, Farmacia certificata e procedure standard saranno alcuni dei requisiti per la remunerazione
Se tra i requisiti per remunerare i servizi sta emergendo la necessità di appoggiarsi a protocolli, procedure e processi standardizzati e qualificati, che diano risultati confrontabili e ripetibili, un passaggio ulteriore che si rende indispensabile è quello di «prevedere un sistema di certificazione di qualità della farmacia. Questa è una condizione necessaria per offrire ai cittadini un servizio omogeneo in tutto il Paese e per conseguire una reale collaborazione interprofessionale tra gli attori del processo di cura sul territorio». Sono questi alcuni passaggi che emergono dagli incontri del Tavolo sulla farmacia dei servizi – il quarto si è tenuto giovedì – che ha l’obiettivo di definire servizi, criteri, metodologie e operatività della farmacia anche ai fini della sperimentazione dei progetti per i quali c’è stato lo stanziamento di 36 milioni di euro dalla Legge di bilancio 2018 – inizialmente per 9 Regioni, poi ampliato a tutte con un accordo Stato Regioni. Il Tavolo, che vede la partecipazione delle rappresentanze di medici (Fimmg e Simg), infermieri (Fnopi), le società scientifiche, tra le quali Utifar, Sifo, dell’ISS e di Agenas, ma anche di Cittadinanzattiva, Fofi, Federfarma, Assofarm, oltre che il coinvolgimento di Altems (università Cattolica di Roma), per la valutazione dell’impatto, a tutto tondo, delle iniziative, prevede quattro mesi di lavoro e dovrebbe vedere la definizione, entro luglio, di un documento condiviso.

Documento condiviso in definizione
«Una volta conclusi i lavori e rilasciato il documento condiviso» spiega a Farmacista33 Gianni Petrosillo, presente in rappresentanza di Federfarma, insieme al presidente Marco Cossolo, «ci saranno altre tappe: innanzitutto il Ministero della Salute dovrà fare le sue valutazioni, in particolare per verificare se ci sono condizioni da approfondire ulteriormente o se sarà necessario attivare provvedimenti ulteriori per realizzare i contenuti. Il documento sarà poi inviato dal Ministero alle Regioni e da queste verrà adottato. Saranno poi le singole regioni a far partire le sperimentazioni, con l’utilizzo del fondo stanziato e già ripartito, secondo il cronoprogramma definito».
In merito ai contenuti, tra le materie che faranno parte del documento finale, come scrivono Fofi, Federfarma, Assofarm, Utifar e Sifo, in un comunicato congiunto, un primo punto a essere messo in evidenza è che «un passaggio indispensabile per determinare la remunerazione delle prestazioni» è l’omogeneità sul territorio nazionale delle prestazioni e la necessità, in questa direzione, è di «stabilire, per ciascuno dei servizi professionali e cognitivi erogati dal farmacista – dalle campagne di screening al supporto all’aderenza terapeutica – metodologie e protocolli operativi atti a garantire la standardizzazione delle procedure».
«Si tratta cioè di definire» continua Petrosillo, «per ogni servizio, screening o altro, le modalità in cui il farmacista deve operare: come deve accogliere il cittadino, quali eventuali procedure di rilevazione dei dati clinici deve seguire, quali accortezze, in quale ambiente far accomodare il cittadino, e così via». Al centro di questa impostazione, continua la nota, c’è il tema della «misurabilità degli effetti prodotti in termini di efficacia, e quindi di salute, ma anche di governo della spesa».
«Il dato deve essere omogeneo e confrontabile» commenta Petrosillo «e questo è possibile a fronte appunto di processi standard».

Protocolli standardizzati
C’è poi un secondo aspetto: «l’adozione di protocolli standardizzati» continua la nota «rende necessario prevedere un sistema di certificazione di qualità della farmacia, come avviene anche negli altri paesi che hanno già implementato la pharmaceutical care nella farmacia di comunità. Questa è una condizione necessaria anche per conseguire una reale collaborazione interprofessionale tra gli attori del processo di cura sul territorio e per offrire ai cittadini un servizio omogeneo in tutto il paese. Si tratta di un cambiamento sostanziale per la rete delle farmacie e Fofi, Federfarma, Assofarm, Utifar e Sifo si impegnano a operare congiuntamente per compiere questo percorso».
«L’idea» continua Petrosillo «è di una certificazione di qualità rilasciata da un ente terzo. Si tratta cioè di certificare la farmacia che è in grado di mettere in atto procedure standardizzate. Le condizioni operative, la strumentazione, il luogo in cui avviene il servizio, il personale sono tutti elementi che dovranno essere valutati e certificati».

In generale, «al tavolo, nonostante la presenza di tanti interlocutori, che rendono le condizioni di confronto complicate» conclude Petrosillo «c’è una buona disponibilità al dialogo e proprio nell’incontro di ieri abbiamo anche registrato l’intervento di parte governativa, che, nel sottolineare come si attenda il documento per rendere finalmente operativa la farmacia dei servizi, ha dato uno stimolo di concretezza ai lavori».