fonte: www.farmacista33.it

Presentati i dati della ricerca condotta da Human Highway per Assosalute, sugli italiani e la gestione di influenza, Covid-19 e virus stagionali

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Con l’approssimarsi della nuova stagione influenzale, circa un italiano su due si dice preoccupato per l’impatto che i virus potrebbero avere, temendo un aumento dell’aggressività e della contagiosità. In particolare, per due italiani su tre il Covid virus non è scomparso e potrebbe ripresentarsi sotto nuove varianti e il 51,6% lo considera una “normale infezione virale” un dato quasi raddoppiato rispetto al 2023, quando solo il 27% lo assimilava all’influenza. Il 43% degli italiani ritiene di aver acquisito maggiore resistenza ai virus stagionali, ma c’è una diffusa preoccupazione per le conseguenze del Covid-19 sulla salute delle persone vulnerabili, con il 59% (soprattutto over 55 e over 65) che continua a temere per la salute dei membri più fragili della propria famiglia. I dati emergono dalla ricerca condotta da Human Highway per Assosalute, presentata oggi in occasione dell’evento stampa “Tra vecchie e nuove ‘influenze’: come il Covid-19 influenzerà ancora la diffusione e la gestione dei virus stagionali”.

Cosa fare quando appaiono i primi sintomi influenzali
La stagione delle infezioni respiratorie quest’anno non si è mai veramente conclusa. “Anche durante l’estate a causa degli sbalzi termici, i livelli di contagio non sono scesi sotto la soglia critica, con una persistenza di infezioni causate non solo da virus influenzali, ma anche da ‘virus cugini’, come il virus respiratorio sinciziale (RSV), il rinovirus, il metapneumovirus e i virus parainfluenzali, insieme al contributo del Covid-19 e di alcuni batteri che hanno provocato problemi polmonari.” Ha spiegato Fabrizio Pregliasco, Direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva – Università degli Studi di Milano. Questi virus continueranno a circolare anche nella prossima stagione, che sarà “piuttosto intensa, simile a quella del 2022 e più vivace rispetto allo scorso anno, con circa 14 milioni e mezzo di casi di influenza e infezioni respiratorie, tra cui il SARS-CoV-2. Se tra i principali virus in circolazione, per l’influenza segnalo l’A/H1N1 e l’A/H3N2 – ha precisato Pregliasco – per quanto riguarda il Covid19, la variante che si diffonderà nei prossimi mesi è la Xec che è immunoevasiva. Ci aspettiamo quindi in autunno una presenza importante del SARS-CoV-2”.

Secondo lo studio di Human Highway, il 49,3% degli italiani adotta un approccio prudente in caso di sintomi influenzali, scegliendo riposo e automedicazione, e contattando il medico solo dopo tre giorni se non si osserva miglioramento. Un altro 22,4% si rivolge subito al medico di base, una tendenza in calo rispetto agli anni della pandemia. Le donne sono più inclini a utilizzare farmaci di automedicazione (57%) rispetto agli uomini (42,5%). Gli over 65 mostrano una maggiore propensione a contattare immediatamente il medico e a considerare la vaccinazione antinfluenzale una priorità.

La doppia vaccinazione: protezione più alta
Non solo per il SARS-CoV-2, ma anche per l’influenza. “Raccomando la doppia vaccinazione per le persone fragili che necessitano di una protezione aggiuntiva ma non solo per loro: chi manifesta i sintomi può diventare un potenziale vettore di infezione”, ha affermato Pregliasco.

Secondo lo studio, il 34% degli italiani ha dichiarato di voler fare il vaccino antinfluenzale, mentre il 47% lo ritiene improbabile. La motivazione principale che spinge alla vaccinazione resta la protezione di sé stessi e dei propri cari, soprattutto i bambini. Per molti, il vaccino antinfluenzale è ormai una routine (40,7%), spesso consigliata dal medico (nel 25% dei casi). I più propensi alla vaccinazione sono gli over 45 (40%), sotto consiglio del medico, e gli over 65 (60,5%) che dichiarano di volerla fare prossimamente.

Medico di base, farmacista e automedicazione: cambiano le abitudini
Negli ultimi anni è aumentato il ricorso al medico di base per influenza e sindromi respiratorie, con il 60% degli italiani che si rivolge al medico per un consulto. Cresce anche l’uso di farmaci di automedicazione (25,5%) e il ricorso al consiglio del farmacista (17,8%). Le donne tendono a gestire i sintomi autonomamente, mentre gli uomini consultano più spesso amici o cercano informazioni online. Tra i giovani, il 28,6% utilizza Internet per ottenere consigli sulla salute, mentre tra gli over 65 prevale il contatto diretto con il medico.

I farmaci di automedicazione si confermano il rimedio più utilizzato dagli italiani in caso di affezioni respiratorie. Il 64% della popolazione sceglie infatti questi medicinali per alleviare la gestione dei sintomi influenzali, dimostrando una forte fiducia in queste specialità medicinali: il ricorso ai farmaci di automedicazione risulta trasversale a tutte le fasce d’età, dimostrando quanto le persone reputino l’utilizzo efficace, sicuro, tempestivo e pratico.

Accanto a questa tendenza, è ancora significativo il numero di coloro che in caso di sintomi influenzali credono che l’antibiotico sia il rimedio più efficace: dichiarano di ricorrere all’antibiotico il 15% degli italiani, percentuale che raggiunge il 24% tra i giovani tra i 18 e i 24 anni. Tuttavia, si osserva una leggera e costante diminuzione dell’uso di questi medicinali in caso di infezioni virali, un segnale positivo verso un uso più consapevole e appropriato di questi farmaci. “È essenziale che i pazienti (e i medici) siano consapevoli che gli antibiotici devono essere prescritti solo quando strettamente necessario, ad esempio in caso di complicazioni batteriche. L’uso indiscriminato di antibiotici può aggravare la problematica della resistenza e non contribuisce al trattamento delle infezioni virali”, ha precisato Pregliasco.