fonte: www.farmacista33.it

Con le terapie per il tumore del seno che diventano sempre più personalizzate, anche gli effetti collaterali sono più gestibili. Il farmacista può avere un ruolo centrale in questo ambito, favorendo, così, l’aderenza ai trattamenti che contribuisce ad aumentare i benefici delle cure per i pazienti. A parlare del ruolo del farmacista nel supporto di chi ha un tumore al seno è stata Lakyn Husinka, della rete di farmacie americane Alliance Rx Walgreens Prime, in un’intervista a Pharmacy Times: importante, per questo operatore sanitario, anche sensibilizzare alla prevenzione.

Per limitare gli effetti collaterali
Assumere con regolarità e in modo appropriato gli antitumorali aiuta i pazienti a trarre i massimi benefici dalle terapie. Per aiutarli in questo senso, il farmacista, secondo l’esperta, può anche solo gestire e dare consigli per prevenire gli effetti collaterali. I pazienti che manifestano nausea o diarrea, per esempio, possono essere trattati con medicinali da banco e il farmacista può anche consigliare come modificare lo stile di vita per cercare di prevenire gli effetti collaterali delle terapie. Spesso, infatti, i pazienti che hanno disagi nell’assumere determinati farmaci tendono a non prenderli più, piuttosto che aspettare di vederne gli effetti benefici; gestendo questi effetti collaterali i pazienti saranno più motivati a restare in terapia prima di cercare di cambiarla. Il farmacista, secondo Husinka, può anche aiutare nell’aderenza semplicemente chiamando il paziente per informarsi su come procedono le cure. Inoltre, dal momento che anche il costo delle terapie può essere un problema, il farmacista, che conosce il paziente, può consigliarlo anche in questo senso.

I consigli su screening e prevenzione
Per quanto riguarda screening e misure di prevenzione, il farmacista può aiutare raccomandando le persone di seguire un opportuno stile di vita. In generale, per la prevenzione di qualsiasi tipo di tumore è consigliabile sempre mantenersi attivi a livello fisico, tenere un peso nella norma, non fumare e ridurre il consumo di alcool. Sta poi aumentando il ricorso a test genetici, soprattutto tra chi ha avuto un caso di tumore del seno a livello familiare. Tuttavia, l’esame principale nell’ambito della prevenzione resta la mammografia, che consente di evidenziare la presenza del tumore prima che si diffonda in altre parti dell’organismo o che dia effetti a livello sistemico. Molte donne cominciano a fare questo esame intorno ai 45 anni. Così, sottolinea Husinka, è importante parlare con il proprio medico o con il proprio farmacista per avere un consiglio su questo esame, soprattutto dopo che la pandemia di Covid-19 ha portato a una riduzione delle mammografie. Questo sarà un problema sanitario nel prossimo futuro, secondo l’esperta, che cita uno studio durato sedici anni che ha evidenziato che rispetto a chi fa regolarmente le mammografie, chi le salta ha un rischio del 50% più alto di morire a causa di un tumore del seno.

Cosa dovrebbero saperei farmacisti
Husinka ha parlato anche di come sono cambiate le cure per il tumore al seno e di cosa dovrebbe sapere il farmacista. Uno dei cambiamenti più evidenti è la riduzione del ricorso alla chemioterapia, quando possibile, con il passaggio a terapie target, che danneggiano meno le cellule sane dell’organismo e puntano in modo più specifico alle cellule tumorali. Inoltre, queste terapie richiedono esami genetici che consentono di personalizzare le terapie in base ai pazienti. C’è poi un aumento delle prescrizioni di farmaci immuno-oncologici, che potenziano il sistema immunitario del paziente per aiutarlo a combattere il tumore. Gli effetti collaterali di questi trattamenti sono più tollerabili, per cui, osserva la farmacista, piuttosto che preoccuparsi di perdita di peso, perdita di capelli, neuropatia o effetti più gravi, si affrontano eventi più lievi come nausea, tosse e stanchezza.