Fonte: www.federfarma.it

L’emendamento D’ambrosio Lettieri, Mandelli, Rizzotti che autorizza la somministrazione dei vaccini in farmacia non apre scenari inediti né rende l’Italia un caso unico nel mondo. Perché, soltanto in Europa, sono ben nove i Paesi nei quali da tempo ci si può vaccinare in farmacia, tra i quali il Regno Unito (dal 2002), il Portogallo (dal 2007) e l’Irlanda (dal 2011). Nell’insieme, si tratta di esperienze che hanno in comune innanzitutto le motivazioni iniziali: in tutti i Paesi, le farmacie sono state coinvolte con l’obiettivo di agevolare l’accesso ai vaccini, in modo da accrescere nel tempo i tassi di copertura. I dati e le verifiche sul campo dimostrano che la strategia ha funzionato: agli autori di una ricerca condotta nel 2015 in Inghilterra, il 19% degli individui che si sono vaccinati in farmacia (contro l’influenza) ha rivelato che non l’avrebbe fatto se avesse dovuto recarsi in un ambulatorio. Un altro studio dello stesso anno, ha misurato che nel Regno Unito e in Irlanda il 20 e il 23% rispettivamente delle persone vaccinate in farmacia erano alla loro prima profilassi. In altri termini, le farmacie consentono di raggiungere una platea di individui più ampia.

Lo stesso principio è stato sostenuto dalla Fip (la Federazione farmaceutica internazionale) al suo 76° Congresso mondiale, ospitato l’estate scorsa a Buenos Aires. In un rapporto, l’associazione ha calcolato che se tutti i Paesi del mondo si affidassero alle farmacie per le loro campagne vaccinali, si riuscirebbe a proteggere una persona su otto. I numeri diffusi di recente dal Nhs sull’ultima stagione influenzale avvalorano le stime della Fip: nell’ambito della campagna 2016-2017 sono stati somministrati più di 950mila vaccini in 8.451 farmacie, ossia circa un terzo degli esercizi farmaceutici in attività. Rispetto alla stagione precedente il numero delle persone vaccinate è cresciuto del 60%, quello delle farmacie partecipanti di circa 1.200 unità.

Mira agli stessi effetti la sperimentazione che, dalla prossima stagione influenzale, coinvolgerà le farmacie francesi. Le basi le aveva gettate a dicembre la legge per il finanziamento della sanità pubblica, un paio di mesi fa era poi arrivato il decreto attuativo del ministero della Salute: la sperimentazione, triennale, riguarderà 4mila esercizi delle due regioni di Nuova Aquitania e Auvergne Rhône-Alpes, ma l’ordine dei farmacisti transalpino vorrebbe estenderla al più presto a tutte le farmacie francesi. Vaccineranno direttamente i farmacisti, dopo un corso di formazione specifico, ma soltanto chi non è alla sua prima iniezione e non appartiene alle fasce a rischio. «L’obiettivo della sperimentazione» ha detto Olivier Rozaire, presidente dell’Unione regionale farmacisti Auvergne-Rhône-alpes in un convegno a Lione risalente al mese scorso «non è quello di permetterci di vaccinare al posto degli altri sanitari, ma accrescere la platea dei vaccinati». Lo stesso obiettivo dell’emendamento Mandelli al ddl vaccini.